In una lunga intervista a Motorsport.com, Mattia Binotto ha difeso la Ferrari dalle tante critiche ricevute in questa stagione.

Come ogni anno, la pausa estiva della F1 rappresenta un momento di riflessione e di bilanci sulla prima parte di mondiale. Nei primi tredici Gran Premi del 2022 la Ferrari ha conquistato quattro vittorie grazie ai trionfi di Charles Leclerc in Bahrein, Australia ed Austria e al primo successo nel circus di Carlos Sainz in Gran Bretagna. Il ritorno in vetta della Rossa non ha però reso la Scuderia immune ad inevitabili critiche: gli errori dei piloti, gli svarioni strategici e i problemi di affidabilità stanno infatti spingendo i titoli iridati verso la Red Bull e Max Verstappen. In tutto ciò, la figura di Mattia Binotto è tornata nell’occhio del ciclone per la sua continua difesa delle scelte del team, anche quando gli errori erano evidenti. E, in una lunga intervista a Motorsport.com, il Team Principal della Ferrari ha confermato questa linea.

Binotto ha esordito parlando della rinascita del team a livello tecnico: “In Formula 1 non esiste la bacchetta magica. In realtà non credo che ci sia voluto un anno o due, quello che stiamo ottenendo in questa stagione è il risultato di un percorso iniziato molto tempo fa, precisamente nel 2017. Lì è iniziato un costante lavoro di crescita che ha sempre avuto come obiettivo il migliorare noi stessi, un processo che ha coinvolto l’organizzazione, le competenze, l’esperienza, la metodologia, gli strumenti e le risorse, dal simulatore alla galleria del vento ed altro ancora. Quindi ci è voluto del tempo, e credo sia stato un lungo viaggio. Ora, potresti dire, va bene, avete iniziato bene nel 17, 18 e 19, ma poi c’è stato il 2020 che può essere considerato un passo, anzi, tre passi indietro. Come mai? Penso che nel 2020 abbiamo semplicemente incasinato il nostro progetto, e poi tutto è stato congelato all’inizio della stagione. […]”.

“Il secondo punto…” – prosegue l’ingegnere italo-svizzero – “…è che nel 2019 sono stato nominato Team Principal ad inizio stagione, e non c’è stato il tempo necessario per riorganizzarci. Abbiamo cercato di farlo a campionato in corso, iniziando dall’ufficio tecnico, ma semplicemente penso che nel 2020 abbiamo pagato la necessità di dover resettare e riorganizzarci. Nel 2019 abbiamo vinto alcune gare, avevamo una buona macchina, ma in quel momento abbiamo rimescolato completamente l’organizzazione e la squadra in sé, pagando questa fase la stagione successiva. In più nel 2020 e 2021 abbiamo avuto poche opportunità per sviluppare una monoposto difficile, e mi sento di dire che i risultati ottenuti in queste stagioni non abbiamo rispecchiato il reale valore del gruppo di lavoro. […]“.

Ferrari F1 Burdapest
GP UNGHERIA F1/2022 – VENERDI’ 29/07/2022 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Secondo Binotto, inoltre, il maggior numero di ore in galleria del vento e il maggior tempo che la Ferrari ha potuto dedicare al nuovo progetto rispetto a Mercedes e Red Bull non ha rappresentato un fattore determinante: “Abbiamo iniziato a sviluppare l’auto del 2022 tutti nello stesso periodo, ovvero a gennaio 2021, quando finalmente è stato possibile iniziare a simulare e ad entrare nelle gallerie del vento con le nuove auto. Prima non potevamo farlo. […] È probabile che le due squadre che stavano lottando per il campionato 2021 abbiano dovuto apportare ulteriori sviluppi nel corso della scorsa stagione, ma anche noi abbiamo lavorato più del previsto sulla vettura della scorsa stagione poiché eravamo in lotta con la McLaren fino alla fine del campionato. Ci sta che Mercedes e Red Bull abbiano messo qualche energia in più sul 2021, ma per il resto delle squadre tutti hanno avuto le nostre stesse risorse e diciamo le stesse opzioni, ovvero dare priorità al 2022, ma i risultati sono stati diversi. […]“.

