Tempo eccezionale quello dell’inglese che ricandida la W10 al ruolo di favorita. Ferrari indecifrabile che non cerca il tempo

Al contrario di quello che ci si poteva aspettare, è stata la Mercedes a dominare il venerdì del GP d’Australia sul tracciato di Melbourne. Lewis Hamilton è salito in cattedra sin dalla prima sessione, quando ha girato in 1’23”599. Le Ferrari, dal canto loro, hanno reagito bene e si sono messe subito alle spalle del campione del mondo, con Sebastian Vettel staccato di 38 millesimi e davanti a Charles Leclerc per soli altri 36 millesimi, tutti a parità di gomma morbida. Le differenze maggiori sono venute fuori nel turno pomeridiano, quando le prestazioni della W10 sono sensibilmente migliorate abbattendo quanto venne fatto lo scorso anno nel venerdì. Hamilton ha stampato un impressionante 1’22”600, risultando un secondo e tre decimi più rapido di quanto fece nel 2018. Molto bene anche Valtteri Bottas che ha pagato soltanto 48 millesimi. Va detto che l’iridato il proprio miglior crono lo ha messo a segno al secondo tentativo, dato che aveva abortito il primo per via di un bloccaggio.

La seconda fila virtuale se la sono presa le Red Bull marchiate Honda. Max Verstappen è terzo in 1’23”400, ma anche nel team anglo-austriaco vige un buon equilibrio dato che Pierre Gasly paga soltanto 42 millesimi dall’olandese. La sensazione è comunque quella che la RB15 sia già molto al limite come prestazione e che il distacco dalla Mercedes potrebbe sensibilmente aumentare specie nel Q3. Il francese nel finale, ha anche lamentato una perdita di potenza in un team radio, si tratterebbe dei primi guai di affidabilità con la nuova power unit nipponica. E le Ferrari? Le SF90 erano etichettate dagli addetti ai lavori come le monoposto da battere, ma per gli appassionati del Cavallino il venerdì mattina in Italia si è rivelato una cocente delusione, almeno guardando i tempi. Sebastian Vettel è quinto in 1’23”473, migliorando di pochissimo il riferimento della mattinata a parità di gomma morbida. Peggio ha fatto Charles Leclerc, addirittura nono in 1’23”754. Va fatto notare come i due alfieri di Maranello sembra non abbiano minimamente cercato la prestazione, limitandosi a raccogliere dati in vista del proseguimento del week-end.

Ciò che poteva rivelarsi più indicativa era la simulazione di passo gara. Anche in questo aspetto, è stata la Mercedes a farla da padrone. Hamilton l’ha provata con le morbide e Bottas con le medie, ma entrambi hanno girato su tempi inarrivabili per tutti. Solo la Ferrari si è avvicinata nel finale con Vettel, segno che la competitività della rossa non è sparita ma c’è da lavorare per domani. Leclerc è stato anche protagonista di un testacoda negli ultimi minuti quando ha toccato troppo violentemente il cordolo in curva 4. Il monegasco è poi ripartito senza problemi, ma non si è trattato di una giornata facile.

Tornando alla classifica, eccezionale il debutto in Alfa Romeo Racing di Kimi Raikkonen. Il finlandese è sesto, incollato all’ex compagno di squadra in 1’23”572. Iceman si è dimostrato subito in forma, considerando che ha anche rifilato ben sette decimi al compagno di squadra Antonio Giovinazzi, soltanto quindicesimo a fine giornata. Sesta e settima piazza per le due Renault, con Nico Hulkenberg che ha preceduto il nuovo arrivato Daniel Ricciardo, mentre  Leclerc e la Haas di Romain Grosjean hanno completato la top ten. Alle spalle del francese si è situato Daniil Kvyat sulla Toro Rosso-Honda. Il russo aveva stupito in mattinata con il settimo tempo, per poi scivolare indietro nel pomeriggio. Dodicesimo Kevin Magnussen, mentre è stata molto positiva la giornata di Lance Stroll nonostante le difficoltà della Racing Point. Il canadese ha preceduto Sergio Perez in entrambe le sessioni, con il messicano sedicesimo a fine giornata. Male la McLaren con Carlos Sainz quattordicesimo e Lando Norris diciottesimo dietro ad Alexander Albon, mentre è imbarazzante la situazione della Williams. George Russell e Robert Kubica chiudono lo schieramento, con un distacco nell’ordine dei quattro secondi da Hamilton. Sarà il caso di farli correre? La sensazione è che verranno doppiati dopo pochissimi giri, sempre che rientrino nel limite del 107%.

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