Ha lavorato per uno dei marchi automobilistici più conosciuti ed importanti, si racconta a Wheels&Heels Manuela Amoroso, conosciamola insieme!
- Ciao Manuela, di cosa ti sei occupata, se parliamo di motori in cosa è stata impegnata Manuela Amoroso.
Per il Team Imperiale Racing mi sono occupata di pianificazione e logistica. In seguito alle scelte tecniche e sportive del Team Manager procedevo a organizzare logisticamente tutto ciò che era necessario per far sì che tutto si potesse svolgere nel migliore dei modi. Tutto questo presupponeva la gestione di contratti, il coordinamento di tutte le trasferte (trasferimento di uomini e mezzi, prenotazione di hotel), preparazione di tutta la documentazione necessaria per la partecipazione ai Campionati Italiani ed Europei, organizzazione dei test di prova delle vetture, prenotazione degli autodromi, contatti con gli sponsor; mi occupavo degli ordini di materiale per l’officina e dei ricambi per le auto. In circuito seguivo il servizio hospitality e accoglievo i numerosissimi ospiti che venivano a vedere le “gesta” del team e tifare per noi e spiegavo loro come si svolgeva il nostro weekend di gara. Quello che facevo in circuito è difficile da elencare perché il bello di far parte di un team è che quando c’è bisogno ognuno fa del suo meglio per dare una mano agli altri; aggiungici poi il mio entusiasmo ed un pizzico di curiosità ed il risultato era che, oltre ai consueti compiti che mi riguardavano direttamente, mi sono ritrovata a dare una mano a lavare un bilico, a “rasare” le gomme sporche dopo le Free Practice, a lavare davanti ai box le tute dei piloti con acqua e Chante Claire, a staccare e riattaccare gli adesivi degli sponsor sulle vetture; una cosa che mi piaceva molto fare era di mettermi sui carrelli ed essere trainata insieme alle gomme ed ai fusti della benzina. C’erano poi le urgenze dell’ultimo minuto: si rompeva l’aspirapolvere? Vai! Corri a comprarlo! Il fusibile del compressore è andato in tilt? Vai! Corri a comprarlo! Un meccanico non ha avuto tempo di fare la ricarica al cellulare? Vai! Corri a dargli una mano! Eh sì, in circuito non si corre solo con le auto………. Una volta mi è anche capitato di andare a comprare calze e slip ad un meccanico che ci ha dovuti raggiungere in circuito improvvisamente.
- Parlaci della tua carriera e del tuo percorso, come e quando hai maturato l’idea di voler lavorare in questo ambiente, da cosa nasce la tua passione?
E’ proprio vero che gli amori più belli nascono per caso…… Io al caso non credo, ma effettivamente il motorsport mi ha preso senza che io lo avessi cercato. Solo dopo ho capito il perché…E’ successo che avevo perso il lavoro e Imperiale cercava una persona che si occupasse della coordinazione del team, nell’allora sede di Sant’Agata Bolognese. Avendo già nel passato avuto contatti lavorativi con l’azienda, nel febbraio del 2014 sono stata assunta per questo ruolo. Non era facile trovare una persona che potesse ricoprire quel ruolo, ancora oggi non è facile trovare delle donne che abbiano avuto esperienza nel motorsport e devo dire che l’azienda si è fidata moltissimo, per questo la devo ringraziare. Per farvi capire quanto sapessi di motorsport, era come aver messo un meccanico in un reparto di cosmetica per donne. Io non sapevo assolutamente nulla di corse! Per qualche stagione avevo seguito la F1 in TV, ma niente di più. Non vi nascondo che i primi giorni, tornavo a casa la sera e piangevo presa dallo sconforto; mi trovavo in un mondo sconosciuto tanto lontano dalla mia realtà quotidiana. Poi, giorno dopo giorno, i puzzle si incastravano l’uno con l’altro e tutto prendeva forma. Ciò che di più di tutti mi ha fatto innamorare di questo sport è stata la dedizione dei meccanici. Lavorando in officina si respirava passione pura, un amore incondizionato tra loro e le vetture. Ai ragazzi ripetevo sempre: “vorrei avere un uomo che mi adora così come voi adorate queste macchine!” E allora, la mattina entrando in officina iniziavo ad apprezzare l’odore degli pneumatici, ascoltavo sempre con più piacere il rombo dei motori che si accendevano, cominciavo a capire il senso dei ricambi che ordinavo. Poi, finalmente è arrivato il giorno di andare in circuito per il mio primo weekend di gara. Da quel giorno non ho più avuto dubbi. Da quel giorno, quel po’ di nebbia che ancora era rimasta si è diradata completamente, la strada è stata chiara ed il percorso meraviglioso!
- Il motorsport è un mondo che nasce maschile, ma ora per passione e competenze le quote rosa stanno aumentando, spiegaci un po’ la tua esperienza tra difficoltà e vantaggi, collaborazione e conflitti con la sfera maschile, come ti trovi?
Devo dire che all’inizio non è stato facile, però, tutto sommato, adesso posso dire che non è neanche stato troppo difficile. I ragazzi mi hanno accolta fin da subito nel team e a loro modo, hanno cercato di insegnarmi tutto quello che dovevo sapere. E’ chiaro che per loro ero sempre una donna, per di più completamente ignorante in materia; però, pian piano sono riuscita a conquistarmi la loro fiducia. Anche in circuito ho incontrato tantissima gente che mi dispensava i propri consigli e, qualcuno, ha visto da subito maturare in me il seme della passione. E quando c’è la passione comune, tutto diventa più semplice. Nel tempo ho imparato a conoscere le persone, le dinamiche, i tempi. Ho cercato sempre di essere me stessa, e questa cosa è stata apprezzata. Quando avevo bisogno chiedevo aiuto, quando mi accorgevo che qualcuno aveva bisogno facevo tutto ciò che potevo per dargli una mano. Bisogna tirare fuori tutta la grinta che si ha, quello sì, perché bisogna gestire momenti di forte tensione e di stanchezza. E’ capitato che fossi presa dallo sconforto, perché ci sono state volte in cui mi sono sentita esclusa o additata; però poi ho capito che l’evolversi delle cose cambia in base al proprio modo di vedere quelle stesse cose. Se ci si sente esclusa, alla fine succede che ci si auto esclude. Allora, sempre col sorriso sulla faccia, ho tirato fuori tutto il carattere che non sapevo di avere, e ogni tanto qualche parolaccia detta nel modo giusto ed al momento giusto…E lavorare in un mondo di uomini diventa divertente, appagante e coinvolgente!
- Far combaciare vita lavorativa e quotidiana è sempre difficile, come riuscivi a conciliare il tuo lavoro e la tua vita “da donna”?
Non è stato facile. Il lavoro mi impegnava molto. Mi impegnava molto tempo, ma soprattutto mi impegnava la mente. Perché di pensare a questo lavoro non si smette mai. Poi capitava spesso di essere fuori per un weekend di gara o per un test. La sera si rientrava alle 2 di notte e la mattina alle 8 ero già a lavoro. Non si stacca mai. E a casa avevo 2 figlie ad aspettarmi. Per tutto il resto non avevo tempo. Questo lavoro ti assorbe corpo, anima e mente. Il lavoro diventa anche il proprio mondo, al di fuori del quale non si riesce a coltivare nient’altro. Questo lavoro mi ha dato tanto, ma non posso nascondere che mi ha anche tolto molto, perché ci sono cose che si perdono e non si recuperano. Purtroppo di deve scegliere, si è consapevoli delle rinunce che si devono fare e fa tutto parte del gioco. Dopo non si devono avere rimpianti.
- Al momento non sei nel motorsport, ma ti piacerebbe tornare? Ti manca qualcosa in particolare del mondo dei motori?
Del mondo dei motori mi manca tutto. La vita da circuito, la goliardia della vita da team, l’odore degli pneumatici, la musica dei motori, le tute sudate dei piloti, il caos del circuito di giorno e la pace del circuito la sera, quando tutto è spento, tutto è silenzioso, si vedono solo le luci dei box in cui si lavora e si ascoltano solo i rumori delle pistole avvitatrici. Mi manca il pubblico, gli ospiti, mi manca la tensione, lo stress, lo sconforto di un risultato non arrivato, l’esultanza di una vittoria; lavorativamente e personalmente parlando, tutto quello che ho vissuto in questi ultimi anni mi hanno resa la persona che sono ora; una persona forte, decisa, aperta verso le persone e le opportunità. Se ci vorrei tornare proprio non lo so, me lo chiedono e me lo chiedo spesso. A volte penso che è stata una meravigliosa esperienza che, come tutto, prima o poi finisce o cambia. A volte, mentre sono in ufficio davanti al pc, penso che l’unico posto dove vorrei essere è tra le macchine da corsa. Uscire dal mondo delle corse è stato traumatico per me. Ho pianto di paura quando ci sono arrivata ed ho pianto di disperazione quando me ne sono andata. Da quando ho cambiato lavoro ho più tempo per me e le mie figlie. Coltivo affetti ed interessi diversi. Ma il seme della passione per il motorsport, quello che non sapevo fosse sotterrato in me, ormai è sbocciato ed ha salde radici, quindi lo porterò sempre con me nel cuore, nella mente e nell’anima.
- Manuela tra ieri e domani…una vittoria già conquistata e un sogno per il futuro
La persona forte e combattiva che sono diventata, le esperienze che ho vissuto e tutti gli amici che ho conosciuto sono il lascito migliore che il motorsport mi abbia fatto, questa è la mia più grande vittoria. Di sogni per il futuro ne ho tanti, alcuni so che rimarranno solo sogni, altri diventeranno dei propositi. Però i sogni son desideri, ed i desideri espressi non si dicono, altrimenti non si avverano!
- Cosa ne pensi dell’attuale ruolo delle donne nel motorsport?
Sono sicura che le donne diano un contributo fondamentale nel motorsport. Le donne hanno carisma, forza e potentissime doti di mediazione e precisione. Un mondo solo maschile è monotono, tutto si deve evolvere, anche il motorsport, e le donne hanno gli ingredienti giusti per aggiungere colore a questo pazzo mondo!
- In ultimo scrivi una frase che ti rappresenta
A volte mi sento come un giovane pilota, poca tecnica ma grande entusiasmo, che spinge sull’acceleratore senza sapere bene cosa succederà, e allora stringe le mani sul volante e vola!