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Ferrari 2026 – Nell’ultima puntata di RaceTech Speciale 2026, l’ing. Alberto Maggioni, aerodinamico del gruppo Sauber e cofondatore della RGB Motor Academy, ha analizzato i veri fattori che determineranno la competitività della Ferrari nel 2026. Non sarà la sospensione, ma aerodinamica, telaio, Power Unit e la capacità dei piloti — Hamilton compreso — a fare la differenza.
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Ferrari 2026: un progetto che riparte da zero
Con l’avvicinarsi del 2026, anno del grande cambiamento regolamentare, la Ferrari si trova davanti a una sfida radicale. Dopo una stagione 2025 priva di vittorie e podi, anche con l’arrivo di Lewis Hamilton, il Cavallino deve reinventarsi in una Formula 1 che sarà più leggera, con minore carico aerodinamico e auto più corte.
Secondo l’ing. Alberto Maggioni, «tutti i team, Ferrari inclusa, ripartiranno quasi da zero». Tuttavia, le conoscenze acquisite in questi anni in termini di telaio e cinematica delle sospensioni non andranno perdute. «Ci sarà ancora chi sceglierà il push-rod e chi il pull-rod. Le esperienze maturate rimarranno valide, ma l’aerodinamica e l’efficienza complessiva avranno un peso determinante».
Aerodinamica e Power Unit: equilibrio e rivoluzione
Il nuovo regolamento introdurrà modalità come l’“X Mode”, in cui entrambe le ali saranno aperte per ridurre resistenza e carico. Questo, spiega Maggioni, cambierà radicalmente il ruolo dell’aerodinamica in rettilineo, favorendo la Power Unit. Tuttavia, i reparti aerodinamici continueranno a essere centrali:
«Nei primi anni i team non ridurranno gli investimenti sull’aerodinamica. È ancora lì che si gioca gran parte della prestazione».
Il bilanciamento tra carico e potenza, secondo l’ingegnere, renderà più complessa la gestione tecnica delle monoposto, ma anche più interessante la competizione tra i reparti di sviluppo.
Hamilton e i “paper”: quanto conta davvero il pilota
Un altro tema centrale è il contributo dei piloti — in particolare quello di Lewis Hamilton. L’ingegnere Sauber ritiene che il sette volte campione del mondo possa dare un valore aggiunto cruciale, ma avverte:
«Il pilota non fa il setup, ma i suoi feedback sono fondamentali. Se Hamilton ha mandato note tecniche o richieste alla dirigenza, ha fatto bene: la sua esperienza in Mercedes è un patrimonio enorme».
Maggioni però sottolinea che l’influenza diretta di un pilota sui processi interni di un team resta limitata: «È giusto che un campione condivida la sua visione, ma poi tocca alla direzione tecnica decidere come integrarla».
Il 2026: l’anno del talento e dell’incognita
Con meno carico aerodinamico, sarà il talento del pilota a emergere con maggiore evidenza. «Le differenze tra i piloti si vedranno di più. In curve ad alta velocità, il manico farà la differenza» afferma Maggioni.
Una sfida che riporterà la Formula 1 a un equilibrio più “umano”, dove la sensibilità del pilota tornerà a incidere quanto la tecnologia.
Addio al mito della sospensione
Il messaggio di Maggioni è chiaro: la sospensione non sarà la chiave della Ferrari 2026. «Non è il push-rod o il pull-rod a cambiare le sorti di una monoposto. Conta l’insieme: telaio, aerodinamica, efficienza e capacità di adattamento del team».
Mentre il pubblico discute di soluzioni meccaniche e setup, i veri progressi arriveranno dal lavoro integrato tra reparti e dalla capacità di gestire la nuova filosofia aerodinamica voluta dalla FIA.
Analisi finale:
L’intervento di Alberto Maggioni segna un punto fermo nel dibattito tecnico sulla Ferrari 2026. L’era delle sospensioni “miracolose” è finita: il futuro della Formula 1 sarà dettato dall’efficienza complessiva, dalla sinergia tra Power Unit e aerodinamica e dalla sensibilità dei piloti. Per la Ferrari e per Hamilton, la vera sfida sarà tradurre questa complessità in velocità e costanza di rendimento.
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🎓 L’ingegnere Alberto è anche fondatore della RGB Motor Academy, il suo corso completo di aerodinamica — link https://www.rgbmotoracademy.com/p/aer…