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Si apre uno spiraglio sulla questione delle automobili di interesse storico ventennali, le quali avevano subìto lo sbeffeggiamento della reitroduzione del bollo auto da parte del governo Renzi, il quale reintrodusse una tassa abolita per diritto di acquisizione dei parametri richiesti dagli enti preposti alla certificazione di automobili e motocicli di interesse storico.

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I veicoli che beneficiarono dell’abolizione del bollo dovettero affrontare un iter di certificazione presso ASI ed FMI, quindi un diritto acquisito se non sacrosanto, e solo successivamente gli orgogliosi proprietari poterono risparmiare e possedere una vettura se ben con tanti kw, nel caso di alcune fuoriserie sportive come ad esempio la Fiat Coupè più tosto che altri modelli, ma con uno sgravio importante, continuando a salvaguardare il patrimonio storico/motoristico italiano.

I possessori dei veicoli beneficianti, si ritrovarono a dover pagare fior di quattrini per il reinserimento del bollo auto, e molti di essi furono costretti a liberarsi della propria tanto amata automobile, vendendo all’estero. Vi sono state delle lotte da parte di associazioni che poco hanno potuto fino all’inserimento di questo ultimo emendamento.

La legge di bilancio stabilisce quindi che, tutte le vetture di interesse storico presenti all’interno di una lista, e che abbiano da 20 a 29 anni, beneficeranno dello sconto del 50% sul costo del bollo.

Non è di certo un traguardo raggiunto, anche perchè determinati modelli che hanno fatto la storia dell’automobile italiana nel mondo, dovrebbero godere dell’esenzione a pieno titolo, anche per la certificazione raggiunta di cui sopra.

Morale della favola è una soluzione meno dolorosa, specialmente per lo stato che non perde una parte degli introiti, mentre al contrario, per i contribuenti si applica uno sconto su una tassa che non dovrebbero pagare.

Una misura che non ha molto senso per alcuni, anche perchè in determinate regioni d’Italia, vi erano state emesse leggi proprie sulla faccenda, escludendo il bollo a priori da parte delle amministrazioni.

Insomma, speriamo che questo sia solo l’inizio per la risoluzione di un calvario del quale portano i segni solo gli appassionati ed il parco circolante, che in una percentuale è inesistente in Italia perchè emigrato all’estero, in paesi nei quali il bollo auto ha un costo irrisorio e sostenibile.

Ci auguriamo che determinati modelli delle storiche case di tutto il mondo possano tornare nuovamente sulle strade italiane, a sostegno della salvaguardia del patrimonio motoristico.

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