Dopo alcuni “anni bui” in cui la McLaren ha perso il suo lustro a causa dell’imbarazzante propulsore Honda, lo storico team inglese si presenta, con una livrea molto appariscente, al via del 2018 con tante incognite e tante speranze.
Se da un lato l’azienda McLaren ha visto un aumento notevole di fatturato, il team ha vissuto anni davvero difficili. Quest’anno però, con un motore da Formula 1 vero (lo stesso Renault della Red Bull) Alonso avrà finalmente una chance di brillare. L’inizio stagione non è stato certo dei migliori, con tanti problemi di affidabilità ed una indagine Fia per la perdita di un dado che ha fatto perdere una ruota al pilota di Oviedo.
Tante le soluzioni innovative,partendo dalle bandelle dell’ala posteriore che sembrano letteralmente scolpite dai flussi, una vera e propria struttura fatta di soffiaggi e alette che permette di “pettinare” l’aria che passa tra la ruota posteriore e la carrozzeria. Una carrozzeria molto molto aderente, che durante i test in più punti si è bruciata a causa del calore,
nonostante il trattamento di zirconizzatura interno, tanto che il team è dovuto ricorrere a tagli e prese d’aria posticce applicate vicino alla pinna. Come le altre vetture motorizzate Renault, a causa della geometria della sospensione posteriore, il puntone della stessa è incernierato molto in avanti, quello che però è una vera e propria novità è la posizione del fulcro alto, che non è attaccato al portamozzo come è solito, ma a metà del braccetto superiore:
questo ha permesso di creare dei veri e propri profili aereodinamici che, insieme alle forme della bandella e delle alette installate sui cestelli freno, permettono di guidare i flussi. Classico il monopilone, che però regge una aletta proprio sopra lo scarico.
Molto complessi cestelli freni, con una canalizzazione interna col doppio compito di riscaldare gli pneumatici e di raffreddare i freni stessi. Durante i primi test, grande uso del Flowiz, il liquido che permette di visualizzare i flussi sulla carrozzeria, che ha evidenziato la miriade di alette e batwing che si trovano sotto il muso della vettura e che accompagnano l’aria verso il fondo, con un’ala-bargeboard molto complessa che ricorda un tessuto nel vento.
Molto alte e rastremate (quasi “sgraziate”) le prese delle pance, che sono “crestate” ancora con l’evidente idea di guidare i flussi dove servono. Prosegue lo sviluppo inoltre dei lunghi piloni soffiati dell’ala anteriore, idea ripresa quest’anno anche da altri team. Ancora non si è visto l’S-duct, sebbene l’ingresso del condotto sia visibile sotto il muso, probabilmente lo vedremo quindi più avanti. C’è da dire che personalmente la McLaren ha uno stile di disegno “liquido” che mi fa impazzire, ogni aletta, paratia e deviatore sembra essere fluido, veramente uno spettacolo ingegneristico. Vedremo se lo storico team riuscirà a raggiungere almeno la pari-motorizzata RedBull o se il motore Honda negli anni passati ha solo nascosto altri problemi a livello di progetto della vettura.
ng. Werner Quevedo Twitter