Come tante volte nelle ultime stagioni, al giro di boa del campionato la Ferrari sembra perdere la sfida degli sviluppi con gli altri team di vertice.
Ma qual è la ragione di questa “lentezza tecnica” nel reagire?

Ai limiti del doppiaggio, su una pista “corta” come quella dell’ Hungaroring e dove, nelle scorse stagioni, era risultata la vettura da battere.
Non sarà una pausa estiva serena per gli uomini della Ferrari in quel di Maranello.

Con un trend immutato fin dal 2009, la Scuderia non riesce a far progredire la propria monoposto a livello degli avversari durante la stagione, lasciando così i propri piloti impotenti rispetto agli eventi.

La questione non sembra relativa agli uomini: infatti, in tutti questi anni tanti tecnici sono apparsi al “capezzale” del Cavallino, ma nulla sembra essere cambiato.
Anzi, quando alcuni di questi tecnici ritenuti “capri espiatori” si sono poi accasati presso altri team, hanno dimostrato che i problemi non erano derivanti da deficit nelle loro competenze tecniche.

Sembra quindi un problema di metodologia. Ma come porvi rimedio?
Sicuramente la via più breve sarebbe quella di carpire il background tecnico degli altri team attraverso acquisizioni di ingegneri dalle altre squadre (come avvenne nell’epopea d’oro di Schumacher, in cui arrivarono figure di spicco dalla Benetton campione del mondo), ma visto il regime “autarchico” impostato in epoca Marchionne (per risparmiare budget?) sembra difficilmente attuabile.

Anche perché Maranello non sembra più essere una meta ambita per i tecnici di spicco, forse a causa dei risvolti politici presenti all’interno della Scuderia, che vista dall’esterno oggi ricorda tanto i tristi scenari dei primi anni ’90.
E, purtroppo, la stessa figura attualmente interpretata da Mattia Binotto sembra incarnare quest’empasse.

Il Direttore Tecnico, fin dal 2018, aveva rimarcato l’importanza della politica degli sviluppi costanti ed efficaci durante la stazione. Ma i risultati purtroppo non sono dalla sua parte.
L’ingegnere nato in Svizzera, ottimo “motorista”, non sembra avere le giuste competenze tecniche per “dirigere e instradare” i lavori di sviluppo in ambito telaistico-sospensivo e aerodinamico: le aree dove attualmente la Ferrari soffre rispetto a Mercedes e Red Bull, che oramai sembra aver superato la Scuderia italiana come seconda forza del mondiale.

Lo stesso Binotto ha annunciato l’arrivo di Simone Resta dal 1 Novembre per seguire il progetto tecnico della monoposto 2021.

Un “cavallo di ritorno”, dopo la stagione e mezza trascorsa in Alfa Romeo-Sauber, ma le perplessità che possa essere sufficiente, viste le novità regolamentari attese per il 2021, rimangono.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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