Sono passati tre Gran Premi dall’inizio della stagione, e l’unica grande certezza che al momento abbiamo è che la Ferrari F1 ha finalmente, dopo anni di fallimenti, centrato il progetto 2022, creando una vettura capace di essere competitiva pressoché in ogni circostanza.

C’è una cosa in particolare di questa F1-75 che sta sorprendendo un po’ tutti, addetti ai lavori e non: il fatto che Ferrari non abbia (al momento) minimamente sviluppato la vettura.
Spieghiamo meglio.
Dai test di Barcellona, sia Red Bull che Mercedes (individuabili come le due vere rivali dirette della Rossa) hanno in qualche modo apportato migliorie o modifiche alla loro monoposto, specialmente Mercedes con l’ormai famigerata “vettura B” presentata in Bahrain.
Oltre all’aver speso ovviamente più soldi della Ferrari (ricordiamo la presenza da quest’anno del budget cap), a preoccupare le inseguitrici del Cavallino è quanto potrà andare forte questa F1-75 una volta che ne verranno sviluppati i (pochi) punti deboli.
Ma come è riuscita Ferrari a dominare le prime tre gare stagionali pur utilizzando la versione “base” della sua vettura?
Innanzitutto, il non portare aggiornamenti durante i primi GP ha permesso al team di Maranello di potersi concentrare completamente sulla totale comprensione della vettura, consentendo agli stessi ingegneri di mettere nelle mani dei piloti una monoposto che potesse contare su un ottimo setup fin dal primo giro, vantaggio non indifferente.
Gli stessi piloti sono stati in grado di approfondire al meglio la conoscenza della macchina giro dopo giro, altro elemento che in una stagione di grande cambiamento per tutti ha certamente un effetto notevole.
Rispetto a chi si è affrettato nella ricerca di nuove componenti da sviluppare e montare sulla propria auto, Ferrari avrà da qui in avanti anche il vantaggio di aver identificato meglio di altri su quali punti poter lavorare e, di conseguenza, apportare migliorie realmente utili alla causa, senza sperperare quel denaro che, quest’anno più che mai, è di fondamentale importanza.
A proposito della F1-75 ha parlato negli scorsi giorni Claudio Albertini, capo delle operazioni di gara della Ferrari:
“Fortunatamente l’auto è buona fin dall’inizio, il che ci permette di concentrarci su un buono sviluppo. Con le nuove regole dobbiamo avere un approccio diverso rispetto al passato, perché il budget cap ci obbliga a stare attenti con sviluppi che potrebbero non funzionare e che sarebbero uno spreco di soldi.
“Rispetto al passato ci sono condizioni diverse, dobbiamo lavorare diversamente. Stiamo ancora studiando molte cose di questa auto che ha una filosofia così nuova. Dall’inizio ci siamo concentrati sul far funzionare bene le parti importanti, e per ora sta funzionando. Stiamo ancora seguendo lo stesso piano che abbiamo progettato l’anno scorso.
“La comprensione dell’auto all’inizio ci ha portato a un processo di miglioramento. Abbiamo risparmiato alcuni sprechi dal punto di vista del budget cap. A volte è un po’ una scommessa: porti la prima parte e se va bene, allora puoi sviluppare e sei un po’ più rilassato; ma se scommetti e poi non va bene, è grave”.
Riguardo al programma di riduzione del peso che Ferrari sta seguendo, Albertini ha detto:
“Al momento procede in parallelo, perché il peso è molto importante, dato che queste auto sono molto pesanti. Di sicuro, la riduzione del peso è un nostro grande obiettivo. Stiamo andando in parallelo con diversi programmi, sviluppo aereodinamico, sviluppo meccanico, sviluppo del peso. Raccogliamo dati vedendo dove abbiamo più bisogno.
“Anche una parte leggera come il fondo è estremamente costosa. Per alleggerire dobbiamo utilizzare materiali diversi, ma anche lo sviluppo aereodinamico, pur non essendo legato al peso, è molto costoso.”
È più importante l’adattamento dei piloti alla vettura o l’assetto della vettura rispetto allo stile di guida di un pilota?
“Le due cose si equivalgono. La vettura è nuova sia per noi che per i piloti. Abbiamo dovuto capire un po’, loro hanno dovuto cambiare il modo di guidare. Noi dobbiamo capire come migliorare la macchina del miglior modo possibile rispetto alle abilità del pilota, e lui deve essere in grado di adattarsi. Bisogna venirsi incontro”.
In conclusione, Albertini si è soffermato sul tema gomme, come al solito di primaria importanza per le prestazioni della vettura, specialmente in gara.
“Penso che dipenda molto dal circuito. Gomme, asfalto, condizioni ambientali, è un po’ una partita. Fa tutto parte dei test che facciamo al venerdì. Non sappiamo subito, ad esempio, se è necessario un giro di preparazione oppure no. È qualcosa che va testato”.
Sarà in grado la Ferrari di mantenere il vantaggio finora accumulato dalla concorrenza? E soprattutto, quale delle due candidate al titolo 2022, RB18 e F1-75, possiede il miglior potenziale come monoposto?
Una prima risposta la avremo già questa domenica, quando ad Imola si vedranno alcuni piccoli aggiornamenti da ambo le parti.

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