La F1 intende eliminare le termocoperte dal 2024, ma Pirelli ha molti ostacoli da sormontare e lo spettacolo rischia di risentirne.

Una delle modifiche più importanti in vista della stagione 2023 di F1 doveva essere la riduzione della temperatura delle termocoperte da 70°C a 50°C. Le sperimentazioni effettuate lo scorso anno ad Austin hanno tuttavia evidenziato una certa pericolosità di questa variazione regolamentare, che infatti è stata accantonata dopo le lamentele dei piloti, preoccupati dall’alto rischio di incidenti nella fase di riscaldamento. La FIA, sostenuta dai team, non ha comunque rinunciato al progetto di eliminazione totale delle termocoperte nel 2024, mirato a contenere i costi e a risparmiare energia in nome della sostenibilità. In vista di questa rivoluzione, la Mercedes e la Aston Martin sono recentemente scese in pista a Le Castellet e Jerez per una sessione di test Pirelli, dalla quale sono emersi numerosi punti interrogativi.

Foto: Alessandro Martellotta per Newsf1.it

Già lo scorso novembre Mario Isola aveva sottolineato l’enorme lavoro che l’azienda milanese avrebbe dovuto svolgere in vista dell’abolizione dei tyre blankets: “Sappiamo di dover fare un grande passo per l’eliminazione delle termocoperte nel 2024: non solo dobbiamo riprogettare la struttura dello pneumatico, ma anche tutte le cinque mescole. […]“. Come riporta Motorsport.com, inoltre, per Pirelli sorge un dilemma tecnico legato alla pressione degli pneumatici: scendere in pista con una gomma a temperature bassissime comporterebbe infatti un incremento della pressione iniziale di circa 9 psi per raggiungere il corretto valore d’esercizio, attualmente intorno ai 22 psi. La soluzione di uscire dai box con una pressione molto ridotta (13 psi) potrebbe provocare danni alla costruzione a causa dello schiacciamento eccessivo. E’ invece da scartare la possibilità che si mantengano i regimi di partenza attuali, in media intorno ai 18 psi, perché si raggiungerebbero valori troppo elevati (circa 27 psi).

Secondo Motorsport.com, quindi, Pirelli si troverebbe costretta a realizzare per la F1 pneumatici molto specifici e caratterizzati da materiali innovativi, che riescano a sostenere in alternativa pressioni di partenza ridottissime o valori molto alti. La questione non è tuttavia solo tecnica: dai test è infatti emerso che le gomme impiegherebbero molto più tempo a raggiungere la finestra d’utilizzo ideale, due o tre giri, causando problemi di traffico in Qualifica. Nei Gran Premi, inoltre, il lento riscaldamento porterebbe ad un aumento vertiginoso del tempo di gara per chi compie più di una sosta, dato che il delta tra le gomme in temperatura e quelle fredde è stato stimato tra i 4″ e i 5″. Questa caratteristica annullerebbe ogni possibilità di undercut e porterebbe tutte le scuderie a convergere sulla medesima strategia ad un solo pit stop, con ovvie conseguenze sullo spettacolo.

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto