Come sapete seguiamo il campionato Italiano GT già da qualche stagione e lo facciamo dalla pista come si dovrebbe fare da parte di chi cerca di fare informazione. In questo 2018 però ci siamo resi conto di come stanno andando veramente le cose all’interno di una manifestazione che non merita il trattamento che le è stato riservato. Al via, ad Imola, solo 15 vetture per giunta divise in più categorie; sugli spalti solo qualche decina di appassionati, e forse alla domenica qualche centinaio tra paddock e tribune; ci siamo guardati intorno e abbiamo visto desolazione; pochi i box occupati dalla massima serie del ACI Racing week-end gli altri invece destinati ad altre categorie. Cosa sta succedendo? e quali sono i mali di questo sport?

Le risposte non sono semplici ma crediamo di poterle dare dopo qualche anno in cui frequentiamo il campionato.

Ora dobbiamo partire da un concetto per correre serve denaro e spesso i piloti ricorrono agli sponsor per pagarsi una stagione nel GT, di soldi ce ne vogliono molti, una cifra variabile, a seconda della vettura ed altri parametri, tra gli 80.000 ed i 150.00 euro; gli sponsor però vogliono una certa visibilità per avere un ritorno commerciale e questa purtroppo il GT non la possiede. Ma andiamo con ordine. Per pubblicizzare un evento bisogna pur sempre investire denaro ma in questo caso tutto è in mano all’ACI che è un ente pubblico e che quindi DEVE sottostare a delle regole di bilancio ben precise; in ogni città in cui si svolge il GT non si vedono i cartelli pubblicitari che invogliano l’utente a partecipare alla manifestazione e quando ci sono appaiono come delle ‘fanzine’ in qualche bacheca; una parte importante la giocano gli autodromi i quali investono in questi week end in qualche modo ma tutto questo non basta; ricordo quando negli anni ’90 a Vallelunga ci fosse il tutto esaurito nelle gare di vetture che oggi potremmo paragonare al GT. Ci sono anche altri motivi che riguardano i social; benché l’ACI abbia degli account (twitter, facebook etc.) con i quali veicolare le manifestazioni, questi sembrano non essere così efficaci ed anzi spesso siamo noi ‘privati’ a dare una ‘bella mano’ ad un Ente di Stato; si può intuire che questo non è sufficiente perché bisogna fare un lavoro molto più intenso e soprattutto distribuito durante l’arco dell’anno, invece in inverno le voci sui social sono praticamente ferme.

Capitolo TV; il fatto che RAI SPORT trasmetta le gare GT in diretta è buona cosa; ma non si possono fare collegamenti 2 minuti prima della partenza, trasmettere la gara e poi finirla lì; bisognerebbe fare molto di più, innanzitutto pubblicizzare il proprio evento tramite le altre reti ad esempio durante i telegiornali; si parla raramente di F1 e mai del GT, e poi trasmettere degli speciali, interviste ai piloti; video degli anni passati etc. insomma rimettere in moto un mondo che in Italia ha un grosso margine di sviluppo; invece la RAI preferisce investire nelle fiction, programmi interpretati spesso da attori sconosciuti e registi improbabili. Nel 2018 la RAI non trasmette più la F1 perchè quindi non ha puntato sulle gare GT? Con una buona pubblicità potrebbero avere ascolti molto alti, del resto gareggia anche lì la Ferrari, ma anche la Lamborghini, la Bmw ed altre case costruttrici.

Sempre parlando di marchi bisognerebbe far entrare i fabbricanti direttamente, la Mercedes infatti non c’è nel GT ed è grave visto che la casa Tedesca vende molte vetture in Italia; e poi rilanciare la manifestazione facendo entrare l’Alfa Romeo che ha ancora tantissimi tifosi; per far questo c’è bisogno che intervengano dai ‘piani alti’ ACI e RAI devono lavorare insieme ed invogliare i costruttori con una perfetta copertura mediatica; perché poi in pista tutto è sempre organizzato molto bene e con efficienza. Insomma ci vuole uno step evolutivo per uno sport che ha un fascino unico, ma sembra che in tv si vogliano mandare solo serie improbabili e il solito calcio che sta diventando come un virus capace di distruggere qualsiasi cosa…

Marco Asfalto

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