Max Verstappen vince una gara resa pazza da due violenti scrosci a Zandvoort. Alonso e Gasly completano il podio, P5 Sainz, ritirato Leclerc.

Max Verstappen continua a riscrivere i record della F1 e trionfa nel GP d’Olanda. Nella gara più bella dell’anno, il padrone di casa ha conquistato la nona vittoria consecutiva, eguagliando il record di dieci anni fa di Sebastian Vettel. Contrariamente a molte altre gare quest’anno, però, il successo è arrivato in circostanze tutt’altro che semplici, dato che due violentissimi scrosci di pioggia hanno colpito il circuito olandese ad inizio e a fine gara. Il secondo è stato talmente torrenziale da obbligare la Direzione Gara ad esporre la bandiera rossa, necessaria anche per riparare le barriere dopo l’incidente in Curva 1 causa acquaplaning di Zhou Guanyu. Il leader del mondiale è stato perfetto in ogni circostanza, impartendo un ritmo incredibile sulle intermedie nel primo stint e poi sulle slick. Nei sei giri finali dopo la bandiera rossa, non ha avuto problemi a gestire il distacco da un fenomenale Fernando Alonso, che torna finalmente sul podio.

Anche lo spagnolo è stato autore di una gara perfetta: solo un pit stop lunghissimo ha messo in dubbio il suo podio, ma il numero 14 si è subito ripreso la posizione su Carlos Sainz, quinto al traguardo, e ha approfittato di un testacoda in Curva 1 di Sergio Pérez nel momento in cui la pioggia torrenziale si è abbattuta sul circuito. Penalizzato di 5″ per aver infranto il limite di velocità in pit lane, il messicano ha anche perso il terzo gradino del podio in favore di un grande Pierre Gasly, protagonista di una lunga ed esaltante battaglia con Sainz per tutta la gara e poi bravissimo a mantenere il distacco necessario da Pérez per salire sul podio. La prima Ferrari è quinta dopo una gara eccellente di Sainz, limitato certamente dalle performance di una vettura non competitiva a Zandvoort.

Sesto in rimonta Lewis Hamilton, che dopo aver perso tempo e posizioni ad inizio gara rischiando la gomma slick su pista asciutta, è stato autore di una bella rimonta. Settimo Lando Norris, anche lui limitato dallo stesso rischio che ha danneggiato la gara di Hamilton, davanti ad un grande Albon, anche lui meritevole di un risultato più prestigioso dopo aver perso posizioni per un ultimo pit stop troppo ritardato quando è tornata la pioggia. Chiudono la top ten Piastri e Ocon. Seguono Stroll, Hulkenberg, un eccellente Lawson, Magnussen, Bottas e Tsunoda, penalizzato nel finale.

Il primo dei ritirati è George Russell (anche lui condizionato dalla scelta sbagliata al primo scroscio di pioggia) dopo un contatto con Norris, mentre anche Zhou si è ritirato per incidente. Ha chiuso in anticipo il suo GP d’Olanda dopo una gara-calvario Charles Leclerc, che dopo un lieve contatto al primo giro con Piastri ha subito danni enormi alla sua SF-23. Il monegasco ha provato a proseguire, ma, dopo essere crollato in fondo al gruppo a metà gara, è stato richiamato ai box per ritirarsi. Chiude Logan Sargeant, finito contro le barriere al diciassettesimo giro portando all’uscita della Safety Car.

La cronaca della gara

Sulla griglia di partenza non c’è Magnussen, che dopo il deludente diciottesimo posto di ieri ha deciso insieme alla Haas di montare una nuova Power Unit, venendo costretto a partire dalla pit lane. Tra le Qualifiche e la gara la Ferrari ha inoltre sostituito senza incorrere in penalità il cambio, il telaio e le sospensioni sulla SF-23 di Leclerc, danneggiata pesantemente dopo l’incidente nelle Qualifiche. Nei giri di schieramento, l’ingegnere di Albon comunica al thailandese di avere una foratura lenta all’anteriore sinistra. Il pilota della Williams non ha comunque problemi ad arrivare in griglia.

