F1 – Non è stato certo il miglior inizio di 2022 possibile a livello personale per Carlos Sainz in Ferrari . La macchina c’è, ed è anche bella veloce. Il team è solido. Le condizioni per poter finalmente lottare per qualcosa di importante (a cominciare dal successo di tappa che ancora manca nel palmares del madrileno) ci sono tutte. Eppure, quello visto durante le prime tre gare dell’anno è stato un Sainz, almeno in apparenza, più opaco del solito. Quanto meno più opaco della sua versione 2021, quella in cui non gli era in alcun modo richiesto di vincere, né di primeggiare sul suo compagno di squadra, in quanto lo spagnolo si trovava alla prima stagione in Ferrari.
Quest’anno, però, l’asticella delle aspettative si è notevolmente alzata, e lo spagnolo non può più contare su quel soffice cuscinetto che l’interlocutoria stagione 2021 gli aveva garantito. Sainz è chiamato a dare risposte a chi cerca il pilota che fu in grado di battere Leclerc solamente qualche mese fa, e di cui più che mai il Cavallino ha ora bisogno.

In realtà, il weekend australiano di Sainz (rivelatosi poi disastroso) era partito con alcune premesse piuttosto interessanti: i tempi del venerdì avevano evidenziato un Carlos addirittura in lieve vantaggio rispetto al compagno e al resto della griglia, candidandolo di diritto a potenziale Poleman del sabato. Tra un episodio e l’altro, però, lo spagnolo non è riuscito a convertire in pista le buone performance mostrate durante le prove libere, ottenendo solamente un misero nono posto in qualifica e un ancor peggiore ritiro in gara dopo soli due giri.

Ferrari F1 Sainz
Ferrari F1 Sainz


“È difficile dire se questo sia stato il mio peggior weekend di sempre in Formula 1”, ha detto Sainz al termine della gara. “Non ricordo con esattezza gli altri cento che ho fatto. Ma sicuramente in questo weekend ero più a mio agio con la macchina e stavo girando forte, poi all’improvviso tutto è girato male e si è rivelato uno dei miei weekend più deludenti.
“La cosa più importante è che imparo da ciò, e come squadra impariamo anche a essere più forti e più robusti in tuti gli aspetti. Mancano ancora 20 gare, tutto può succedere”.

Come dargli torto. In quella che sarà la stagione di Formula 1 più lunga di sempre, la peggior cosa da fare sarebbe proprio quella di smettere di credere al sogno iridato, specialmente ora che la vettura gli consente di poter lottare ad armi pari (se non superiori) con tutti i top drivers.

Charles ha capito molto bene la macchina e sta facendo grandi cose”, ha proseguito lo spagnolo. “Ovviamente è un’ottima macchina, ma credo che lui stia mettendo insieme gare e prestazioni molto forti. Sapevo che ci sarebbero state gare in cui le cose non sarebbero andate come speravo e in cui avrei commesso un errore, ma l’importante è imparare e tornare migliori di prima.
“Con la macchina che abbiamo quest’anno, non finire una gara vuol dire perdere molti punti e questo weekend ne è stato un esempio. Devo fare meglio”.

Incalzato sulla questione piloti, Binotto ha già assicurato come Sainz e Leclerc abbiano attualmente uno status paritario che permette loro di duellare in pista senza che vi siano ordini di scuderia. Naturalmente con il risultato di squadra come priorità assoluta.
Resta per ora in stallo, invece, la situazione contrattuale di Sainz, che solamente fino a qualche settimana fa veniva dato come sicuro dell’imminente rinnovo. Ora, le prestazioni non troppo esaltanti e la possibilità di un dualismo potenzialmente nocivo col pupillo di Maranello, Charles Leclerc, rischiano di rallentare e non di poco i programmi di Carlos e del suo entourage.

Ma questi restano discorsi che influiranno più sul lungo che sul breve periodo, perciò nel frattempo, come sempre, parola alla pista.

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