Dopo non aver potuto praticamente provare le monoposto nelle condizioni ideali in nessuna delle tre sessioni di prove libere (con la terza interrotta a causa del violento incidente, per fortuna incruento, occorso al pilota della Toro Rosso Carlos Sainz Jr.), si è arrivati alle qualifiche di questo Gran Premio russo sul circuito di Sochi senza i soliti parametri di confronto, richiedendo così ai team di far fruttare al massimo le proprie capacità di simulazione ed i “garage virtuali remoti”.
Anche sotto questo aspetto la Mercedes conserva ancora un importante vantaggio rispetto agli altri competitors: e lo ha chiaramente mostrato conquistando tutta la prima fila, con un Rosberg redivivo davanti al capoclassifica mondiale Hamilton, rifilando agli avversari distacchi che, dopo l’avvicinamento prestazionale degli scorsi appuntamenti, sono ritornati ad essere più ampi.
A dare un vantaggio ulteriore agli uomini delle Frecce d’Argento vi è anche la natura particolare dell’asfalto di questa pista, il meno abrasivo di tutto il Mondiale, che anche con l’utilizzo delle mescole più tenere del lotto (le PZero SuperSoft Red) richiede due giri lanciati per massimizzare la resa del compound ed ottenere il miglior tempo possibile.
Elemento quest’ultimo che, insieme all’ancora minore efficienza del metodo simulativo virtuale utilizzato a Maranello rispetto a quello di Brixworth-Stoccarda, ha “tarpato le ali” alla Ferrari, che si è vista sopravanzare in seconda fila (anche se per pochissimo, 43 millesimi) dall’unica Williams presente in Q3 (l’altra, quella di Felipe Massa, è soltanto quindicesima), guidata da un Bottas che a Sochi riesce a trovarsi particolarmente a suo agio.
Nella top-ten troviamo anche altri tre motorizzati Mercedes, le due Force-India (con Hulkenberg davanti al compagno Perez) e la Lotus del neo-pilota Haas Grosjean, insieme a Verstappen (ottimo 9° tempo, che allo stesso tempo scaccia le paure per il crash del compagno di squadra e mette “a curriculum” un’altra ottima prestazione) e Ricciardo, 10° con la Red Bull che, svanita anche l’opzione Power-Unit Ferrari per il 2016, probabilmente dovrà tornare sui suoi passi accettando di correre la prossima stagione nuovamente coi propulsori Renault (sempre se i transalpini, oltre al loro team ufficiale, decideranno di fornire un’altro team che, tra l’altro, non si è dimostrato particolarmente “riconoscente” negli ultimi tempi).
La McLaren-Honda ha visto Fernando Alonso (alla presenza 250 in F1) uscire già in Q1, e Jenson Button riuscire a far meglio dello spagnolo solo di poco (13° e fuori in Q2), ma le buone impressioni date dalla nuova evoluzione della Power-Unit nipponica provata al venerdì, seppur ancora carente in affidabilità, lascia intravedere quello spiraglio di luce che il team di Woking cercava fin da inizio anno.
La gara di domani sarà quindi affrontata con le stesse condizioni d’incertezza di queste qualifiche, e senza tanti riscontri utili, potrebbe rivelarci qualche sorpresa, almeno per quanto riguarda le posizioni successive alle prime due.


Di Giuseppe Saba

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