Ferrari F1 Hamilton simulatore
Ferrari F1 Hamilton simulatore

Ferrari F1, il tempo ci dà ragione: Hamilton bocciò il simulatore, ora arrivano i tecnici Mercedes

Ferrari F1 – C’è una sottile soddisfazione nel vedere i fatti confermare le parole, specialmente quando quelle parole erano state accolte con scetticismo o, peggio, derisione.
Lo scorso 13 febbraio 2025, in pieno hype per l’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello, NewsF1.it pubblicò un’esclusiva scomoda (la trovate qui in basso). Mentre tutti celebravano i “mondiali sulla carta”, noi riportammo il primo feedback reale del sette volte iridato: promossa la macchina reale la vecchia SF24, bocciato senza appello il simulatore.

Apriti cielo. Fummo accusati di disfattismo, mentre altre testate rassicuravano i tifosi raccontando di un reparto simulazione “perfettamente funzionante” e all’avanguardia.
Oggi, 15 dicembre 2025, la notizia riportata da Motorsport.com chiude il cerchio: la Ferrari ha appena assunto due tecnici specifici dalla Mercedes proprio per l’area simulazione e gomme. Una mossa che conferma, mesi dopo, che il problema c’era ed era esattamente dove lo aveva indicato Sir Lewis.

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F1 News hamilton Ferrari Test Barcellona foto credit media Ferrari

Apriti cielo. Fummo accusati di disfattismo, mentre altre testate rassicuravano i tifosi raccontando di un reparto simulazione “perfettamente funzionante” e all’avanguardia.
Oggi, 15 dicembre 2025, la notizia riportata da Motorsport.com chiude il cerchio: la Ferrari ha appena assunto due tecnici specifici dalla Mercedes proprio per l’area simulazione e gomme. Una mossa che conferma, mesi dopo, che il problema c’era ed era esattamente dove lo aveva indicato Sir Lewis.

simulatore F1 Ferrari hardware e software

Il vero problema: l’illusione dell’Hardware (o l’analogia del PC)

Qui serve fare chiarezza tecnica, perché sui social si legge di tutto. Molti tifosi pensano che la Ferrari abbia un simulatore “vecchio” o rotto. Non è così.
Ferrari, come quasi tutti i top team (inclusa Mercedes), utilizza simulatori basati su tecnologia Dynisma, che rappresenta lo stato dell’arte dell’hardware a bassa latenza.

Il problema non è la macchina, è come la si usa.
Facciamo un esempio semplice: se comprate il PC più potente del mondo ma ci installate sopra un software calibrato male o inserite dati spazzatura (Garbage In, Garbage Out), otterrete risultati scadenti.

La critica di Hamilton e l’arrivo di Farzand confermano che a Maranello il problema era il metodo:

  • Dati di input delle gomme non accurati.
  • Software di correlazione meno raffinato di quello Mercedes.
  • Scarsa corrispondenza tra le sensazioni virtuali e la pista reale.

Il simulatore ( Ecco come funziona un moderno simulatore in F1 ) non è un videogioco dove conta la scheda grafica; è uno strumento scientifico che vale quanto la qualità dei dati che gli ingegneri sanno inserirci. Evidentemente, a Brackley sapevano “programmare” meglio l’esperienza virtuale rispetto a Maranello.

Conclusioni: Hamilton non è solo marketing

Questa mossa di mercato dimostra un’altra verità che avevamo anticipato: Lewis Hamilton non è venuto a Maranello solo per vendere magliette.
Il suo impatto tecnico è tangibile. Ha individuato una debolezza strutturale (il know-how simulativo) e ha spinto affinché venisse risolta, portando la squadra ad assumere le persone giuste per correggere il tiro in vista del regolamento 2026.

Avevamo ragione noi a febbraio, e i fatti di dicembre lo confermano. La speranza, ora, è che questi correttivi arrivino in tempo per rendere la prossima monoposto non solo bella, ma finalmente vincente.

Leggi l’articolo originale di Febbraio 2025:
Esclusivo: Hamilton elogia la SF-24 ma boccia l’area simulativa Ferrari

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