In partenza tutti tranne Hamilton, che opta per le medie, montano la soft. Pochi secondi prima del via inizia a cadere una pioggia intensa, che soprattutto nel terzo settore mette in difficoltà i piloti. Al via Verstappen mantiene senza problemi la prima posizione, ma il grande protagonista è Alonso: in Curva 3 supera Albon e Russell all’interno, poi al secondo giro, supera anche Norris piazzandosi secondo. Bellissimo anche il duello tra Albon e Sainz, con lo spagnolo che effettua un sorpasso clamoroso all’esterno di Curva 7 ma poi viene ripassato in Curva 8. Nella chicane di Curva 11-12 Leclerc, affiancato a Piastri, di tocca con l’australiano e perde l’endplate dell’ala anteriore. Al termine del primo giro, però, l’acquazzone arriva sul circuito e i piloti che azzardano la sosta al primo giro giocano un jolly sensazionale.

Pérez, Leclerc, Zhou e Gasly si fermano, proiettandosi dal centro del gruppo alle posizioni di testa. Il pit stop della Ferrari però è terribile perché le gomme non sono pronte, e il monegasco scende in quinta posizione da una potenziale seconda al termine della girandola delle soste. Il grosso danno all’ala anteriore, sostituita solo alla seconda sosta, lo obbliga poi a cedere la posizione su Alonso e Sainz durante lo stint con le intermedie. Al secondo giro si fermano Verstappen, Alonso e Sainz, mentre le McLaren, le Mercedes e le Williams tentano l’azzardo di restare fuori su gomma soft, che tuttavia non paga: tutti i piloti che hanno tenuto le soft occupano le ultime posizioni.

Dal caos Pérez emerge con più di 10″ di vantaggio su Zhou, Gasly, Verstappen, Leclerc, Alonso, Sainz, Tsunoda. Magnussen e Ocon. Verstappen non ha tuttavia problemi a sbarazzarsi di Gasly e Zhou in Curva 3 con due manovre identiche, e si mette a caccia del compagno di squadra, del quale gira quasi 2″ al giro più veloce. Al giro 10 però è già il momento di tornare sulle slick, e Magnussen ed Hamilton sono i primi ad effettuare questa scelta. All’undicesima tornata tutti tranne le Red Bull e Gasly si fermano, ma Verstappen e il francese effettuano la sosta al giro successivo. Il padrone di casa riesce così a superare il messicano con un undercut e mettersi in testa davanti ad Alonso, che ha passato Zhou in Curva 3 nell’out lap. Il cinese è l’unico a montare le medie e non le soft dopo il ritorno sulle slick.

Al giro 16 esce la Safety Car per l’incidente di Sargeant, ormai fuori dai giochi dopo la scelta di non fermarsi per la pioggia della Williams: lo statunitense finisce fuori pista e contro le barriere dopo essere schizzato sul cordolo interno molto alto di Curva 8. Alla ripartenza, avvenuta alla fine della ventunesima tornata, Verstappen è leader su Pérez, Alonso, Gasly (penalizzato di 5″ per aver superato il limite di velocità in pit lane), Sainz, Zhou, Magnussen, Albon (l’unico a non essersi mai fermato), Ocon e Tsunoda. Norris è P12 davanti a Leclerc, Hamilton e Piastri, mentre Russell è solo diciassettesimo e sulle hard. Poco prima della Safety Car, questi ultimi hanno dato vita ad un duello all’ultimo sangue, col francese che ha effettuato un grande sorpasso dopo essere stato quasi messo a muro sul rettilineo. Sainz continua a mettere pressione su Gasly come prima dell’uscita della Safety Car, ma il francese continua a difendersi in maniera impeccabile.

La settima posizione della Haas di Magnussen non riflette chiaramente le reali performance della vettura americana, che perde la posizione su Albon e Ocon, i quali si sbarazzano anche di Zhou. Al giro 26 Leclerc, che ha una vettura danneggiata, perde due posizioni a vantaggio di Hamilton e Piastri, scivolando in quattordicesima piazza, mentre anche Tsunoda e Norris si liberano di Magnussen. Nel frattempo, Alonso chiude il gap da Pérez e si mette in zona DRS, ma il sorpasso sulla Red Bull è davvero difficile e il messicano non ha problemi ad ampliare di nuovo il distacco. Nelle ultime posizione valide per la zona punti Zhou non riesce a tenere dietro i piloti sulle soft: il trio Tsunoda-Norris-Hamilton non ha problemi a metterselo dietro in meno di tre giri.

