Muso allungato e coda tronca per una delle vetture più belle mai disegnate nella storia del Biscione.
Ripercorriamo la storia di una vettura iconica molto importante per il mondo dell’automotive italiano, tanto nello stile quanto nella tecnica. L’Alfa Romeo 8C Competizione fece il suo debutto al salone di Francoforte nel 2003 come concept car, riscuotendo un gran successo tra esperti e semplici appassionati, tant’è che un certo Jeremy Clarkson la definì “una vera e propria opera d’arte fine a se stessa”.
L’Alfa Romeo 8C si presentò con un design che poi farà scuola, muso appuntito e allungato e coda tronca che accenna un terzo volume e nasconde, neanche tanto, uno spoiler che punta verso l’alto. All’anteriore trovano spazio i fari divisi in tre parti circolari e una nervatura centrale che ripercorre tutto il cofano e punta verso il basso quasi a “divorare l’asfalto”, anche perché diversamente non poteva essere vista la posta in gioco della scheda tecnica che faceva segnare 450 cavalli di potenza a 7 mila giri minuto sprigionati da un motore v8 di 4,7 litri di cilindrata e 32 valvole.
Le prestazioni (di tutto rilievo) dichiarate furono uno “zero-cento” in 4 secondi netti e 295 chilometri orari di velocità massima.
All’epoca della vendita sul mercato la 8C costava ben 170 mila euro, che se contestualizzati con il panorama delle auto di quel segmento e il numero delle versioni prodotte non era poi una cifra così folle. Al giorno d’oggi questa opera d’arte su quattro ruote è molto ricercata sul mercato e il suo valore, visto la tiratura limitata, è destinato a salire, con prezzi che oscillano da 250 mila euro per la coupé sino ad arrivare ai 280 mila per la spider.
Di Lucio Urgu