C’è qualcosa di molto importante da dire quando parliamo dei Giovani, essi dovrebbero essere uno dei fulcri portanti della nostra società; certo gli Anziani hanno esperienza e meritano tutto il rispetto possibile; sono i detentori della saggezza ed ascoltarli è sempre fonte di insegnamento; ma il mondo cambia molto velocemente ad un ritmo cento volte superiore che negli anni ’50, ed adeguarsi non è facile; poi in Italia, paese molto più tradizionalista di quel che si pensi, i Giovani hanno ancora più difficoltà ad affermarsi che all’estero, è per quella assurda mentalità per cui si dice che un giovane deve crescere altrimenti si ‘brucia’, quante volte avete sentito questa frase soprattutto nello sport? Io tantissime e voglio raccontarvi un piccolo aneddoto; molti anni addietro ebbi la fortuna di incontrare Nick Bollettieri il grande allenatore di Tennis Statunitense, eravamo sui gradoni del Foro Italico ed in campo si stava allenando Jimmy Arias, era il 1983 se non sbaglio; iniziammo a parlare del giovane Jimmy che aveva debuttato nel circuito maggiore a soli 16 anni; alla mia domanda sul perché in Italia non si riusciva a tirar fuori un Campione, fu molto esplicito nella risposta, disse che il tennis stava cambiando rapidamente e il nostro errore era quello di far giocare ai 18enni ancora i tornei Juniores mentre tutti gli altri erano già nei senior; le sue parole furono profetiche e confermate nel 1985 quando il nostro tennista Claudio Pistolesi (classe 1967) diventò Campione del Mondo Juniores; ma lo stesso anno Boris Becker (classe 1967) vinse il Torneo di Wimbledon, quello dei grandi per intenderci.
E’ da una vita che ci portiamo addosso certi retaggi del passato; e la Ferrari ne è l’esempio più lampante; da quanto tempo non si vede al volante della Rossa un giovane? Una promessa, qualcuno dotato di grande talento da far crescere in squadra, guardate la McLaren, si è ‘coltivata’ con calma Lewis Hamilton ed ha prodotto un 3 volte Campione del Mondo; la Toro Rosso ha fatto lo stesso con Vettel e poi sappiamo come è andata in Red Bull; adesso sempre la Red Bull ha il coraggio di mettere al volante della ‘prima squadra’ Max Verstappen affiancato a Daniel Ricciardo, Pilota che a mio parere è veramente forte; insomma gli altri ci provano a lanciare i giovani e non se ne pentono perché loro hanno una furia agonistica che un trentenne se la può scordare, è la natura non c’è niente di scandaloso, volete paragonare la ‘fame’, i riflessi, l’aggressività che ha un ventenne rispetto a chi ha 7-8-9 o più anni alle spalle? Non c’è paragone assoluto; l’esperienza poi verrà da sola, ma bisogna avere il coraggio di scoprire e dare un sedile ad un giovanissimo se questo ha tutte le carte in regola per essere un fuoriclasse. La McLaren ha messo al volante Stoffel Vandoorne e questo ha portato i primi punti iridati a casa; cos’altro dire?
Purtroppo sento da molte parti che la Ferrari potrebbe riconfermare Kimi Raikkonen, un grandissimo per carità, ma possiamo dircelo, ha fatto il suo tempo, oppure puntare su Carlos Sainz o Sergio Pèrez, ottimi Piloti, ma non mi sembra siano dei veri fuoriclasse; ma come al solito la Rossa ‘deve’ puntare su Piloti esperti, mi domando, ma perché? C’è in ballo un Mondiale? Perché devono prevalere da molti anni certe logiche, secondo le quali c’è una prima guida che non tollera un giovane rampante che ne punzecchi le prestazioni; non è forse ciò di cui ha invece bisogno adesso la Ferrari? Un giovane forte, aria nuova, idee nuove, poi forse potrà sbagliare ovviamente, ma sarà anche di stimolo all’altro Pilota più esperto, e sappiamo che quando si accende una rivalità in Squadra le prestazioni di entrambi aumentano, è normale, è nell’ordine delle cose. Poi si potrebbe far fare un test cercando un giovane in casa, ce ne sono molti di talentuosi in cerca di una chance, ma poi se questo test, questa prova, va a buon fine, come quando Mirko Bortolotti a soli 18 anni fece il record a Fiorano, non bisogna girarsi dall’altra parte e far finta di non aver visto il cronometro, perché i numeri non mentono mai. Ora credo che tra i tanti che potrebbero partecipare ad un test ci sia anche Antonio Giovinazzi che di anni ne ha 22, ma ha dimostrato una lucidità incredibile a Baku in GP2, sempre fuori dai guai nonostante le tante safety-car e i crash avvenuti e soprattutto molto veloce; astuto e con un controllo della macchina invidiabile. Insomma c’è il ‘serbatoio’ dove pescare sia in Italia che all’estero, ma ci vuole il coraggio di fare delle scelte nuove e guardare al futuro invece di mettere sotto contratto Piloti a cifre da capogiro o perché servono come testimonial per vendere determinati prodotti in alcune aree del Mondo; i Piloti devono correre e lo devono fare nel miglior modo possibile per portare punti e lustro alla propria Squadra…
Marco Asfalto