In anticipo rispetto ai grandi “contendenti” e con una presentazione sul web che permette di celare alla perfezione l’assenza o la qualità troppo “prototipale” di alcune componenti, Williams e Sauber hanno mostrato le proprie vetture.
Non c’era da aspettarsi grandi stravolgimenti, anche perchè l’aereodinamica e molti dettagli di queste vetture sono ancora ben lontani dall’aspetto che avranno al debutto in pista.
Innanzitutto, tutte le imposizioni regolamentari sono state rispettate senza cercare di “interpretarle”, le ali sono a freccia positiva, le pance più larghe e tutta la vettura è più “schiacciata al suolo”, per avere un’aria più racing rispetto al 2016.
Per il momento, analizzando le ali anteriori, non si notano grandi stravolgimenti rispetto all’anno passato: quasi tutti i flap ed i generatori di vortici sembrano essere presenti, spostati magari di qualche millimetro per adattarsi alla forma dell’ala, così come non si notano novità evidenti sull’ala posteriore, se non il pilone di supporto inclinato all’indietro e la rastremazione delle bandelle laterali verso l’interno, per evitare di andare a toccare gli pneumatici che, essendo stati allargati, occupano l’area sottostante alle estremità dell’alettone posteriore.
La Williams non si è preoccupata di nascondere l’ S-duct che,
a questo punto, dobbiamo aspettarci essere presente su tutte le vetture dello schieramento o quasi; la Sauber infatti non pare avere le forme giuste per poterlo ospitare e, quello che in molti hanno scambiato per un coperchio che “tappi” temporaneamente l’uscita dell’aria sulla parte superiore del telaio, probabilmente non è altro che il classico coperchio per l’accesso alle sospensioni, presente su tutte le vetture. .
La larghezza aumentata delle vetture, con i puntoni di sicurezza nascosti sul bordo superiore della presa d’aria delle pance, hanno portato ad un innalzamento delle bocche, con guide per il flusso poste ai lati e una parte inferiore molto pulita e rastremata.
Anche i musi hanno seguito la naturale evoulzione di quelli 2016, nessuna “stranezza”, almeno per il momento, con il classico nasino che spunta dai due piloni a nascondere l’orrida (esteticamente almeno) bugna sottostante.
Venendo alle differenze, due saltano all’occhio: la Sauber utilizza un roll bar che non è integrato nella forma ad “O” della presa motore, essendo solo una barra verticale.
Questo perchè le forme triangolari della presa motore sono oramai divenute un retaggio del passato ed è necessario che le carenature accolgano più aria per raffreddare le componenti della power unit. Williams sceglie invece un classico rollbar triangolare “nascosto” esteticamente nella presa tondeggiante.
Altro elemento molto appariscente è la pinna, limitata di dimensioni nella Williams, molto più estesa nella Sauber, ma colorata di nero.
Ci aspettiamo una continua evoluzione di questo elemento, che porta vantaggi e svantaggi, che dovranno essere equilibrati.
Indubbiamente le nuove ali sono molto belle esteticamente,mentre le “gobbe” che hanno le vetture per racchiudere la power unit le fanno assomigliare un pò troppo ad orridi esperimenti degli anni ’70, così come il crashbox posteriore che spunta al centro del retrotreno , non essendo coperto dalla parte inferiore delle bandelle dell’ala posteriore.
Ora non resta che attendere le altre vetture per capire se tutte rimarranno con un disegno molto simile a quello del 2016 o se ci saranno delle vere e proprie rivoluzioni
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