Nuova ala posteriore molto scarica come prima novità visibile per le due Ferrari a Monza.
Novità, però, che non sembra aver suscitato il grande interesse dei due pilota della scuderia italiana.
Il tempo migliore per Alonso, infatti, arriva solo in presenza di un profilo più carico, come quello visto a Spa.
Possiamo dire, però, che per questa soluzione sia già finita?
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— GRAFTECH Studio (@Graftechweb) 5 Settembre 2014
In relatà ipotizzo di no: il weekend è appena all’inizio e le qualifiche di oggi sono state pressoché anomale rispetto a quel che ci aspetteremo per tutto il resto della gara. Analizziamo i fattori che mano a mano entreranno in gioco nel corso delle tre giornate. IL FATTORE METEO:
Il weekend si prevede alternato e instabile, e nettamente diviso da due andamenti ben distinti delle condizioni atmosferiche: dalle previsioni si può evincere che fino al sabato mattina vi sarà molta instabilità con piogge previste per il primo pomeriggio di prove libere. Dopo questo periodo, dalle qualifiche in poi, spunta il sole, ed in pratica tutto il lavoro fatto per determinare la deportanza e l’equilibrio aerodinamico verrà ad essere superfluo senza un minimo di lungimiranza dei tecnici. In particolare, con l’asfalto che si viene a scaldare, le gomme potrebbe essere più efficaci andando ad acquistare un grado di morbidezza maggiore per garantire maggiore tenuta della vettura sui rapidi cambi di direzione e in quelle curve veloci come l’ultima della parabolica. Fattore questo che potrebbe spingere Fernando Alonso a riconsiderare la soluzione qua presentata. guardando le prime prove libere ci si è resi conto di quanto fosse messo male l’asfalto del circuito, e di quanta polvere e detriti fossero presenti sulle traiettorie, almeno per i primi 20 o 30 minuti. Tolta la polvere, che già di per se impediva il grip, è poi arrivato il problema della gommatura dell’asfalto, assolutamente inesistente, e probabilmente segno che di corse non se ne svolgevano da un po’ su quell’asfalto. In effetti la gommatura in cosa consiste? Le copertura, passando ripetutamente sulle micro-asperità dell’asfalto, che sono i granelli di sabbia e ghiaia che lo compongono, si deformano per adattarsi al meglio ad esse. Deformandosi e , nel contempo, subendo gli sforzi di taglio dovuti alle coppie motrici e alle forze centrifughe, vengono ad erodersi per abrasione (per strappo)
Articolo dell’Ing. Aimar Alberto
SITO ; AIMARALBERTO.WIX.COM/AEROSPACE-WORLD