A metà gara Verstappen domina senza problemi con poco meno di 5″ di vantaggio su Pérez, il quale a sua volta tiene Alonso a 3.8″. Gasly è quarto, davanti a Sainz, Albon ed Ocon. La battaglia più interessante in pista è quella per l’ottavo posto, con Tsunoda che si difende come un leone per tutto lo stint da due macchine più veloci come quelle di Norris e Hamilton. La gara desolante di Leclerc invece continua: il monegasco, con una vettura pesantemente danneggiata, probabilmente dopo un’escursione in ghiaia nei giri iniziali, viene passato anche da Russell, Bottas e Lawson, e inevitabilmente viene richiamato ai box per il ritiro. Al giro 41 si ferma Sainz per la seconda sosta sulle slick: lo spagnolo vuole tentare l’undercut su Gasly. Lo stesso cerca di fare Norris su Tsunoda, che si è difeso benissimo dall’inglese per tutto lo stint. La sosta di Norris spinge Ocon e Albon a cercare di coprire l’undercut del britannico, che resta dietro ad entrambi.

Al giro 47 si fermano anche Pérez ed Hamilton, che rientra alle spalle di Norris. Gasly effettua la sosta alla tornata successiva e rientra in pista dietro a Sainz a causa della penalità di 5″ scontata ai box. Tra i due c’è Tsunoda, che decide di rischiare e restare fuori fino all’ultimo in caso di Safety Car o arrivo della pioggia. Al giro 48 si ferma anche Alonso, ma la sosta è lentissima perché l’anteriore sinistra non esce: il bicampione del mondo rientra in pista dietro a Sainz, che ottiene quindi il momentaneo piazzamento sul podio. Il pilota della Aston Martin inizia però a martellare e si avvicina al connazionale, del quale si sbarazza con una bella manovra in Curva 1. Ai margini della zona punti, Tsunoda perde completamente le sue gomme dopo il rischio corso dall’AlphaTauri, ed esce dalla zona punti dopo essere stato superato da Russell (con il quale entra in collisione danneggiando la sua ala anteriore), Albon, Ocon, Tsunoda, Norris ed Hamilton. Il sette volte campione del mondo si sbarazza poi del connazionale in Curva 1.

Ad una ventina di giri dal termine iniziano ad arrivare i primi messaggi via radio sul probabile arrivo di un forte scroscio di pioggia nel finale. Nel frattempo, Albon si prende la sesta posizione su Russell e Gasly si attacca al posteriore di Sainz, che si difende molto duramente in Curva 1 in più circostanze ma non può nulla al giro 60, quando il francese riesce a prendersi l’esterno. Hamilton continua la sua rimonta sorpassando Ocon e Russell, che per poco non perde la macchina dopo essere andato sull’erba. Come previsto, a dieci tornate dal termine un vero e proprio diluvio si abbatte sul circuito: tutti si fermano per montare le intermedie di nuovo, ma il rischio è che siano necessarie le wet. Ocon e Albon si fermano con un giro di ritardo e perdono posizioni: il thailandese è nono, il francese sulle wet è undicesimo.

A nove giri dal termine Pérez finisce lungo in Curva 1 e va in testacoda, perdendo la posizione su Alonso. La pioggia è davvero torrenziale e rapidamente le condizioni non sono più adatte per correre. La bandiera rossa viene esposta al giro 64, quando Zhou finisce a muro in Curva 1 dopo un chiaro acquaplaning, del quale sono protagonisti anche Bottas, Tsunoda e Hamilton, per fortuna senza conseguenze. Pochi secondi prima della bandiera rossa, Verstappen e Pérez vengono richiamati per montare le full wet, e il messicano, che ha colpito anche il muretto in ingresso box con l’anteriore destra, perde ben tre posizioni a vantaggio di Gasly, Sainz ed Hamilton. Il messicano viene tuttavia riportato in terza posizione per la ripartenza, poiché vengono presi come riferimento i passaggi sul traguardo del giro 63.

Alla ripartenza, effettuata obbligatoriamente su gomme intermedie e con un rolling start, Russell passa Norris all’esterno di Curva 4, ma poco dopo il pilota della Mercedes scivola in fondo al gruppo per un contatto con il connazionale ed è costretto al ritiro. Le altre posizioni restano invariate, mentre a Pérez viene inflitta una penalità di 5″ che mette Gasly sul podio. Dietro, Hamilton cerca di sorpassare un Sainz lentissimo sotto la pioggia, ma lo spagnolo si difende bene e mantiene la quinta posizione. Verstappen vince senza problemi su Alonso, che ha provato ad impensierirlo alla ripartenza, Gasly e Pérez.

Foto: Alessandro Martellotta, inviato a Zandvoort per Newsf1.it

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