Come noto ormai da mesi a tutti gli appassionati di Formula 1, l’introduzione a stagione in corso della Direttiva Tecnica 39 è coincisa esattamente con il crollo di prestazioni da parte della Ferrari F1 . La vettura concepita a Maranello, fino a luglio considerata unanimemente come la più completa del lotto 2022, è stata la vittima sacrificale della norma anti-porpoising, dando così definitivamente addio ai sogni di gloria.
Una delle motivazioni per cui la F1-75 sembra al momento essere la seconda/terza forza del mondiale potrebbe risiedere nel comparto sospensivo della monoposto, probabilmente costruito in maniera eccessivamente rigida e di conseguenza soggetto alla generazione di maggior calore all’interno degli pneumatici; da qui i problemi di degrado gomma che ormai da una manciata di gran premi affliggono la Ferrari, lasciando Charles Leclerc e Carlos Sainz senza nessun’arma per potersi difendere dai progressi di Red Bull e Mercedes.
La rigidezza della F1-75, oltre all’arcinota TD039, potrebbe essere dovuta anche all’enorme quantità di carico aerodinamico prodotto dal corpo vettura della Rossa, tutt’ora la miglior macchina nelle fasi di rollio e beccheggio.
“Io credo che la direttiva tecnica abbia portato tanti fuori strada”, ha dichiarato Mattia Binotto, team principal della Ferrari. “La nostra vettura dal punto di vista aerodinamico è stata concepita in una maniera tale che più è bassa e più è veloce. Questo è un discorso che vale un po’ per tutte le macchina ad effetto suolo, ma specialmente per la nostra. Se analizziamo tutte le monoposto, possiamo notare che la nostra è quella che ha l’altezza da terra minore di tutte, proprio perché è lì che noi riusciamo a trovare la performance.
Girare più bassi significa anche girare più rigidi. Sicuramente soffriamo i cordoli più di altri, anche se magari ad inizio stagione questo non era vero, sia perché gli altri non erano ancora a posto con le loro macchine e sia perché in questi mesi la nostra vettura si è evoluta. Attualmente, noi giriamo più bassi e più rigidi e per questo su alcune piste soffriamo un po’ di più”.