F1 – Secondo Juan Pablo Montoya, Red Bull Racing sta entrando in una fase di trasformazione profonda che potrebbe incidere direttamente sul futuro di Max Verstappen. L’uscita di Helmut Marko, la riorganizzazione interna e i cambiamenti nel ruolo di Gianpiero Lambiase aprono interrogativi pesanti in vista del 2026, tra nuove regole tecniche e una power unit tutta da costruire.
La fine dell’era Marko e il nuovo assetto Red Bull
L’addio annunciato di Helmut Marko al termine della stagione 2025 segna la chiusura di un ciclo storico per Red Bull Racing. Dal 2005 in avanti, la struttura costruita attorno a Christian Horner, Marko e Adrian Newey ha rappresentato uno dei modelli più vincenti della Formula 1 moderna. Con Newey già passato ad Aston Martin e Marko pronto a lasciare, secondo Montoya non ci sarà un vero sostituto: la gestione passerà direttamente alla casa madre austriaca. Una centralizzazione che rischia di snaturare l’identità operativa del team.
Lambiase promosso e Verstappen senza il suo riferimento
L’aspetto più delicato riguarda però Gianpiero Lambiase. Montoya sostiene che dal 2026 l’ingegnere di pista di Verstappen verrà promosso a un ruolo più manageriale, con una presenza ridotta ai box. Un cambiamento enorme per Max, abituato a un rapporto diretto, intenso e continuo con il suo riferimento tecnico al muretto. Questioni personali, già emerse nel paddock, potrebbero accelerare questo passaggio, lasciando Verstappen a lavorare con una nuova figura chiave in una fase cruciale della sua carriera.
Il peso emotivo di Abu Dhabi e il cambio di ciclo
Montoya ha collegato questa transizione anche al finale del GP di Abu Dhabi 2025, quando Verstappen ha mancato il quinto titolo mondiale. Secondo l’ex pilota colombiano, Lambiase appariva profondamente colpito, quasi consapevole che quel momento rappresentasse la fine di un’era. Un dettaglio che rafforza l’idea di un ciclo tecnico ed emotivo ormai concluso, con Max chiamato ad adattarsi a un contesto completamente diverso.
Il nodo 2026: power unit e progetto interno
Il tutto si inserisce in uno scenario già complesso. Dal 2026 Red Bull affronterà la sfida più rischiosa della sua storia recente: la produzione interna della power unit in collaborazione con Ford, dopo l’uscita di Honda. Un salto nel buio che coincide con il cambio regolamentare più radicale degli ultimi anni. Con il contratto di Verstappen in scadenza nel 2028, ogni scelta tecnica e organizzativa avrà un peso enorme sulla sua permanenza.
Verstappen davanti al bivio
Montoya riassume il dilemma in modo netto: restare fedele a Red Bull o cercare un progetto più solido nel medio termine. In Formula 1 non conta solo il talento, ma la capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Anticipare troppo una scelta può essere rischioso quanto restare troppo a lungo in un progetto in declino.
Analisi finale
Il vero rischio per Verstappen non è soltanto una Red Bull meno competitiva, ma la perdita dell’ambiente che ne ha esaltato il talento. Senza figure chiave come Marko, Newey e Lambiase nel ruolo operativo, il team potrebbe perdere stabilità e direzione. Se il progetto 2026 non dovesse dimostrarsi competitivo fin da subito, anche un campione dominante come Max potrebbe essere costretto a valutare alternative. In Formula 1 il talento è fondamentale, ma senza una struttura solida non è mai sufficiente.
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