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Il GP di San Paolo si è trasformato in un incubo per Max Verstappen, apparso disorientato e frustrato dopo le qualifiche. Il campione olandese ha chiesto addirittura di rimuovere gli aggiornamenti introdotti sulla Red Bull, tra cui il nuovo fondo e la floor edge wing. Ma cosa sta succedendo realmente? Race Tech #5 spiega nel dettaglio come funziona il fondo di una monoposto di Formula 1 e perché, a volte, gli aggiornamenti possono creare più problemi che benefici.
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Verstappen deluso e in difficoltà dopo le qualifiche di San Paolo
Non è ancora chiaro cosa abbia causato la pessima prestazione di Max Verstappen nelle qualifiche del GP del Brasile. Dopo la sessione, il pilota Red Bull è apparso su Sky Sports Germania per cercare di spiegare la situazione:
“È andata proprio male. Non riuscivo a spingere, la macchina era completamente sbandata. Ho dovuto guidare ben al di sotto del limite per evitare momenti spiacevoli, ma così non funziona. Dobbiamo analizzare cosa sta succedendo, perché al momento non capisco come la situazione possa essere così grave.”
Poco dopo, visibilmente irritato, il campione olandese ha aggiunto:
“Mi posso scordare il Mondiale, non dobbiamo parlarne più. È finita.”
Parole pesanti che descrivono perfettamente il momento di crisi della Red Bull, improvvisamente in difficoltà dopo mesi di dominio tecnico.

Il nuovo fondo Red Bull nel mirino
Il nodo principale sembra essere legato agli aggiornamenti introdotti in Messico: la nuova floor edge wing e le modifiche al bordo del fondo. Secondo indiscrezioni interne, Verstappen avrebbe chiesto di rimuovere queste novità e tornare alla configurazione precedente.
Quando si modifica un componente aerodinamico così complesso, la monoposto diventa difficile da interpretare: cambia il flusso d’aria sotto il telaio, varia l’altezza da terra ottimale e la finestra di funzionamento dell’assetto si restringe notevolmente.
Questo porta spesso a un comportamento instabile, come quello visto a Interlagos, dove la RB21 (Red Bull 2025) sembrava imprevedibile nelle curve ad alta velocità. Non è la prima volta che accade: anche Ferrari, negli anni passati, ha dovuto affrontare lunghi periodi di adattamento dopo aver aggiornato il fondo, salvo poi trovare il giusto equilibrio con il tempo e i dati raccolti in pista.
Race Tech #5: come funziona davvero il fondo di una Formula 1
Nella puntata Race Tech #5, l’ing. Riccardo Romanelli (Wolf Racing Cars) ha spiegato in dettaglio il funzionamento del fondo e le sue criticità.
Il fondo genera gran parte del carico aerodinamico grazie all’effetto suolo, sfruttando la differenza di pressione tra la parte inferiore e quella esterna della monoposto. Tuttavia, basta una variazione minima di altezza da terra o un angolo d’assetto errato per alterare il bilanciamento complessivo e perdere efficienza.
L’obiettivo dei progettisti è trovare un compromesso tra massimo carico e stabilità del flusso, riducendo la sensibilità del fondo alle variazioni dinamiche. Red Bull, in passato, è riuscita a mantenere un equilibrio quasi perfetto, ma i nuovi aggiornamenti potrebbero aver alterato questa armonia.
La parte più delicata è quella laterale, detta marciapiede: se non sigilla bene il flusso, l’aria esterna può disturbare la zona di bassa pressione sotto la vettura, compromettendo l’effetto suolo e rendendo il posteriore instabile.
Analisi finale
La crisi di Verstappen in Brasile non sembra dovuta a un singolo errore di guida, ma a una difficoltà strutturale di messa a punto. Il nuovo fondo Red Bull potrebbe offrire più carico teorico, ma al prezzo di una finestra di utilizzo più stretta e complessa da gestire.
È probabile che il team decida di tornare alla specifica precedente per le prossime gare, cercando di recuperare il feeling perduto. Tuttavia, come insegnano i casi Ferrari e Mercedes, l’apprendimento di un nuovo concetto aerodinamico richiede tempo, dati e pazienza.
Il mondiale, almeno nelle parole di Verstappen, sembra ormai compromesso. Ma in Formula 1, come sappiamo, tutto può cambiare in poche settimane.
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