F1 2026 – In questi giorni il mondo della Formula 1 non fa altro che discutere di una presunta “zona grigia” legata ai motori di Mercedes e Red Bull. Le indiscrezioni parlano di una soluzione tecnica geniale quanto complessa: sfruttare la dilatazione termica per aumentare il rapporto di compressione durante il funzionamento del motore.
Noi di NewsF1 abbiamo analizzato i regolamenti e la fisica dietro questa teoria per spiegarvi cosa sta succedendo e perché i numeri che circolano sul web vanno presi con molta cautela.

Il concetto di “Temperatura Ambiente”: Facciamo chiarezza
Molte critiche sono state mosse alla dicitura del regolamento FIA che impone la misurazione del rapporto di compressione a temperatura ambiente. C’è chi sostiene che il termine sia vago, ma noi tecnici sappiamo che non è così.
In Formula 1, la temperatura ambiente è quella presente nei box al momento delle verifiche. Poiché i test vengono effettuati per tutti i team nello stesso momento e nello stesso luogo, la temperatura è un parametro equo. Che siano 15°C o 30°C, l’escursione termica nei box non è mai tale da giustificare distorsioni nei dati. Il punto è un altro: Mercedes avrebbe trovato il modo di far sì che il motore, una volta raggiunte le temperature d’esercizio, cambi la propria geometria interna.
Cos’è il Rapporto di Compressione e perché fa gola ai team
Per capire la portata di questa innovazione, dobbiamo ricordare cos’è il rapporto di compressione. Si tratta del rapporto tra il volume massimo della camera di combustione (pistone al punto morto inferiore) e il volume minimo (pistone al punto morto superiore).
Aumentare questo valore porta a un incremento dell’efficienza termica del motore. Tuttavia, un rapporto troppo alto può causare il “battito in testa” (autoaccensione della benzina), un fenomeno che può distruggere il pistone. I tecnici di F1, forti di un’esperienza che in passato ha toccato rapporti di compressione altissimi (fino a 18), sanno come spingersi al limite, ma la sfida del 2026 è farlo “legalmente” sotto carico termico.

L’analisi tecnica: Come si deforma un motore?
Abbiamo valutato diverse ipotesi su come ottenere questa variazione di volume:
- I Pistoni: Utilizzare materiali ad alta dilatazione per allungare il pistone a caldo. Tuttavia, le leghe metalliche utilizzabili (come il cromo-molibdeno o il titanio) sono strettamente regolamentate e offrono pochissima libertà di manovra.
- La Testata (La nostra ipotesi principale): Non si tratta di una semplice dilatazione, ma di una deformazione strutturale controllata. Grazie all’analisi agli elementi finiti (FEA), è possibile progettare una testata con spessori differenziati.
Invece di espandersi in modo uniforme, la testata potrebbe “bombarsi” verso l’interno della camera di combustione quando raggiunge i 250°C. Questo ridurrebbe il volume della camera proprio quando serve, aumentando il rapporto di compressione solo in pista e non durante le verifiche a freddo della FIA.

Regolamenti 2026: Una sfida scritta “male”?
Il regolamento 2026 è stato definito da molti addetti ai lavori come “naive” (ingenuo). Quando si scrivono concetti matematici usando le parole, è facile lasciare spazio a interpretazioni.
Un esempio lampante sono i nuovi bargeboard: pensati dalla FIA per riportare il flusso d’aria verso il centro vettura, verranno quasi certamente utilizzati dai team per l’esatto opposto, ovvero per “sporcare” l’aria a chi segue. Lo stesso sta accadendo all’interno dei motori: dove c’è un cavillo linguistico, un ingegnere troverà una zona grigia da sfruttare.
Prestazioni vs Affidabilità: Il rovescio della medaglia
Se questa soluzione fosse confermata, Mercedes, Red Bull e i loro clienti (come McLaren) avrebbero un vantaggio motoristico notevole. Tuttavia, la fisica non regala nulla.
Un motore progettato per deformarsi è un motore intrinsecamente più fragile. Le continue deformazioni della testata possono creare stress sui bulloni e generare cricche nel metallo, accorciando la vita della Power Unit. Sarà interessante vedere se i team preferiranno avere un motore “super” a costo di subire penalità in griglia per la sostituzione dei componenti, o se punteranno sulla solidità.
Conclusioni
È inutile dare numeri precisi sui millesimi di guadagno al giro: chi lo fa sta tirando a indovinare. Tra il rapporto di compressione e il tempo sul giro ci sono troppe variabili (efficienza ibrida, trazione, aerodinamica). Quello che possiamo confermare è che la battaglia tecnica per il 2026 è già iniziata e si gioca sul filo della dilatazione termica.
Per chi volesse approfondire come i team sfruttano i materiali per aggirare i regolamenti, vi consigliamo la lettura del libro “Materiali Compositi nel Motorsport”, un testo dedicato proprio ai trucchi e alle zone grigie della Formula 1 moderna.
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