Il presente della Red Bull è più roseo che mai. Una striscia di vittorie iniziata non l’anno scorso con la vittoria del primo mondiale da parte del pupillo Max Verstappen, ma già da qualche anno. E il fatto che lo stesso olandese possa vincere il secondo titolo iridato già nel Gran Premio di Singapore questo fine settimana, fa sorridere la Red Bull che vede suo anche il titolo costruttori.

Il futuro, tuttavia, soprattutto a medio e lungo termine, è piuttosto incerto. Soprattutto ora che l’accordo con con Porsche per la fornitura delle power unit 2026 è definitivamente saltato. E’ ormai noto che il team di Milton Keynes già all’indomani dell’addio di Honda – che comunque continuerà a fornire supporto diretto – abbia costruito un dipartimento interno per la gestione della power unit lasciata in eredità dal colosso giapponese.

Delle difficoltà di costruire da capo un motore, ne ha parlato anche Toto Wolff in un’intervista a Motorsport-Total:

“È una strategia molto coraggiosa – ha spiegato il manager austriaco, numero uno del box Mercedes – quella di costruirsi una power unit in autonomia. Avere il proprio motore senza dipendere direttamente da un grande costruttore è quello che la Red Bull ha sempre desiderato. Ma sono comunque curioso di vedere come andranno le cose per loro nel 2026, 2027 e 2028”.

“Di certo – ha concluso Wolff – stanno battendo una nuova strada, sono curioso di vedere se Porsche comunque fornirà loro i motori o se magari sarà Honda a tornare. Come rappresentante della Mercedes, posso intanto dire che è un peccato per noi non poter lottare contro il binomio Porsche-Red Bull, che sarebbe stato un grande rivale e un grande brand. Per qualche ragione non ha funzionato, ma sarebbe stato fantastico per la Formula 1 e per l’attrattività del nostro sport”.

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