Tanto s’è parlato, nelle scorse settimane, delle nuove direttive FIA sugli sviluppi dei sistemi sospensivi delle monoposto, ma presumibilmente anche nel 2018 assisteremo ad una “formula motori”.
E Ferrari prepara la sua “campagna 2018” alla ricerca di quella potenza (ed affidabilità) necessarie alla sua Power Unit per primeggiare, anche in qualifica.
Il tema caldo di questi giorni a cavallo delle festività per la F.1 è stato indubbiamente quello riguardante le nuove direttive della Federazione sui sistemi sospensivi delle monoposto 2018, e in particolare sul controllo dell’altezza da terra (per mezzo del terzo elemento della sospensione e dei bracket d’attacco sui porta mozzi delle ruote) al variare dell’angolo di sterzata.
Sicuramente tutto ciò potrà (o meglio, potrebbe) avere una grossa influenza sulle dinamiche delle vetture nelle varie fasi di frenata/inserimento/percorrenza/uscita curva, soprattutto in chiave migliore sfruttamento dei nuovi pneumatici Pirelli 2018 (con mescole, lo ricordiamo, più “tenere” d’una gradazione rispetto alle analoghe controparti 2017).
Ma siamo sicuri che, come avvenuto dal 2014 fino ad oggi, non sarà sempre il “peso” prestazionale delle Power Unit (che ha permesso finora a Mercedes di dominare la “Formula Hybrid) a farla da padrone?
In Gestione Sportiva Ferrari sono ben consci di ciò, e anche alla luce delle modifiche regolamentari riguardanti affidabilità (3 propulsori max per pilota a stagione) e prestazioni (limitazione del consumo olio a 0.6 litri/100Km, e abolizione dei sistemi valvole a controllo attivo per il suo recupero/gestione), stanno lavorando alacremente (come riferisce il noto giornalista, vero “nume” sui fatti Ferrari, Leo Turrini) sulla nuova Power Unit del Cavallino, sotto la direzione del nuovo Responsabile Sviluppo Motore Endotermico Power Unit Corrado Iotti (proveniente dalla produzione ed artefice, tra l’altro, dei motori pluripremiati come Engine of the Year per svariati anni, anche di fila, come quelli, per citarne due, di 458 Italia e 488 GTB).
L’obiettivo è quello di raggiungere un incremento di cavalli consistente durante la stagione (partendo quantomeno dalla stessa base di potenza di fine 2017) nonostante l’incrementata durata imposta dal regolamento, che porterà le Power Unit 2018 a dover disputare, prima d’incorrere in penalità, almeno 7 Gran Premi per unità (al netto delle ovvie rotazioni durante il weekend di gara).
Il tutto per poter rivaleggiare al meglio con Mercedes in qualifica (dove, nonostante i progressi della Scuderia, le Frecce d’Argento hanno comunque conquistato 15 pole contro le 5 delle “rosse”) e in quelle fasi di gara dove viene richiesta la massima espressione di potenza (tramite la fantomatica “mappatura boost”).
Il 2018 è appena iniziato, e la lotta “senza quartiere” per la supremazia in Formula 1 tra Ferrari e Mercedes già è nel vivo.
Auguriamoci, perciò, un bel Mondiale 2018 combattuto fino alla fine.
di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)