seguire una nuova stagione di F1 è sempre molto emozionante, e devo dire che lo è ancor di più quando si cambiano le regole che giocoforza produrranno nuove vetture; non nascondo di aver ritrovato un certo interesse quest’anno nonostante, dal 2014 inizio dell’era ibrida, ad oggi, l’interesse mio e di molti altri era andato man mano affievolendosi, in parte per il dominio incontrastato della Mercedes, ma soprattutto per delle regole assurde che hanno, in pochi anni, cambiato completamente il senso della massima serie automobilistica.

Era sicuramente necessario che si andasse verso nuove tecnologie per quanto riguarda i motori delle automobili, ma forse non doveva essere la F1 a farsi carico di questa ricerca; l’aver obbligato i Team a munirsi di power unit molto sofisticate e che oggi, di fatto, sono quanto di più evoluto possa esistere nel settore dei propulsori per veicoli su ruota, non ha fatto altro che mettere un paletto, una barriera, per l’entrata di altri competitor svilendo la tradizione stessa della F1. Ci troviamo così di fronte a due principi ben determinati dalla FIA, ridurre i costi al minimo abolendo i test in pista, limitando le ore in galleria del vento e tutta una serie di provvedimenti molto contraddittori; dall’altro lato l’obbligare i motoristi a sviluppare delle

Power Unit costosissime in nome della salvaguardia dell’ambiente e del risparmio energetico; il punto è che i due principi guida sono totalmente in contraddizione tra di loro; se si vuole fare ricerca ai massimi livelli si deve spendere e si deve poter provare in tutte le condizioni quanto progettato, questo aumenterà il livello del ‘prodotto’ finale e credo che su questo siamo tutti d’accordo. Poi c’è stato il balzello dei gettoni di sviluppo, introdotti sempre con lo scopo di limitare i costi ma che, di contro, hanno fatto lievitare molte altre spese, perché tutti hanno cercato di evolvere tutto quello che si poteva tranne la Power Unit; un atteggiamento della FIA completamente fuori logica, se VERAMENTE lo scopo dei motori ibridi era quello di raggiungere la produzione di serie, a tutt’oggi non abbiamo visto un importante travaso di tecnologia dalla F1 alle vetture che tutti noi guidiamo ogni giorno; anzi tante Case Costruttrici hanno sposato la propulsione elettrica più che quella ibrida; viene il sospetto che i blocchi sui gettoni siano stati partoriti con ben altri scopi molto meno nobili…

Ora ci troviamo di fronte ad una stagione libera nello sviluppo delle PU ma con l’obbligo di soli 4 motori per 20 GP, qualcuno penserà che è cosa buona e giusta, perché un giorno i costruttori potranno produrre motori che abbiano una vita lunghissima, sempre che tutte le ricerche ed i materiali utilizzati arriveranno fino a noi; purtroppo non ne avremo la controprova se non tra qualche anno, tuttavia sarà molto improbabile che questo accada, anche perché tali materiali sono molto costosi, come i lubrificanti usati e la benzina, arriverà forse un giorno in cui ci sarà un solo motore per tutta la stagione e sarà il giorno della morte della F1, una volta, ricordo, c’era il motore da qualifica e quello per la gara, non c’era il parco chiuso e se un Pilota era andato male al sabato c’era la speranza per tutti noi tifosi che la Scuderia ‘inventasse’ qualcosa nella notte, un nuovo assetto magari, questo aumentava le attese del pubblico e quindi di conseguenza anche l’interesse; nella nostra epoca già al sabato sappiamo chi vincerà il GP a meno di incidenti o rotture, su questo mi ha fatto riflettere nella scorsa stagione mio Padre, scomparso recentemente, lui era un grande appassionato di F1

e delle macchine Alfa Romeo; alla Domenica spesso lo andavo a trovare così da vedere insieme la gara, ma lui mi chiedeva prima quale era la griglia di partenza, avuta la risposta commentava pragmatico che tanto quelli là che erano davanti avrebbero vinto e che da 10 anni erano solo due ore sprecate, due ore di noia… Credo che la massima formula abbia perduto molti dei vecchi appassionati negli ultimi anni, quelli veraci a cui non interessa la tecnica ma il puro divertimento che dovrebbe consegnare la pista…

Proprio in questi giorni stavo riflettendo sui Campionati di una F1 che non esiste più, quando in pista c’erano i Cosworth, Lamborghini, Alfa Romeo, Bmw, Peugeot, Toyota e tanti altri insieme a quelli storici; una varietà che non si è più vista in tanti anni, non solo i piccoli Team a sfidarsi, oppure Squadre con motori clienti ma anche le Case Costruttrici che scendevano in pista con lo scopo di primeggiare e farsi una pubblicità unica che solo la F1 sapeva offrire… Erano tempi in cui le sfide erano epiche e non solo in pista, ma anche in fabbrica e negli uffici dove si scrivevano le immancabili proteste; oggi ci troviamo in un mondo plafonato, qualcuno si lamenta di ciò che fanno gli altri ma nessuno mette nero su bianco, perché ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio e deve difendere tutta una serie di interessi che non ha nulla a che fare con lo spirito profondo delle corse. Che ci siano solo 4 motoristi (la Honda durerà?) poi è avvilente sotto tutti i punti di vista, anche perché sembra quasi ovvio che questi facciano i propri interessi lasciando agli altri le briciole (quanto durerà l’idillio di Renault con Red Bull? Fino a che la Renault non sarà in lotta per il Titolo…) e quindi un ruolo inevitabile da comprimari… L’aver poi adottato un regolamento così complesso ha inoltre ridotto all’osso le aspettative anche di quelle case costruttrici che avrebbero potuto entrare nel circus; e l’esempio più lampante è la Honda; se la casa Nipponica con tutto il know-How che possiede non riesce a mettere in vettura un motore decente, come possiamo pensare che l’Audi o la Bmw possano entrare a far parte della F1?

Certo che indietro non si può tornare, non completamente, chi ha investito vedrebbe i suoi denari venir sparsi al vento, però, forse, si potrebbe tornare ad una F1 meno complicata ed anche più godibile per il pubblico che inizia a stancarsi di dover imparare così tanto sulle regole e sulla tecnologia soprattutto in un’epoca in cui si vuole avere tutto a portata di mano e che sia il più comprensibile possibile, insomma la vera evoluzione è la semplicità e non il contorsionismo tecnologico e regolamentare degli ultimi anni; sarà carico di Liberty Media far adeguare il ‘prodotto’ F1 a quello che vogliono gli utenti, sia per accontentare i ‘vecchi’ amanti della F1 come me, sia i giovani ai quali, si sa, piace sognare e sentire il rombo dei motori, basta vedere quanto successo ha tra questi il tuning, ultimo vero baluardo del vero spirito delle corse e dell’amore per i motori…

Marco Asfalto

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