Prima l’annuncio dell’ipotetica cancellazione del Gran Premio, poi dalla Russia fanno sapere che era solo rimandato. Adesso l’ufficialità ancora più definitiva: la Formula 1 non correrà mai più in Russia.

La Formula 1 ha rescisso il contratto con i promotori della gara svoltasi all’Autodromo di Sochi, in risposta all’invasione della vicina Ucraina da parte del Paese.

L’evento, che doveva spostarsi su una nuova pista fuori San Pietroburgo l’anno prossimo dall’attuale sede del parco olimpico di Sochi, aveva un contratto fino al 2025.

“La F1 può confermare di aver risolto il suo contratto con il promotore del Gran Premio di Russia, il che significa che la Russia non avrà gare in futuro”, ha affermato una dichiarazione del detentore dei diritti commerciali dello sport, che decide il calendario.

La mossa della F1 per ritirarsi efficacemente dalla Russia arriva dopo che l’organo di governo dello sport, la FIA, martedì ha condannato l’invasione dell’Ucraina da parte del paese, ma ha affermato che i piloti russi e bielorussi potrebbero ancora prendere parte alle sue competizioni in veste neutrale.

La federazione britannica Motorsport UK mercoledì ha vietato ai titolari di licenza russa e bielorussa di correre nel paese indipendentemente dalla bandiera sotto la quale gareggiano.

Il 22enne Mazepin dell’Haas deve già affrontare un futuro incerto dopo che il suo team di proprietà degli Stati Uniti ha rimosso dalla sua auto tutti i marchi relativi al produttore di potassio russo e sponsor principale Uralkali l’ultimo giorno dei test di Barcellona della scorsa settimana.

Uralkali è di proprietà del padre di Mazepin, l’oligarca Dmitry Mazepin, e il destino della partnership e della continua presenza del russo nella squadra sarà deciso questa settimana.

Il Gran Premio di Russia è entrato a far parte del calendario nel 2014 e in passato ha visto la partecipazione del presidente Vladimir Putin, con il leader russo che ha persino distribuito trofei sul podio.

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