F1 2026 I primi dati dei team evidenziano un allarme inatteso: le monoposto 2026 risulterebbero instabili in rettilineo a causa del passaggio tra Z-Mode e X-Mode. Il problema dell’Active Aero potrebbe costringere la FIA a rivedere il regolamento prima dell’esordio delle nuove vetture.
Un allarme inatteso dai simulatori
Mentre la stagione 2025 entra nella sua fase conclusiva, i reparti tecnici delle squadre stanno intensificando il lavoro sulle future monoposto. I dati che filtrano dai simulatori accendono un campanello d’allarme significativo: le vetture 2026 potrebbero risultare instabili non in curva, come ci si aspetterebbe, ma in pieno rettilineo. Una prospettiva che mette in discussione la sostenibilità tecnica della rivoluzione regolamentare ormai alle porte.
La nuova generazione di auto introdurrà power unit con un bilanciamento energetico completamente rivisto e, soprattutto, l’aerodinamica attiva. Proprio quest’ultima rappresenta la principale fonte di preoccupazione.

Il nodo dell’Active Aero
Il regolamento 2026 prevede due configurazioni aerodinamiche:
- Z-Mode ad alto carico, con superfici chiuse per massima aderenza in curva
- X-Mode a basso drag, con ali aperte per incrementare la velocità sul dritto
Il problema rilevato riguarda la transizione improvvisa tra queste due modalità. L’attivazione dell’X-Mode sposta il centro di pressione in maniera più marcata del previsto, generando una perdita di stabilità sull’asse posteriore. Le simulazioni mostrano che una minima correzione al volante o una turbolenza laterale possono innescare sbandate e potenziali testacoda anche oltre i 300 km/h.

Per gli ingegneri si tratta di un comportamento atipico per una monoposto di Formula 1, che rischia di compromettere la sicurezza e la capacità di spingere in rettilineo.
La questione energetica e il fenomeno della “ghost car”
Oltre alla stabilità, alcuni team hanno evidenziato un secondo problema legato all’efficienza. Con il 50 per cento della potenza affidato alla parte elettrica, ogni aumento imprevisto del drag può causare un consumo eccessivo della batteria lungo i rettilinei più estesi. Alcune prove hanno mostrato scenari estremi, come vetture costrette a scalare marcia a Monza per preservare energia, con tempi sul giro superiori di oltre dieci secondi rispetto a quelli attuali.
Questa condizione, definita internamente “ghost car”, rappresenta un rallentamento incompatibile con gli standard prestazionali della categoria.

Che cosa significa per la Ferrari
Per la Ferrari, impegnata nello sviluppo del progetto 678 dedicato al 2026, la sfida si annuncia complessa. La SF-25 ha mostrato criticità nella generazione di carico anteriore, mentre il nuovo regolamento richiede una gestione opposta, con l’obiettivo di stabilizzare un retrotreno alleggerito dai flussi aerodinamici variabili.
Con la coppia Hamilton Leclerc, la Scuderia dispone di un pacchetto piloti di altissimo livello. Tuttavia, se il comportamento della vettura confermasse le instabilità osservate nei simulatori, il margine tecnico della guida rischierebbe di essere limitato. A Maranello l’attenzione si concentra sulla mappatura elettronica, una possibile area grigia del regolamento attraverso cui compensare gli squilibri aerodinamici sfruttando la gestione del motore.
Pressioni sulla FIA
Le preoccupazioni espresse da più squadre, tra cui Red Bull, hanno portato il tema direttamente sul tavolo della FIA. Un intervento regolamentare non è escluso, soprattutto in vista dei test preliminari del 2026. Modifiche mirate al passaggio tra le modalità aerodinamiche potrebbero evitare rischi di instabilità e garantire livelli prestazionali adeguati.
La fase decisiva è appena iniziata: la battaglia per rendere guidabili le nuove monoposto si svolgerà nei simulatori, molto prima che in pista.
Analisi finale
L’introduzione dell’Active Aero rappresenta un salto tecnologico ambizioso, ma la complessità dei suoi effetti dinamici sta emergendo con chiarezza. La differenza tra successo e fallimento del regolamento 2026 dipenderà dalla capacità dei team e della FIA di garantire una transizione aerodinamica prevedibile e stabile. Chi saprà gestire al meglio questo parametro entrerà con un vantaggio decisivo nella nuova era della Formula 1.
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