Nelle giornate di presentazione delle nuove vetture c’è un insolito fervore tra gli appassionati e tra i tecnici; gli occhi vanno ad osservare ogni piccolo particolare delle monoposto per cercare di capire chi ha fatto il lavoro migliore oppure chi è stato in grado di innovare maggiormente nelle varie zone che compongono una macchina di F1. Generalmente quando un regolamento è stabile si sviluppano e si affinano i concetti aerodinamici e meccanici dell’anno precedente senza stravolgere in maniera pesante il design della vettura. Ma qualcosa di cui si parla poco in queste ore è relativo agli pneumatici; ora c’è da ribadire un concetto che sembra elementare e quasi ovvio ma che rappresenta la base di partenza per ottenere una macchina vincente; lo sfruttamento delle gomme; è tramite queste che si scarica la potenza a terra e che la vettura rimane incollata all’asfalto anche in curva ed è sempre grazie e queste che un driver va in ‘fiducia’ ovvero riesce a fidarsi della tenuta della macchina in ogni condizione, sia quando c’è da sfiorare un guard-rail o passare sopra un cordolo. Gli pneumatici sono la materia che unisce la vettura al suolo; non solo bisogna sfruttarli al meglio mandandoli subito in temperatura ma anche utilizzando il grip che offrono al massimo del suo potenziale cercando poi di trovare il modo di farli durare il più possibile.

La Pirelli ha annunciato, per bocca di Mario Isola (Direttore MotorSport) che nella stagione 2018 aggiungerà altri due pneumatici alla gamma dello scorso anno ovvero la HYPERSOFT di colore rosa che verrà utilizzata solo su alcune particolari piste come Montecarlo ad esempio, e la SUPERHARD di colore arancione, ma non finisce qui, la notizia più importante è che l’intera gamma verrà resa più morbida facendo slittare di uno step tutte le mescole. Di fatto questo consentirà di ottenere un maggior numero di strategie per i team con l’intento chiaro di ottenere almeno due soste ad ogni gara. Nel 2017 quando le gomme furono maggiorate del 25% la Pirelli non cercò di ottenere la massima performance ma cercò di andare sul velluto proponendo delle gomme non troppo aggressive viste le nuove dimensioni e la poca esperienza dei test con questi formati ed infatti sono state molte le gare con una sola fermata.  Adesso è arrivato il tempo di evolvere gli pneumatici ed offrire una gamma molto più prestazionale.

Quale sarà la vettura che utilizzerà meglio le gomme nel 2018? Rispondere a questa domanda è impossibile almeno fino a che non si abbiano i dati delle prime 5 gare, tuttavia possiamo fare delle ipotesi partendo dai dati del 2017. Nella prima gara in Australia la Mercedes ottenne la pole position con Hamilton segnando il tempo di 1.22.188 mentre la Ferrari con Vettel ottenne il secondo posto con 1:22.456, quasi 3 decimi di differenza; eppure in gara la Mercedes apparve in grande difficoltà col posteriore che scivolava in moltissime curve come se non riuscisse a mandare in temperatura ottimale avantreno e retrotreno allo stesso modo; le gomme usate furono le ULTRASOFT nel primo stint e poi le SOFT nel secondo per entrambe le vetture. Hamilton si dovette fermare al giro 17 mentre Vettel si fermò alla tornata n.23; tale differenza fu dovuta proprio a questa difficoltà della Mercedes tanto che il pilota Tedesco rimase incollato al Britannico per tutti i giri fino al pit stop. Una volta montate le SOFT la Ferrari apparse ancora più a suo agio tanto da vincere con un vantaggio sulla Mercedes di 9,975 sec. il Team Anglo-Tedesco riuscì a risolvere i problemi di grip solo con lo step evolutivo portato molte gare dopo ovvero in Spagna.

Quello che abbiamo osservato sulle vetture 2018 è che Mercedes ha confermato il Bracket che alza il triangolo superiore della sospensione (parliamo dell’anteriore) mentre la Ferrari sembra essere stata più conservativa con una sospensione simile a quella 2017 ma aumentando l’angolo dei bracci della sospensione. La sensazione è che, vista la notevole reattività della SF70-H, la quale mandava in temperatura immediatamente gli pneumatici e riusciva a sfruttarli al meglio, non si sia voluta rivoluzionare una zona che già aveva un buon grado di efficienza. Ciò che invece ancora non riusciamo a notare sulla Ferrari è il Pivot al quale è attaccato il puntone della sospensione e che lo scorso anno ha consentito ai due piloti di trovare più facilmente le regolazioni all’anteriore.

Ultimo ma non meno importante fattore è costituito dai dati precedenti delle macchine; mentre la Mercedes ha evoluto costantemente la vettura fin dal 2014 acquisendo e immagazzinando dati su come usare gli pneumatici; la Ferrari nel 2017 ha dovuto praticamente iniziare da zero con una vettura che è stata una netta rivoluzione a quella precedente (2016) e quindi ha avuto delle difficoltà di set-up in alcuni casi non potendo contare sulla precedente esperienza. In questa stagione le cose dovrebbero essere molto diverse non solo tecnicamente ma anche psicologicamente; avere dati certi migliora anche il lavoro e la consapevolezza della propria forza…

Marco Asfalto

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