E’ finalmente tra noi la “nuova nata” di casa Alfa Romeo, seconda declinazione della piattaforma Giorgio, che ha dato i natali anche alla Giulia, seconda tappa del “nuovo corso” del Biscione di Arese. Alla vista già conquista, con le sue forme muscolose e forti ma dalle proporzioni aggraziate e fortemente dinamiche, sovrastate dall’imponente scudetto Alfa sul frontale, racchiuso dai taglienti fari LED. Ma è al volante che ci s’innamora di lei. L’handling è di livello assoluto, analogo a quello d’una vettura granturismo piuttosto che di una Suv, e molto prossimo per feeling a quello della “sorella” Giulia. Comportamento che pone la Stelvio ai vertici della sua categoria, e che restituisce quel “sapore della guida” nemmeno immaginabile al volante delle pur blasonate “concorrenti”. La comunicatività dello sterzo è immediata, telepatica, e il telaio lo asseconda appieno, con movimenti della cassa-veicolo limitati al giusto grado di rollìo, utile a dare confidenza al guidatore sul limite raggiunto in curva, e con beccheggio praticamente nullo. E’ il sistema sospensivo (unito alla leggerezza dell’autotelaio, che impiega anche il carbonio per alcune componenti, ad esempio l’albero di trasmissione) a rendere possibile la “magia”, con l’avantreno a quadrilateri sovrapposti con bracci inferiori a “centri virtuali” e il retrotreno a geometria brevettata Alfalink (quattro leve e mezzo) ad “accordarsi al meglio”, per regalare equilibrio e dinamicità allo stesso tempo di stabilità e sicurezza di comportamento. Il tutto “sorvegliato” dall’elettronica dello Chassis Domain Control e configurabile attraverso il “manettino” del DNA, vero e proprio “trademark” Alfa, che adegua la dinamica del veicolo alle richieste del guidatore, secondo i conosciuti schemi d’intervento Dynamic, Normal, Advanced Efficiency. L’impianto frenante presenta il sistema “brake by wire” frutto della collaborazione con Continental Automotive (montato per la prima volta di serie sulla Giulia), ed assicura un feeling al pedale potente ma al contempo ben gestibile

oltreché sicuro (presenti Forward Collision Warning e Autonomus Emergency Brake). Anche gli interni (che riprendono il layout Giulia) e la qualità percepita hanno fatto un sostanzioso upgrade, tenendo anche conto dei feedback pervenuti nei primi mesi di commercializzazione della Giulia: anzi, va messa in risalto la nuova politica del “miglioramento costante” illustrata dal Chief Technical Officier (con brillantissimi trascorsi in Ferrari) Roberto Fedeli, che ci dice che “ogni miglioramento apportato su Stelvio, grazie alle esperienze accumulate, anche attraverso i riscontri dei clienti, ricadrà in tempo reale anche sulla Giulia, sfruttando le sinergie delle comuni piattaforme, e saranno costanti nel tempo per tutto il ciclo produttivo dei vari modelli, anche futuri, concepiti sul pianale Giorgio”. Capitolo motorizzazioni: in attesa della prossima Quadrifoglio, sono presenti (declinati negli allestimenti Bussiness, Super ed Executive, oltre alla First Edition che celebra il lancio del modello) i propulsori 2.0 Turbobenzina da 280 CV e 2.2 Turbodiesel (con turbina a geometria variabile) Multijet II da 210 CV (con una coppia di ben 470 Nm a 1750 giri/min),

abbinati al cambio automatico a 8 rapporti (con possibilità di richiamare le marce con i bei paddle al volante) e alla trazione integrale Alfa Q4 (con la motricità, in condizioni normali, al 100% sul posteriore, trasferibile “on demand”, secondo il “giudizio” dell’elettronica, fino al 50% all’avantreno. Per quanto riguarda abitabilità e bagagliaio, capitoli comunque importanti per un Suv, capiamo ora perché in Alfa hanno deciso di non dare seguito all’idea di Giulia Sportwagon: lo spazio a bordo è generoso, e perfino il vano di carico è da vertici della categoria, ampio e “servito” da confort quali il portellone ad apertura e chiusura automatizzata, all’insegna di praticità e sfruttabilità. Tutti noi che amiamo la guida “dinamica e appagante” dobbiamo dire grazie ad Alfa Romeo che, in un momento storico per l’auto dove (purtroppo) tanta gente la percepisce come un “semplice elettrodomestico” atto a trasportarti dal punto A al punto B, continua a “sfornare” vetture che alimentano la passione degli “innamorati dell’auto” e delle sue emozioni, comunicate attraverso la meccanica, che il Marchio del Biscione riassume fantasticamente col suo claim istituzionale “La Meccanica delle Emozioni”.

Un gentile e sentito ringraziamento alla Concessionaria Alfa Romeo SCOTTI Auto di Livorno, nella persona del Resp. Commerciale Luca Vanni, per la disponibilità e la cortesia dimostrataci.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

6 Risposte

  1. Giovanni Andre Buono

    dopo averla provata in versione 280 cv first edition posso dire nonostante sia stato sempre esterofilo avendo avuto bmw x 5 full e porsche cayenne gts che sia un suv premium senza se e senza ma promossa apieni voti 10 e lode allo stelvio

    • Bebbons

      E ciò che conforta ulteriormente è che Alfa Romeo ha pianificato una gamma ben articolata e “di vertice” (grazie alla piattaforma Giorgio). Concetto ribadito anche stamani da Marchionne a Ginevra.
      E presto, si sussurra, una Giulia Coupè conquisterà i nostri “cuori sportivi”!

  2. Alessio De Marco

    Posso fare il Bastian contrario su un aspetto?
    Non credete che l’Alfa pecchi un po’ (come altri marchi recentemente) di fantasia nel design?
    Voglio dire: Concept 8C, scalato sul pianale della Punto, diventa la MiTo, su quello della Barchetta diventa la 4C (con le dovute proporzioni)
    Ora, dalla bellissima Giulia, deriva la Stelvio, con diverse e piu generose proporzioni…
    Capisco il caratterizzare la gamma, sfruttare l’investimento sullo studio, ma alla lunga sembrano tutte uguali…
    (traslate il discorso su Renault, Ford, Audi, VW.. è lo stesso)

    • Bebbons

      Eh qui interviene la ricerca del “family feeling”, che per un marchio che cerca di “risalire nell’Olimpo” come quello Alfa è, per ragioni di marketing “necessaria”.
      Poi sono il primo a dire che, raggiunto lo “status quo”, sia auspicabile tornare ad “azzardare in originalità”, per “diversificare”. Altrimenti v’immaginate che piattume? 😉
      Ma su questo punto di vista confido molto negli uomini Alfa e nel loro “gusto”: dopotutto “italians do it better”!

      • Alessio De Marco

        Ok, ci sto.
        Pensa ora al nuovo SUV Toyota.. taglio col passato, design coraggioso e grande impatto!

      • Bebbons

        Però Toyota, da un certo punto di vista, è più libero da quel “lignaggio” storico a cui Alfa cerca di riallacciarsi per dare autorevolezza al suo futuro.
        Fatto questo primo step, penso che ad Arese saranno felicissimi d’innovare stupendoci ?

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