La hypercar modenese compie 20 anni e non sembra voler invecchiare. La Pagani Zonda, dopo due decadi, conserva lo stesso stile inimitabile del primo modello.

1999-2019: 20 anni possono essere pochi o possono essere molti, tutto dipende dall’argomento in questione ed il nostro preferito sono le auto. Esattamente 20 anni fa fece il suo debutto tra i big dell’automobilismo sportivo la Pagani Zonda. Horacio Raul Pagani, un nome fino a quel momento sconosciuto agli addetti ai lavori, fu capace di rivoluzionare un segmento esclusivissimo. Pagani partì da un’idea, un sogno: costruire la sua macchina, la sua supercar, anzi l’hypercar come fu giustamente ribattezzata dalla stampa mondiale in occasione della sua presentazione.

Pagani 2

Dicevamo del signor Pagani, partito con un bagaglio di passione, fu capace di un’impresa quasi epica, grazie all’amicizia con il pilota Fangio (che gli scrisse una lettera di presentazione) per approdare in Lamborghini. Dopo pochi anni, Pagani si mise in proprio, fondò la Modena Design specializzata nel costruire parti in fibra di carbonio, materiale nel quale fu un vero precursore. Finché non decise di costruire un auto che portasse il suo nome, non costruì una semplice fabbrica, ma un vero e proprio atelier! Se il sig. Tamburini è considerato il Michelangelo delle moto, il sig. Pagani lo definirei “il Leonardo Da Vinci delle auto“; infatti, proprio per sua affermazione, le sue auto prendono spunto dal genio di Leonardo, secondo il quale scienza e design possono coesistere, ed i risultati si vedono. Ma torniamo alla sua creatura, ossia la Zonda. Nel 1999 come si faceva a non rimanere estasiati, stupiti, da quell’auto, omologata per un uso stradale ma tanto simile alle vetture del gruppo C. Altra novità per l’epoca è che, per la prima volta, veniva lasciata la fibra di carbonio in vista, cosa che personalmente credo esprima al meglio l’espressione: wow!
D’un tratto tutte le vetture sembravano improvvisamente “vecchie ed obsolete” vicino a cotanta maestria e cura in ogni minimo dettaglio: anche il più insignificante, oltre ad avere un ruolo tecnico, era stupefacente da osservare!

Cuore Mercedes

Un altro aspetto che fece storcere il naso ad un bel po’ di persone fu la scelta di equipaggiare la Zonda con un propulsore Mercedes-AMG, questione molto importante per Horacio. Infatti, non tutti sanno che all’inizio la Zonda si doveva chiamare Fangio, in onore del pilota ed amico del sig. Pagani e, quando Horacio gli disse che voleva fare una vettura che portasse il suo nome, Fangio gli rispose che se le vetture avessero portato il suo nome, avrebbero dovuto montare i propulsori Mercedes. Questo perché Fangio era molto legato alla casa tedesca, per via delle innumerevoli vittorie ottenute sulle vetture con la stella e, quindi, in segno di gratitudine verso la casa di Stoccarda, Fangio impose ad Horacio solo questo vincolo. Tuttavia, il sig. Pagani aveva un certo “timore” che le sue auto non fossero all’altezza di portare tale nome, perciò cambiò il nome in Zonda (il vento che soffia sulle Ande). Il motore, fermo restando il V12 targato Mercedes, fu costruito secondo le specifiche imposte dal team di Horacio Pagani. Una delle direttive fu che il primo V12 Mercedes stradale dovesse superare la soglia dei 7000 gir/min. Che motore! Ricco di coppia ed esplosivo a massimi regimi, sembrava un fiume in piena! Con un sound che letteralmente solo a sentirlo fa sempre venire un brivido lungo la schiena. Di Zonda speciali ne sono state fatte diverse, la prima fu la Zonda F, in onore di Fangio appunto Horacio aggiunse la F finale; la Zonda 5 costruita per l’appunto solo in 5 esemplari, la prima dotata di cambio sequenziale con i paddles dietro al volante e di airscoop, come le vetture di Formula 1! Passando per la R, evolutasi in r-evolution non omologata per l’uso stradale, e altre ancora.

 

Pagani roadster

L’ultima meraviglia, ossia la HP barchetta, prodotta solo in 3 esemplari di cui uno appunto andrà al sig. Pagani e le altre due andranno in vendita al prezzo di 20 milioni di euro, facendola diventare l’auto di serie più costosa del mondo. Il canto del cigno con 800 CV, tanti auguri mito!

Enzo De Carlo

A proposito dell'autore

Ho una grande passione per il mondo auto/moto mi affascina la tecnica, e amo guidare qualsiasi mezzo purchè abbia un motore!

Post correlati

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto