Finalmente ci siamo, ovvero ci siamo stati, perché venerdì 30 Gennaio tutto il mondo ha potuto ammirare la nuova Ferrari che solcherà le piste nel 2015 e ogni volta che assistiamo a questo evento lo viviamo come una grande emozione la descrizione di un attimo complesso perché sempre ricco di sentimenti di ammirazione e speranza, negli occhi già le immagini di sorpassi ed Imprese che poi non sempre arrivano, ma l’emozione rimane sospesa nello spazio e nel tempo almeno per qualche infinita frazione di secondo…

Per gli aspetti e gli approfondimenti tecnici vi rinvio ai nostri articoli in merito, oggi invece parliamo delle aspirazioni di questa nuova vettura e di alcune curiosità che la riguardano da vicino. C’è subito da dire che probabilmente questa monoposto è stata rimaneggiata da Allison con la collaborazione e supervisione di Rory Byrne perché il progetto-pilota rimane quello del duo Fry-Tombazis, quindi nessun vero stravolgimento ma delle evoluzioni che in qualche modo ‘rompono’ col recente passato a partire dalla PULL-ROD anteriore che io ed altri in passato abbiamo colpevolizzato fin troppo rendendola artefice del comportamento poco bilanciato in curva, ebbene si è scelto di tenere la sospensione a tirante anteriore ma con delle modifiche di non poco conto, quota più bassa di tutti i componenti e pinze dei freni coricate, mi viene da pensare che dovrebbe essere più precisa in entrata di curva e dovrebbe consumare meno le gomme, inoltre la linea aerodinamica è più pulita e le masse sono poste ancora più in basso, rimane il dubbio della regolazione che, se interpreto bene la meccanica che abbiamo visto, probabilmente è più complessa di prima. Abbandonato il muso ad ‘aspirapolvere’ si è scelto qualcosa di più semplice e forse più conservativo, lungo, arrotondato e una sorta di goccia come punta, una specie di ‘becco a papera’ (ricorda la 641/2 del ’90) in linea (approssimativamente) però anche con le scelte di altre Scuderie, complice il nuovo regolamento e, appunto, una scelta meno istrionica ma più affidabile. La sospensione posteriore dovrebbe essere più efficace visto il problema individuato lo scorso anno, per ora non ci sono reali parametri per capirne l’efficienza, si spera siano finalmente stati risolti i gravi problemi di trazione che sempre gli ultimi anni hanno contraddistinto le monoposto del Cavallino Rampante. Quello che spicca soprattutto paragonando le diverse vetture sono le pance, molto voluminose al centro ma meglio scavate nella parte inferiore per convogliare l’aria attraverso le sospensioni che diventano, grazie alle carenature delle ali a tutti gli effetti, il tutto per aumentare il carico aerodinamico e meglio raffreddare la power unit, il motivo è dover ospitare radiatori più grandi (causa incremento potenza) e che offrono un maggior passaggio d’aria allo scopo di canalizzarla meglio al posteriore che infatti ha gli sfoghi maggiorati che è comunque interessante per come è stato concepito, molto più accentuato l’angolo verso il basso; considerando il fatto che il serbatoio dell’olio è stato spostato davanti tra motore e telaio (non più nella scatola del cambio) e i radiatori sono di maggiori dimensioni sembra si sia fatto un buon lavoro per contenere gli ingombri posteriori che risultano leggermente inferiori a quelli della F14T. Per quanto riguarda quello che c’è sotto alla carrozzeria possiamo supporre si sia incrementata la potenza del motore termico (e questo giustifica i radiatori maggiorati) di circa 70 cv quindi partendo dai 600 ipotizzati nel 2014 abbiamo una potenza di oltre il 10% in più risultato dovuto anche a delle migliorie che riguardano la combustione a partire dalla geometria della camera di scoppio fino alla riprogettazione dei condotti di aspirazione e poi l’adozione di turbina e compressore di maggiori dimensioni, modificati anche gli scarichi più corti per mantenere il calore, insomma un gran lavoro sotto la scocca ma che potrà ancora essere migliorato perché non sono stati spesi tutti e 32 i gettoni disponibili; Mattia Binotto su questo aspetto è stato molto categorico, si punta a raggiungere la Power Unit Mercedes entro la fine dell’anno e questo, devo dire, è un importante obiettivo che, da come parlano i tecnici, sembra alla portata vista la possibilità di aggiornare ed evolvere che la FIA ha concesso dopo le insistenti richieste di Ferrari e Renault; ma noi sappiamo che una vettura vincente non deve avere solo un motore potente sono anche altre le caratteristiche che contraddistinguono una vettura competitiva ai massimi livelli, la Red Bull ha vinto 4 Campionati perché era spinta forse da un motore che aveva 100cv in più degli avversari? Non credo proprio, il tutto è una somma di elementi ed attitudini, si possono anche pagare agli avversari 50cv ma si può vincere lo stesso, serve una monoposto che abbia una buona aerodinamica, una meccanica eccellente, un ottimo software capace di gestire la coppia (grande difetto della F14T), organizzazione, capacità di sviluppo, Piloti che sappiano essere anche dei buoni collaudatori e capiscano al ‘volo’ quale dovrà essere la direzione dello sviluppo e dare le giuste indicazioni ai tecnici, perché in fondo, sono i Piloti a correre e dare performance in pista, a questo scopo si è ingaggiato Vettel (il Dio Marte) ritenuto più uomo-squadra di Alonso e più collaudatore dello Spagnolo che è probabilmente quello dal piede più pesante ma forse è carente proprio in quell’area di cui necessita la Ferrari; e poi c’è sempre il lato umano, la motivazione di chi va in pista e la motivazione di tutti gli altri, lavorare insieme e dedicarsi anima e corpo a cercare un’unica grande Impresa, a tale proposito Maurizio Arrivabene non solo sembra motivato ma anche molto deciso a far rispettare il nome Ferrari tra le alte sfere di chi dirige questo sport (FIA n.d.r.) affermando “La Ferrari è un’azienda che ha fatto ed è la storia della F1. Credo che la nostra voce sia Importante, non l’unica ma non accettiamo diktat”(fonte: Gazzetta dello Sport), e qui si giocheranno le partite future, sui regolamenti, sulle aperture del ‘mercato’ F1 che deve diventare e/o ritornare più affascinante e spettacolare; Arrivabene è sulla strada giusta e poi, se il nome è un presagio… 

La nuova SF15-T è stata giudicata bella e sexy, che dire, più bella della F14T lo è, ma l’importante è che sia vincente, probabilmente non potrà esserlo soprattutto per metà Campionato, però ricordiamo che questa vettura è molto importante perché è la base di quella che dovrà essere la monoposto della riscossa quella del 2016 o più realisticamente quella del 2017, quindi è necessario gettare subito delle buone basi, avere una struttura che sia gestibile e con buone potenzialità e riteniamo si sia fatto il passo giusto considerando che la vettura è stata rimaneggiata e non è il frutto di un foglio bianco e comunque dare fiducia ai nuovi promossi è una grande scommessa che già in passato ha pagato bene, forse non tutti ricordano che l’Ing. Forghieri ha avuto un percorso simile in Ferrari fino a diventare uno dei più grandi tecnici della storia. Che dire è iniziato il nuovo corso e tutti i tifosi sono in fibrillazione, aspettiamo i test e questi lunghi giorni che ci separano dalla prima gara, sono convinto che qualche soddisfazione ce la potremo togliere, bisognerà aspettare, ma è meno doloroso farlo vedendo che finalmente qualcosa di nuovo si muove in quel di Maranello.

Spiccano alcune curiosità e qualche dato della nuova SF15-T, innanzitutto è presente sulla carrozzeria il logo Alfa Romeo e questo tocca il cuore a noi vecchi amanti dei motori e della F1, per la nostalgia di un Grande Marchio e perché proprio la Casa del Biscione è stata l’alba motoristica di Enzo Ferrari, due leggende che si intrecciano ancora oggi in una sorta di parentela che è insita nel DNA delle due Gloriose Case automobilistiche, diverse, e anche molto oggi, ma sempre legate dalla storia.

Vi diamo qualche numero di questa monoposto che forse potrà far capire quanto lavoro c’è dietro una vettura di F1; circa 700 persone dedicate al progetto, circa 1500 ore in galleria del vento, oltre 300 fornitori in 15 paesi diversi, oltre 20.000 componenti per tutta la vettura e 100 tipi di leghe metalliche; immaginate cosa significa organizzare un Team di lavoro del genere, ecco perché per fare questo lavoro che poi diventa una missione, ci vuole quella dote in più, quella qualità che solo alcuni dirigenti posseggono, far coesistere tutto e farlo in modo che produca un beneficio in termini di prestazioni, può sembrare semplice ma non lo è affatto e chi ci riesce è paragonato ad un genio benché il suo ruolo non sia precisamente tecnico.

Insomma il dado è tratto, non resta che scendere in pista, aspettando il vero esame, la prima gara…

Marco Asfalto   

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