Per chi ama questo sport sono giorni di fibrillazione cardiaca; c’è poco da fare, possiamo raccontarcela anche cercando di ingannare noi stessi, ma stiamo contando non solo i giorni o le ore, probabilmente anche i minuti che ci separano dall’inizio del campionato. Per chi scrive si tratterà della 40° stagione da passare incollato al teleschermo e qualche volta sugli spalti; era il 1979 e fu l’anno di Scheckter e della Ferrari. Sembra quasi una ricorrenza da festeggiare con delle candeline su una torta. Da allora molte cose sono cambiate e tante regole si sono avvicendate nelle stagioni; arrivarono i turbo e il dominio McLaren; il lungo digiuno della Rossa e le vittorie di Schumacher, poi fu la volta della Red Bull; direi che ne abbiamo viste tante e di tutti i colori.

Adesso, ad una settimana dall’inizio cerchiamo di fare il punto sulle forze in campo anche se, per onestà intellettuale, non sappiamo quali siano i reali valori in campo.

Valtteri Bottas Mercedes

Mercedes ha costruito abilmente un periodo di supremazia e lo ha fatto prima di tutto con il peso politico e tecnico di una grande costruttore, ha imposto delle regole che sono state accettate e che quindi, volenti o nolenti, costituiscono la sfida che gli altri team hanno accettato. Nel 2017 nonostante i 3 anni di assoluto dominio la squadra ha cambiato molto sfornando una vettura diversa, un passo decisamente lungo che doveva andare a coadiuvare le nuove gomme della Pirelli. Non era semplice rimanere al top di performance e gli sviluppi portati in stagione, soprattutto in Spagna, le hanno dato ragione; vero che la vettura era comunque una evoluzione delle precedenti e che poteva contare sulla migliore Power Unit; tuttavia riuscire a vincere di nuovo non era facile. Quest’anno la Mercedes ha cercato di capitalizzare gli sviluppi del 2017 proponendo una monoposto che è molto simile alla W08, un lavoro di affinamento che dovrebbe riuscire a darle una supremazia forse meno marcata anche nel 2018. Hamilton si è tolto di dosso quella strana attitudine alla debolezza interiore dopo due campionati vinti passeggiando ed uno che gli è stato soffiato dal suo compagno di squadra; insomma il Britannico è maturato e questa, teoricamente, dovrebbe essere la sua stagione migliore. Bottas è un ottimo compagno di squadra e soprattutto ‘sente’ la macchina tanto da poter dare utili indicazioni sui set-up e sulle evoluzioni; non solo, ha dimostrato di poter fare le veci di Hamilton nelle situazioni in cui ci sia bisogno di lui. La Mercedes quindi è al suo top e sarà molto difficile batterla.

Kimi Raikkonen Ferrari

La Ferrari ha giocato il tutto per tutto; monoposto di rottura col passato quella del 2017 che ha comunque vinto 5 GP lottando almeno fino all’estate; nel 2018 altro rischio aumentando il passo e cercando la prestazione con un affinamento spasmodico della Power Unit. Insomma la SF71-H è simile alla SF70-H ma si discosta molto da questa sia per un leggero allungamento del passo (circa 5-6 cm ?) sia per la conformazione delle pance e del retrotreno. C’è da recuperare e cercare di vincere e non si sono cercate mezze misure; non si è andati sul velluto come nel passato, si è cercato anzi di estremizzare alcuni concetti aerodinamici e meccanici, alla ricerca della massima prestazione così da mettere in pista una vettura che possa essere superiore. La vettura possiede ampi margini di sviluppo ma bisogna cercare di conoscerla a fondo e con la massima velocità se non si vuole iniziare nel peggiore dei modi; l’arma che può ovviare a tutto questo sono le simulazioni a Maranello e poi la Rossa nei test ha montato alettoni già visti, serviva comparare dei dati o celare qualcosa di più performante? Il motivo di estremizzare dei concetti è semplice, bisogna rincorrere e quindi bisogna dare di più, rischiare appunto. Vettel ha messo in luce alcune sue debolezze caratteriali nel 2017 ed una indole molto più mediterranea che teutonica; quello che gli si chiede è stare calmo e giocarsi tutte le carte fino all’ultima mettendo in pista tutto il talento che possiede. Raikkonen rimane un grande interprete della F1, ma forse i lettori conoscono l’opinione di chi scrive, questo poteva essere l’anno del debutto di un giovane in Ferrari, da questo punto di vista la Rossa non ha rischiato più di tanto tenendosi un driver esperto sia nella guida in gara sia sul settaggio della vettura; sembra quasi ovvio dire, ma non lo è, che servirà un suo apporto ‘famelico’ per vincere questo campionato.

Daniel Ricciardo RedBull

La Red Bull è un oggetto misterioso al momento; la vettura non sembra così innovativa e così estrema come si dice; ed anche nel 2017 veniva data come quella capace di rompere le uova nel paniere dei grandi; in realtà questo è accaduto più per la foga di Verstappen che per meriti propri della macchina. Si rumoreggia che sarebbe la più veloce in curva, tuttavia certe illazioni non trovano riscontro nei numeri (da prendere con le molle…) se è stata la più veloce nelle curve e se ha pagato pochissimi Km allo speed-trap, in una pista dal rettilineo non molto lungo, perché non ha fatto sempre i migliori tempi? Sembra che giudicando la Red Bull ci si fidi più del fatto che a disegnarla sia Newey piuttosto per ciò che dimostra in pista. Verstappen comunque rappresenta il point-break della stagione; capace di partenze al fulmicotone e momenti di ‘pazzia agonistica’ potrebbe, di nuovo, fare da giudice in una contesa che sembra una specie di resa dei conti dopo la questione dell’olio, tanto denigrata da molti saccenti ma che poi si è rivelata una delle armi della Mercedes. Ricciardo che è pilota veloce e corretto questa volta non starà a guardare il compagno prendersi le attenzioni dei riflettori. Proprio per queste considerazioni la Red Bull rappresenta la vera mina vagante della stagione, potrebbe essere protagonista di grandi risultati oppure essere sempre relegata a terza forza, staremo a vedere.

Marco Asfalto

 

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