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Ferrari F1: Bryan Bozzi e la svolta vincente di Leclerc

Ferrari F1 – A partire dal gran premio di Imola è stato annunciato che Xavi Marcos non sarebbe più stato l’ingegnere di pista di Charles Leclerc, e che il suo posto sarebbe stato preso da Bryan Bozzi. 

Oltre ad aver portato maggiore “fortuna”, se di fortuna si può parlare, visto il successo del monegasco nel suo gran premio di casa, il nuovo ingegnere di pista si è distinto per una maggiore empatia rispetto a Marcos, forse uno dei difetti più evidenti dell’ingegnere spagnolo. 

Parlando delle emozioni che si provano a lavorare in Ferrari, Bozzi ha risposto così: “Ormai da molti anni faccio parte del team di pista della della Scuderia Ferrari F1. Rappresentare questa azienda e l’Italia intera nella massima categoria del motorismo è un grande motivo di orgoglio per me, a maggior ragione avendo la possibilità di lavorare accanto a un pilota eccezionale come Charles“.

Il nativo di Roma poi, italodanese di nascita come da lui dichiarato, si è soffermato poi sulle differenze tra Race Engineer, il suo ruolo attuale, Performance Engineer e Driver Coach: “Il Race Engineer è il responsabile della gestione della vettura che gli è affidata durante l’evento. Questo include l’esecuzione del programma di ciascuna sessione, e la messa a punto della monoposto. Il Race Engineer è anche colui che parla in radio con il pilota per passargli tutte le informazioni di cui ha bisogno durante le sessioni. Il Performance Engineer è invece responsabile dell’ottimizzazione di vari controlli sulla monoposto, come per esempio la ripartizione di coppia frenante e il differenziale. Per definizione passa gran parte del suo tempo nell’analisi del bilanciamento della vettura e lavora per fare in modo che si comporti come atteso dalle simulazioni. Il lavoro del Driver Coach è invece focalizzato sul miglioramento della performance del pilota. Analizza video e telemetrie di tutte le vetture in griglia e suggerisce a chi si trova in abitacolo le linee e gli stili di guida più veloci. Queste figure insieme agli altri ingegneri, sia in pista che a Maranello, provano ad ottimizzare la macchina per estrarre gli ultimi millesimi di tempo sul giro che in questa Formula 1 possono fare la differenza“.

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