Analisi tecnica GP D’Austria: il fondo Ferrari rivisto ma non per colpa della FIA

Nelle consuete verifiche tecniche del giovedì, sulla Ferrari è apparso un rinforzo metallico nel coltello del fondo, per diminuire la flessione a cui è soggetto l’elemento. Dietro a questo non c’è però l’intervento della federazione, ma una ragionata scelta dei tecnici…

Foto @ScarbsTech

Il fondo Ferrari ormai è al centro delle attenzioni di molti addetti ai lavori fin dal GP della Cina, dove in gara si notò visibilmente come il coltello in carbonio della struttura flettesse per effetto delle vibrazioni indotte dalla monoposto. Questa particolare geometria del fondo, consistente in un lungo solco che divide parzialmente l’elemento lungo l’estremità a lato cockpit, è stata introdotta sulla SF70-H sin dai test prestagionali sul circuito del Montmelò. La sua funzione riprende l’effetto delle minigonne che caratterizzarono la Formula 1 degli anni ’70, attraverso la generazione di vortici lungo il bordo del fondo in grado di impedire all’aria esterna di “inquinare” il flusso d’aria che scorre al di sotto della vettura, opportunamente velocizzato con lo scopo di abbassarne la pressione e creare un effetto di depressione.

La SF70-H ha sempre superato le verifiche dei delegati FIA il giovedì, soprattutto quelle mirate al riscontro della flessione di varie appendici aerodinamiche nella vettura; tuttavia il coltello, se soggetto a flessioni troppo estese, perde d’efficacia come generatore di vortici e porta a creare flussi d’aria nocivi al lavoro svolto dal fondo. Le vibrazioni che inducono il coltello in carbonio a flettere, sono generate da bump o sconnessioni nella pista, che qui in Austria sono amplificate dai numerosi cordoli, leggermente rialzati rispetto al normale e che in passato sono già stati protagonisti di fuori pista, soprattutto in curva otto dove i piloti rasentano il bordo per cercare la traiettoria migliore prima del lungo rettilineo.
La conformazione del tracciato e le sue caratteristiche ha quindi spinto i tecnici di Maranello a smorzare ogni eventuale dannosa flessione del coltello applicando un rinforzo metallico sulla pelle in carbonio, come già in passato era stato fatto.

Confermato lo spoiler sul cofano motore

Al posteriore viene mantenuta lo spoiler posto in prossimità degli sfoghi del cofano motore: la sua funzione sfrutta la deviazione dei flussi d’aria che lambiscono il profilo per estrarre l’aria calda in uscita dalla power unit, molto sollecitata visto che al Red Bull Ring la farfalla rimane aperta per il 70-75% del giro.

L’ala anteriore è stata rivista

Al debutto sul tracciato austriaco anche la nuova specifica d’ala, ulteriore evoluzione della precedente, vista per la prima volta in Bahrain; frutto di un enorme lavoro al CFD e di numerosi tecnici (per la precedente sono state coinvolte più di 200 persone), nella nuova ala è stato eliminato un soffiaggio sul main plane, mentre quello principale è stato arcuato in prossimità dei piloni di attacco al muso. Questo profilo mantiene il disegno a “ricciolo” introdotto da Mercedes, molto marcato, ed un angolo di attacco ora non più nullo.
L’ala anteriore deve favorire la deviazione del flusso d’aria che in condizioni normali investe gli pneumatici anteriori, perciò nella nuova versione si è intervenuti ancora sulla forma del tunnel ed in particolare sull’angolo di curvatura progressiva degli elementi, allo scopo di favorire l’estrazione del flusso d’aria all’esterno della ruota ed evitare che venga avvolto nella turbolenza creata dal suo rotolamento.
Sulla sommità dell’ala è stato aggiunto un’ulteriore soffiaggio che si estende fino alla paratia laterale dell’ala, utile a veicolare ancora una volta il flusso d’aria all’esterno degli pneumatici.

La T-Wing ha subito un aggiornamento

La soluzione del profilo alare della T-Wing sulla SF70-H riprende quella già vista nel GP di Montecarlo, con la geometria a bi-plano che si ripete; l’intervengo nella nuova specifica si è concentrato sul bordo estremo a C dell’ala, che mostra un arco diverso. La superficie alare ora presenta larghezza variabile, estesa maggiormente in prossimità del gradino d’attacco alla shark finn.

 

 

 

 

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