Ferrari F1 – Nel mondo ovattato della Formula 1 moderna, dove ogni parola è misurata, filtrata, diplomaticamente ritoccata per non “urtare sensibilità”, c’è chi ogni tanto decide di alzare il velo e dire le cose come stanno. Jean Alesi, ex pilota Ferrari e volto ancora molto vicino all’ambiente rosso, lo ha fatto. E le sue parole, rilasciate a La Stampa, suonano come un atto d’accusa frontale.
Altro che frasi fatte o diplomazia da paddock: Alesi ha puntato il dito contro il cuore del problema Ferrari. E non si è limitato a una riflessione nostalgica o a un’analisi tecnica. Ha detto chiaramente quello che molti sussurrano da mesi: che a Maranello c’è qualcuno che comanda – ma non ha idea di cosa stia facendo.
“Vasseur non ha il potere che aveva uno come Jean Todt. Le difficoltà non stanno nelle sue scelte, ma in alcune persone che oggi, all’interno della Ferrari, vogliono comandare e non sono competenti.”
Un’affermazione del genere, così pesante e precisa, non può essere liquidata come una semplice opinione personale. È una freccia scagliata in una direzione precisa. E allora la domanda sorge spontanea: a chi sta parlando Alesi?
Perché Vasseur viene assolto, quasi difeso. Leclerc, definito il pilota più talentuoso della griglia, viene compatito. Chi resta, allora? Le figure apicali: John Elkann, presidente del Cavallino, e Benedetto Vigna, amministratore delegato. È a loro che Alesi si rivolge, senza nominarli, ma con una chiarezza disarmante. Perché se il problema non è chi guida il team, ma chi lo controlla dall’alto, allora è ai vertici della Gestione Sportiva che bisogna guardare.
Le parole di Alesi arrivano in un momento in cui la Ferrari è di nuovo sotto i riflettori, tra voci di crisi interna e presunti malumori su Leclerc e Vasseur, alimentate dai media e smentite da Lewis Hamilton con parole diplomatiche. Ma il malessere, evidente anche nel corpo linguaggio del team, non può essere nascosto con una conferenza stampa ben condotta.
E allora torna la domanda: chi sta decidendo davvero dentro la Ferrari? E soprattutto: hanno idea di cosa significhi correre in Formula 1?
Alesi non è uno qualunque. È un ex ferrarista, amato dal pubblico, che da anni frequenta i box e i salotti dell’ambiente. Le sue parole non sono sparate al vento: sono un campanello d’allarme. E se a Maranello c’è ancora qualcuno disposto ad ascoltare, e non solo a comandare, forse è il momento di farlo.