Hamilton dopo la vittoria a Singapore ha posto una sorta di sigillo sul mondiale 2018, la vittoria è nata ed è stata costruita al sabato con una pole position magistrale, un giro unico e quindi raro da vedere nell’universo conosciuto, altre volte è riuscito a fare e dare spettacolo in questo modo ed altre volte è stato toccato dalla ‘mano di Dio’ lasciando nella storia una sorta di impronta come solo un artista può fare. La forza del Britannico in questa stagione è quasi sconosciuta da parte sua, lampi sì ma soprattutto costanza di rendimento e quasi nessun errore; una tale prestazione è frutto di esperienza, allenamento fisico e mentale, sicurezza nei propri mezzi, tecnica, talento ed una fiducia completa nel Team. E’ quasi un Hamilton nuovo quello uscito vincente dalla stagione 2017 quando aveva comunque il mezzo più efficiente e veloce; indietro per una fetta di campionato è riuscito a mantenersi lucido, ha iniziato un recupero costante ma lo ha fatto con calma sapiente come un Samurai apparentemente lento ma dai gesti letali. A volte si rende antipatico Hamilton, è nella sua indole e gli attacchi più o meno velati agli avversari, come certe lamentele, ne appannano l’immagine di atleta; in fondo basterebbe così poco per essere più simpatico, ma si sa le star dello sport  vanno dritte per la loro strada, il loro compito è vincere e non necessariamente essere simpatiche.
Hamilton non ha bisogno delle lamentele della Mercedes che costringe la FIA a rivoltare come un calzino la Ferrari, non ha bisogno delle scuse di Whiting riprese in diretta, scuse dovute a chissà cosa poi, visto che mettendo le bandiere blu il buon Charlie aveva fatto il suo dovere; Hamilton non ha bisogno della ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’ della FIA la quale appare quindi colpevole di favoritismi che il Britannico sicuramente non ha mai chiesto; Hamilton non ha bisogno dei favori di Verstappen che quando ha voluto ha fatto ‘strike’ con il suo rivale Vettel mentre quando incrocia la vettura n. 44 diventa un timido. Hamilton non ha bisogno di enfatizzare le prestazioni del 2018 affermando, lui e Wolff, che la Mercedes è inferiore alla Ferrari, quando si è visto chiaramente che le due vetture sono sullo stesso livello. Hamilton non ha bisogno di tutto questo è il più in forma ed il più forte degli ultimi 2 anni, non fategli dei favori, fatelo guidare, serve solo questo invece che offuscare i suoi successi con azioni e parole appena descritte. Hamilton non ne ha bisogno perché è un pilota e non un Dio, è l’uomo giusto al momento giusto ed al posto giusto; è l’Uomo della provvidenza, ma non fa miracoli, quelli lasciamoli a chi faceva le pole con vetture inferiori, a chi girava sul bagnato con vetture senza la guida ‘computerizzata’ di oggi uscendo dalla vettura con le vesciche; quei piloti lì erano e rimangono degli Dei nel nostro immaginario, non disturbiamoli inutilmente perché toccavano i nostri cuori. Ecco ad Hamilton manca ancora quest’ultimo passo per arrivare lassù, sulla nebbiosa vetta del monte Olimpo; toccare il cuore degli appassionati con dei gesti davvero miracolosi…

Marco Asfalto

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