Ci siamo, arriva la gara che darà un senso ad un progetto, ad una macchina e a tutti gli Uomini che ci hanno lavorato sopra, si va a Barcellona, una pista tecnica, asfalto abrasivo ed in genere temperature abbastanza alte, nonostante una primavera molto pigra, non ci sono più scuse, non ci sono più i ‘se’ o i ‘ma’, se una vettura di F1 va bene sul circuito di Montmelò si dice che poi va bene ovunque, questa è la ‘Bibbia’ della F1 a cui tutti si attengono e che tutti continuano a leggere; ma non è sempre così, nella vita ci sono le così dette eccezioni, e benché la pista sia selettiva e rappresenti un vero test soprattutto per una monoposto che probabilmente non ha avuto ancora una vera occasione di esprimere il suo potenziale, ci potrebbero essere delle sorprese non necessariamente positive, e non parlo della gara di Domenica, ma di quanto possa poi accadere in stagione.

Oh certo la Ferrari potrebbe fare il ‘colpaccio’ sostenuta dalla furia (e foga) verbale di Marchionne; utilizzare mappature estreme, andare oltre i parametri stabiliti e magari cogliere un risultato inaspettato; sarebbe il rilancio della Rossa, ma sarebbe soprattutto il rilancio dell’audience della F1, tutti hanno bisogno di questo e ne hanno bisogno adesso; necessita di un rilancio il Campionato che sta diventando noioso, le TV sperano non si assista alla 5° vittoria in scioltezza di Rosberg, i giornalisti, la carta stampata, tutti assetati dell’acqua che possa placare il loro bisogno di attenzione, e magari, tanta preghiera potrebbe essere ascoltata, noi stessi abbiamo la sensazione che in Spagna qualcosa accadrà, chiamatelo istinto o 6° senso, è come un puzzle, un insieme di figure che prendono pian piano forma nella mente, proiettando infine l’immagine definitiva. Ma quello di cui stiamo parlando è il dopo, perché gli aggiornamenti in tabella previsti dalla Rossa non sono più sufficienti a lottare per il titolo, e come negli anni passati ci si concentra troppo in un’area e si lasciano indietro le altre; va bene migliorare, evolvere la Power Unit, il cuore della macchina, ma tutto il resto? Non erano questi i parametri che ci si aspettava dopo i primi test pre-campionato, a livello aerodinamico non abbiamo visto poi tante novità; miglioramenti sì, ma nessun componente che potesse ‘rivoluzionare’ la macchina; certo si credeva di essere più avanti in classifica e si è stilato un cronoprogramma in tal senso, ma oramai non c’è più tempo, potrebbe risultare inutile raccogliere dati su dei componenti che il prossimo anno saranno completamente rivoluzionati, la PU sarà la stessa e il lavoro su di essa è tempo e risorse ben investite, ma ora è il momento di osare, e bisogna farlo adesso, ma non solamente con i software, c’è bisogno di uno step a più ampio raggio, alzare l’asticella dello sviluppo, costruire componenti e provarli in pista, farli arrivare con un aereo se necessario, insomma spingere sull’acceleratore come non si è mai fatto negli ultimi anni; altri Team provano e costruiscono tantissimi componenti, come mai la Ferrari non adotta lo stesso comportamento? Le risposte sono solo due, o si è sicuri di quanto fatto e si aspetta solo che la ruota della fortuna giri (la Dea è stata citata dal solito Marchionne…), oppure ci si porta dietro una scomoda eredità del passato, l’incapacità di essere reattivi, ma è possibile questo dopo aver sostituito moltissimi Uomini del Team? Se è così allora c’è un problema strutturale che non riguarda più le risorse, ma il modo in cui queste lavorano, il metodo insomma, e questo nonostante i rulli della AVL, i nuovi reparti costruiti a Maranello e l’aver ingaggiato un Pilota 4 volte Campione del Mondo nonché Ferrarista nell’anima…

La sensazione è che la Ferrari sia una ‘vecchia Signora’ costretta a dover competere in una gara di ballo con fanciulle giovani e prestanti, incapace di fare un ‘cambio di passo’ rapido e soddisfacente; gli altri Team mettono in squadra Piloti giovani, la Rossa da anni si affida solo a Driver affermati; ricordate il Test del giovane Mirko Bortolotti nel 2008? Dopo aver provato la macchina al simulatore, il 18enne si mette al volante e stabilisce il record a Fiorano, ovviamente il sedile non gli è stato dato, si è preferito tenere Massa, uno degli errori più grandi dell’epoca, e il fine probabilmente era quello di vendere auto (FIAT) in sud America; immaginate la Red Bull cosa avrebbe fatto invece… E’ possibile essere ancora legati a certi meccanismi, in un mondo che viaggia velocissimo, con informazioni disponibili on line, con la reattività dei mercati, e con avversari che han ben capito cosa devono fare per essere competitivi? Se la Ferrari deve essere il veicolo pubblicitario (ed economico…) per altre produzioni che lo si dica chiaramente, eppure sembra che si desideri solo la ‘botte piena e la moglie ubriaca’… Non ci si può limitare a costruire una buona monoposto, bisogna sbattere i pugni sul tavolo per scrivere le regole, bisogna mettere al volante Piloti che hanno FAME, quella vera, e che abbiano del TALENTO, non è poi questo il vero spirito dell’idea FERRARI? Spingere e lottare fino alla fine; con un giovane forse non si fanno gli stessi punti che raccoglie Raikkonen (forse…), però si potrebbe vedere dello spettacolo in pista; e SE NON SI VINCE, almeno si crea un trend spettacolare, oltre che FAR CRESCERE IN CASA un Driver… Pensate ai talenti di oggi, non sono nati tutti così? Vettel, Hamilton, Ricciardo tanto per citarne alcuni. Bisogna essere lungimiranti e non vivere di rendita sul nome che si porta cucito sul petto, ecco questo è il punto cruciale, una Squadra moderna, con metodi moderni, ma che applichi qualche sano principio ‘antico’ in nome della propria storia, e poi quando si è indietro, osare, osare sempre e chi osa…

Marco Asfalto

 

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