Il pilota e la tecnica hanno il loro peso fondamentale. Ma, per vincere, occorre spirito di squadra. Chi, meglio di Mattia Binotto, prima ingegnere e poi team principal della Ferrari dal 2019 al 2022, potrebbe parlare della Sf23, la monoposto su cui il cavallino rampante punta per correre in praterie di vittorie e aspirazioni di ritorno sulla vetta di un mondiale?

“In Formula 1 – dichiara a “Tuttosport” – non si parla di individuo, ma di gruppo completo, questa è una macchina che è stat progettata l’anno scorso, nella quale ero con loro, però non è la mia vettura, è la vettura della Ferrari”. Binotto non ne fa una questione di modestia, ma, appunto, di esaltazione del lavoro collettivo di una scuderia.

Intervenendo al Panathlon Club di Parma, l’ex team principal di Maranello ha aggiunto: “per vincere occorre sempre avere la macchina migliore – fa la differenza per il talento, la capacità di guida e la mentalità. Perchè un pilota deve avere quel carisma che spinge tutta la squadra a continuare a migliorarsi”, Insomma, pedale schiacciato in pista e capacità di tenere alto il morale della squadra e di incoraggiarne la crescita delle potenzialità ai box e in galleria del vento. E anche capacità di tenere in modo ottimale le public relation essendo il primo “manifesto” di una scuderia: “il pilota- prosegue Binotto – è una delle persone più importanti perché parla con i giornalisti, con la presidenza, con tutti i suoi meccanici, con la squadra; quindi io penso che un pilota fa si la differenza in pista ma anche nella capacità di coltivare e migliorare la mentalità del team”.

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