Il Team Principal della Ferrari ha riconosciuto che la scarsa affidabilità è uno dei grandi punti deboli della F1-75, ma ha sottolineato che essa rappresenta una conseguenza del grande step in termini di performance della Power Unit: “Non credo che abbiamo spinto troppo perché spingere sulle prestazioni non è mai abbastanza, ma sicuramente abbiamo dato priorità alle performance piuttosto che all’affidabilità. Probabilmente siamo arrivati al limite del tempo per l’omologazione. Poi bisogna ricordare che anche sul fronte Power Unit c’è stata una restrizione del numero di ore che si possono utilizzare al banco prova, e queste restrizioni hanno avuto un impatto sul nostro lavoro. Quando non c’erano limiti, bastava aumentare il lavoro ai banchi prova, sia in termini di prestazioni che di affidabilità, ma oggi, essendo dei vincoli di ore, sei costretto a fare delle scelte”.

Abbiamo spinto i limiti delle prestazioni oltre quello che sarebbe stato un normale piano di affidabilità…” – ha proseguito Binotto – “…e questo perché sapevamo che sarebbe stato importante recuperare il divario sulla concorrenza prima che arrivasse il congelamento per quattro stagioni, consci che le problematiche relative all’affidabilità possono sempre essere risolte in un secondo momento. Con questo non voglio dire che siamo arrivati alla prima gara pensando di essere del tutto inaffidabili, non è stato così. Nei test invernali non sono emersi problemi, ma sapevamo di non avere una situazione ideale. In più i problemi che abbiamo avuto in pista che non erano emersi nelle simulazioni al banco, credo siano imprevisti tipici di un progetto nuovo, e c’è da metterli in conto. Non sono sorpreso del tutto da quanto avvenuto. […]“.

Leclerc

La più grande fonte di critiche verso la Scuderia di Maranello sono però i numerosi errori a livello di strategie, un fondamentale costato moltissimi punti a Leclerc e Sainz. L’opinione di Binotto, tuttavia, è che il team di strateghi non rappresenti affatto un problema: “Come prima cosa, credo che ci sia sempre un modo per migliorarsi, non puoi essere perfetto e non lo sarai mai. […] Detto questo, credo di avere una grande squadra che si occupa della strategia e non credo sia un nostro punto debole. Gare come Monaco, Silverstone o Paul Ricard sono state giudicate problematiche su questo fronte, ma io non vedo il gruppo come un problema, perché credo che abbiamo anche preso decisioni giuste. Non sono convinto che quello che abbiamo fatto fosse sbagliato, credo che abbiamo preso quelle che erano le decisioni giuste nel momento in cui sono state prese, e a volte si sono rivelate sfortunate, non sbagliate”.

“Se guardiamo all’operato del nostro team di strategia…” – ha rimarcato il Team Principal della Ferrari “…a volte hanno fatto anche grandi cose, migliori degli avversari. Ad esempio, in Austria avevamo la strategia giusta, al contrario dei nostri avversari, così come avevamo probabilmente la migliore strategia in Francia prima dell’errore di Charles. Al Paul Ricard abbiamo avuto il coraggio di portare due set di medie in gara, e per fare una scelta di questo tipo non devi essere non solo bravo, ma anche coraggioso. Quindi, nel complesso, abbiamo una buona squadra e non credo che questo sia un punto debole. Potremmo ricominciare a discutere, ancora una volta, di Monaco, Silverstone e Paul Ricard: dal mio punto di vista credo siano state decisioni difficili, forse sfortunate, ma non sempre sbagliate. Quindi non credo che sia una nostra debolezza in questo momento. […]“.

Binotto ha concluso sottolineando che la pressione è aumentata dopo il ritorno in vetta della Scuderia: “Il nostro obiettivo era tornare ad essere competitivi, ed essere tali per l’intera stagione. Abbiamo iniziato bene, e finora siamo rimasti competitivi grazie ad un buon lavoro di sviluppo della monoposto. Quindi sì, fino ad oggi stiamo raggiungendo quelli che erano gli obiettivi iniziali. La pressione… beh, se si è la Ferrari ci sarà sempre, è qualcosa che non possiamo cambiare perché fa parte di ciò che questo marchio rappresenta in termini storia, ed è ovvio che ci siano sempre grandi aspettative. Dobbiamo semplicemente convivere con la pressione, perché non scomparirà mai. E penso che anche questo aspetto faccia parte della capacità di una squadra, lasciare la pressione all’esterno e restare concentrati. […]“.

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