F1 – Il 2023 è ormai alle porte, ma la situazione in casa Ferrari non sembra ancora essersi delineata chiaramente. La figura del nuovo team principal, così come quella del direttore tecnico, sono tuttora vaganti dopo le dimissioni di Mattia Binotto. Il presidente Elkann, coinvolto per una sfortunata coincidenza anche sul fronte Juventus, non sembra totalmente focalizzato sulla risoluzione della questione Ferrari, come testimonia l’immobilismo delle ultime settimane riguardo la selezione del nuovo personale.

Ma nonostante l’aria che tira in quel di Maranello non sia delle migliori, arrivano alcune buone notizie in vista del prossimo campionato.

Dopo un’annata in cui la scuderia italiana è finalmente riuscita a tornare alla vittoria, i tifosi si aspettano legittimamente di poter tornare a essere competitivi per centrare il bersaglio grosso, ovvero il titolo mondiale. Titolo che manca ormai dal lontano 2008, quando venne conquistato l’ultimo mondiale costruttori, mentre l’ultimo titolo piloti risale addirittura al 2007.

Perché la maledizione Ferrari venga finalmente spezzata, c’è bisogno di una vettura competitiva che permetta a Charles Leclerc e Carlos Sainz di lottare ad armi pari fino alla fine contro i loro diretti avversari. Lo scorso anno, uno degli elementi ad aver impedito che ciò si potesse verificare è stata la nuovissima power unit 066/7 definita superfast: il propulsore sfornato a Maranello durante l’inverno, infatti, aveva sì recuperato quel gap prestazionale che dal 2020 lo separava dai motori Honda, Mercedes e Renault, ma era stato al tempo stesso soggetto a una non indifferente quantità di problematiche legate all’affidabilità.

La FIA ha stabilito che dal 2022 fino al 2026, le power unit omologate non avrebbero più potuto essere modificate se non per questioni di affidabilità. Ecco perché la Ferrari, costretta ad inseguire gli altri motoristi per via del caso ‘motore 2019’, si era quindi concentrata prevalentemente nella ricerca della potenza massima a discapito dell’affidabilità, che dovrebbe invece essere migliorata in vista del prossimo anno.

La precarietà delle power unit Ferrari aveva di conseguenza spinto il team a diminuirne la potenza durante l’anno, compromettendo notevolmente le prestazioni complessive della vettura.

Gunther Steiner, team principal della Haas (motorizzata Ferrari), si è espresso pochi giorni fa proprio a proposito dei propulsori Ferrari, asserendo che in informale colloquio avvenuto non troppo tempo fa, Mattia Binotto gli avrebbe personalmente confidato che la power unit 2023 della Ferrari sarà un’autentica “bomba”.

Una notizia che non può che far piacere ai tifosi della Rossa, nell’attesa di capire finalmente sotto quale guida verrà dato l’assalto al titolo mondiale nel 2023.

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