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Alpine, riscossa cercasi in terra yankee

In Cina ci sono andati vicino ma non hanno fatto bingo. Esteban Ocon, infatti, ha fatto transitare la sua vettura all’undicesimo posto, cioè a un sussurro dalla zona punti rimasta finora una chimera. Per la sua Alpine e per quella del compagno di squadra Pierre Gasly che, finora, ha solo … fatto tredici. Non al totocalcio, ma nel senso del massimo piazzamento ottenuto nei primi cinque atti dello spettacolo Formula 1 show versione 2024.

Lo scorso campionato, nelle prime cinque uscite, Gasly si era già messo in tasca due noni e un ottavo posto, certo non un podio ma comunque qualcosa che fa moneta, e Ocon un ottavo. Stavolta il pentagiro dei Gran Premi ha disposto diversamente, evidenziando un’Alpine in crisi di identità da cui sarebbe lecito attendersi messe ben più abbondante.

Uno dei piazzamenti a zona punti dello scorso campionato, per il duo transalpino, arrivò proprio a Miami, prossima tappa della carovana circus, Ottavo Gasly, nono Ocon. Va bene che ogni Gran Premio fa storia a sè, ma i precedenti, ai due e alla scuderia, un sorso di conforto lo potrebbero pure dare.

Gasly, in passato, ebbe modo di rilasciare dichiarazioni entusiastiche sul circuito statunitense parlando di pista “bella, soprattutto con i due lunghissimi rettilinei”. Amore a prima vista, insomma. Che poi la pista gli ha corrisposto appunto nel 2023 facendolo andare a punti.

Ocon, invece, bada alla sostanza. Con un autodiktat preciso: partiamo per Miami con il serbatoio di soddisfazione per avere almeno sfiorato la zona punti. Della serie, la prossima potrebbe essere quella buona.

“Al momento siamo a quota zero – dichiara a Motorionline dando prima diritto di cittadinanza al senso di realtà – ma in Cina siamo riusciti a ottenere il nostro migliore risultato stagionale e, tra l’altro, con entrambe le vetture, sono successe parecchie cose, ovviamente, ma sono dell’idea che abbiamo mostrato segnali molto positivi, dobbiamo tenere i piedi ben saldi per terra ma sono soddisfatto di quello che abbiamo mostrato e, soprattutto, della mia guida”.

Insomma, Esteban il transalpino crede nella politica dei piccoli passi. E, se l’altra volta dalla decima piazza lo separò l’inezia di tre secondi tre, il suo canto del buon auspicio assume particolare credibilità. L’Alpine lancia insomma la sfida. Con l’intenzione di non tornare dagli States a mani vuote.

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