Quarto team del mondiale F1 a presentare la vettura, oggi la Force India ha stupito con accorgimenti inusuali e di dubbio gusto estetico, che, i tifosi del Team di Vijay Mallya, sperano almeno compensare dando risultati sorprendenti
Partendo come sempre l’analisi dall’alto della vettura, incontriamo immediatamente una presa motore abbastanza tradizionale con il classico rollbar triangolare ed una pianna molto generosa.
Inusuali le protezioni al lato del casco che precipitano giù quasi verticalmente, senza “fondersi” con la carrozzeria del cofano motore.
Arrivando alle pance, i candelabri, veri e propri protagonisti, assieme al muso, di queste presentazioni, risultano completamente diversi da quelli della Renault,
Bargeboards and note how the pod vanes stop halfway down, more to come? pic.twitter.com/KhgCLIwHAl
— Craig Scarborough (@ScarbsTech) 22 febbraio 2017
essendo infatti delle cornici delle prese radiatori che non vanno ad integrarsi sul fondo, ma che si fermano a metà altezza; il lavoro di guida dei flussi è infatti demandato a bargeboard di notevoli dimensioni e complessità che sembrano proseguire le forme dei deviatori di flusso dell’ala anteriore. E’ il fondo vettura,con una proboscide verso l’alto, a sorreggere queste paratie, molto complesse e ricche di soffiaggi,
Ma ciò che dà più nell’occhio è la transizione tra parte superiore della scocca e muso: un vero e proprio angolo per nulla raccordato che ospita il comparto sospensioni probabilmente e che spezza totalmente la linea, ricordando le vetture col naso a gradino di qualche anno fa.
— Craig Scarborough (@ScarbsTech) 22 febbraio 2017
Se sotto questo coperchio spunterà un S-Duct al momento non è dato saperlo. Rientrare nelle dimensioni minime della scocca probabilmente è stato il motivo per cui i tecnici della Force India sono stati costretti ad una “brutturia” simile.
Molto particolare ed innovativo è anche il muso,
che presenta due condotti, portando la parte centrale ad assomigliare a quella degli altri competitor ed estremizzare ancora di più il concetto del muso dell’anno passato, cercando di pettinare i flussi nella zona anteriore della vettura. Estremamente complessa l’ala anteriore, che pare quasi voglia fungere da generatore di pareti aereodinamiche per indirizzare i vortici nel punto desiderato dai progettisti.
In attesa dei grandi nomi è evidente come la ricerca quest’anno si stia concentrando,a livello aereodinamico, nella guida dei flussi che la vettura incontra nella parte anteriore e sottostante al musetto,fino alle prese dei radiatori.
E’ invece demandato ad elementi di micro aereodinamica (su cui,al momento ha poco senso dilungarsi) la gestione dei flussi attorno alle ruote posteriori.
Se l’obiettivo della Fia quest’anno era di costringere i progettisti a disegnare vetture più belle, decisamente qualcosa è andato storto.