VETTEL PENALIZZATO DI 5 SECONDI IN CANADA, DECISIONE GIUSTA O ERRATA CHE SIA, E’ STATO SBAGLIATO IL TIMING DEI GIUDICI.

Dopo il pandemonio che si è scatenato a seguito della penalizzazione di Vettel ci sono alcune riflessioni da fare, la prima e la più importante riguarda la doppia tempistica dei giudici.
Innanzitutto visto che comunque non ci sono stati incidenti si poteva posticipare la decisione dopo la fine della gara, convocando i piloti ed esaminando la telemetria, non solo, si sarebbero potuti così esaminare casi precedenti e quindi avere un metro di giudizio più equo, questo è in fondo ciò che fa un vero Giudice.

La scusa della velocità nel decidere non regge affatto, non sarebbe cambiato nulla, ai fini della giustizia sportiva, decidere con calma dopo gara, ma perché si è optato per la soluzione meno sicura?

I motivi sono purtroppo sotto gli occhi di tutti, non c’è più nemmeno bisogno di elencarli; da quando Mercedes è rientrata in F1 ha accumulato una serie di di sospetti e fatti acclarati sulla sua difformità e su come gestisce il potere all’interno del circus da aversi cucito addosso una nomea non proprio trasparente. I test segreti con Pirelli del 2013; il regolamento costruito su misura e fatto accettare con la minaccia di uscire dalla F1, i sospetti sulle gomme, su deroghe, sospensioni fantasma, olio utilizzato come combustibile e poi vietato quando gli altri ne capiscono la tecnologia, controlli ai rivali, insomma tutta una serie di elementi che testimoniano quanto potere è in mano ai Tedeschi, ma non è tutto qui.

Alla guida della loro vettura hanno scelto un pilota di gran talento e che possiede anche altre qualità, essere impunito. Ora non si capisce bene come mai Hamilton sia l’unico pilota al mondo e nella storia ad aver commesso tutta una serie di ‘infrazioni’ senza mai essere giudicato colpevole. Detiene, tra l’altro, anche un record incredibile ed unico nella galassia o forse nell’universo, è riuscito a terminare una gara regolare dopo esser stato rimesso in pista da una gru; il Britannico può passare nel prato per rientrare al box sotto la pioggia, compiere manovre sleali che vengono scambiate per grandi ‘operazioni sportive’ e tutta una serie di comportamenti non sempre limpidi. Può farlo in quanto è consapevole di poterlo fare.

HAMILTON NON NE HA BISOGNO

Ma Hamilton non ha bisogno di essere così protetto; ha talento, è fortissimo, ha vinto 5 mondiali e lui stesso dovrebbe capire che non è così che si passa alla storia, un giorno non si ricorderanno solo i numeri e i record, ma verranno alla memoria questi episodi lasciando l’albo lì dove è, in qualche bacheca ad ammuffire. In Canada ha avuto l’occasione di riscattarsi per sempre da questa nomina che su malgrado si è procurato, donare il trofeo del 1° a Vettel in mondovisione, sarebbe stata l’apoteosi per tutti, anche per i tifosi Ferrari che avrebbero ammirato un Uomo tale.
Purtroppo essere campioni non necessariamente significa essere Uomini, solo le piccole persone non sanno rinunciare ad un premio per avidità interiore, i grandi personaggi invece capiscono quando cedere, anche temporaneamente, le armi al proprio rivale perché possiedono qualcosa che pochi hanno, l’onore.

Ricorso Ferrari F1 GP Canada

Ricorso Ferrari F1 GP Canada

SUDDITANZA PSICOLOGICA

Tornando ai commissari e dal quadro che emerge dalle righe sopra scritte, risulta inevitabile che questi si debbano sentire in dovere di fare qualsiasi cosa quando Hamilton si lamenta alla radio (praticamente sempre) e quando Wolff alza il telefono, questa è l’unica spiegazione plausibile di una decisione presa sul momento e che comunque si è trascinata per circa 10 giri, un tempo enorme in una gara di F1. L’ipotesi è che se si fosse andati al giudizio dopo la gara, Ferrari avrebbe potuto dimostrare la propria innocenza e la Mercedes e lo stesso Hamilton sarebbero rimasti senza record; inammissibile nell’epoca radical-chic e elite-dominante della nostra era…

Marco Asfalto

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