Ferrari F1 – Ha suscitato scalpore fra gli appassionati l’intervista apparsa oggi sul sito motorsport.com a Frédéric Vasseur, per la firma di Roberto Chinchero.
Il giornalista monzese, fra i più competenti e autorevoli del circus, ha avuto modo di testare l’umore del numero uno di Maranello all’indomani del GP di Montecarlo.

Fra i temi toccati durante l’intervista ci sono gli obiettivi a breve e medio periodo, l’analisi degli errori, a far da contraltare alla difesa di alcune scelte di strategia stigmatizzate dalla stampa, per finire con un parere sullo stato di forma dei piloti e della vettura.

Messo di fronte alla precisa domanda sulla capacità, e soprattutto sulla volontà, da parte di Mercedes, di rischiare l’applicazione di aggiornamenti in un Gran Premio come quello di Montecarlo, con l’obiettivo niente affatto nascosto di accumulare esperienza in vista del futuro, sorprende l’ammissione del team principal: “Non so chi ha detto che avremo una nuova sospensione posteriore in Spagna, non sono stato certo io”.
Parole che gelano sia le velleità giornalistiche di alcuni sedicenti esperti di internet, ma soprattutto le speranze di milioni di tifosi italiani fomentati dalla stampa, dai fiumi di inchiostro spesi a giustificare come fosse quello, la sospensione, il vero punto di svolta.
E le opinioni sprecate sull’effetto salvifico della architettura pull rod, capace di regalare le ali alla vettura di Milton Keynes?
E le foto rubate e poi discusse sui social, con lo youtuber di turno a sperticarsi sulla certezza che la sospensione, quella sì che avrebbe fatto lavorare come si deve la beam wing?
Nulla di tutto questo.

Avremmo dovuto portare degli aggiornamenti a Imola, in precedenza a Miami abbiamo portato un nuovo fondo [particolare poi esaminato nella 9 puntata di Race Tech, la rubrica di approfondimento tecnico di News F1 ndr],a Monaco avevamo le nuove ali e in Spagna una nuova carrozzeria”, chiosa Vasseur.
Al di là della conclusione, francamente discutibile, del voler trattare a tutti i costi adeguamenti di circuito come le ali alla stregua di aggiornamenti tecnici veri e propri, pur volendo concedere il beneficio del dubbio -tecnico- al Team Principal di Ferrari, ci sembra più che altro una difesa dei propri uomini dalla stampa, ormai allertata sulle tracce di una Ferrari ferita dalla pochezza vista in queste primo quarto di stagione ad opera della SF-23, progetto su cui è difficile pensare di puntare come base per il futuro.

A meno di clamorosa pretattica da parte dell’ingegnere e manager francese, si direbbe proprio che molte parole su quello che vedremo in quel di Barcellona siano state buttate al vento.
Speriamo che almeno loro siano aerodinamiche.

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