F1 News – Essere sotto pressione gioca brutti scherzi. E Max Verstappen, ormai ex asso pigliatutto, motivi per esserlo ne ha almeno due: il primo, non sapere ormai da dieci gran premi dieci come sia fatta una vittoria, il secondo, vedersi continuamente rosicchiare punti in classifica da Lando Norris by McLaren che ha prepotentemente riaperto il discorso mondiale. Matematica explicat: 362 punti per il campione del mondo in carica, 315 per il britannico. Meno di cinquanta punti, cioè due vittorie. Ergo, Max il temporaneo re non può dormire tra due guanciali. E l’essere sottopressione finisce per giocare anche qualche scherzo alla concentrazione. Risultato, due penalità di dieci secondi ricevute al Gran Premio del Messico per avere costretto il sempre più rivale ad assaggiare la parte che deborda dal normale rettilineo. Max, insomma, deve fare i conti con un assetto psicologico a livello di emergenza. Che, se non intende farsi scivolare tra le dita il mondiale, dovrà tenere sotto controllo. Ad Austin era stato Norris a finire penalizzato. La ruota gira, anche in Formula Uno.
Toto Wolff, però, sulle penalizzazioni ha una sua idea precisa che, nell’ambito del circus, vista l’esperienza del personaggio, vale tanto oro quanto pesa. E, lasciando come di consueto in soffitta le mezze misure, la esprime: “un pilota – afferma su GrandPrix 247 – spingerà sempre al limite e quando le regole, o l’interpretazione delle regole o la loro esecuzione consentono un certo modo di correre, allora un pilota come Max lo sfrutterà sempre”. Insomma, è qualcosa che fa parte del gioco, perché quando sei nell’abitacolo il sistema nervoso qualche sobbalzo lo ha sempre e cerchi di frantumarlo con la spada lucente di una concentrazione granitica. Ma umani si è tutti, anche i campioni del mondo, e quindi qualcosa, ogni tanto, sfugge all’orbita del controllo razionale. Wolff, poi, allarga le braccia e afferma che questa nuova interpretazione delle regole cambierà la filosofia di corsa di ogni driver che adesso ci andrà un po’ più con i piedi di piombo. “Frenare tardi e trascinare l’altra vettura fuori pista mentre si esce dalla pista – ha proseguito – credo non sia più consentito”.
La musica, per il patron della Red Bull Christian Horner, suona però diversa. E attorno a un leitmotiv preciso: perché cambiare tutto, è il caso di dirlo, in corsa ora se per anni si è consolidato un certo sistema? “Per anni – ha spiegato – i principi delle corse sono stati questi, se hai la linea interna, imposti la curva, penso sia importante non regolamentare eccessivamente fino al punto in cui si incoraggia un comportamento che non rientra nelle linee guida e nei principi delle corse automobilistiche”. Ergo, regole sì, ma non al punto da indulgere a una pignoleria che potrebbe infliggere un colpo al cuore a certo spettacolo di cui la Formula Uno si nutre dalla sua nascita.
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