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FERRARI IL CORAGGIO DI VINCERE

Le critiche che da più parti si stanno levando contro la Ferrari non hanno alcun vero fondamento.

Sembra di nuovo che la Rossa sia nel mirino dei media e delle critiche degli addetti ai lavori, tra questi Rosberg che ha messo sotto la lente d’ingrandimento le scelte strategiche adottate in Australia che a suo dire hanno favorito Vettel rispetto a Raikkonen; senza voler tornare troppo sull’argomento, sembrava quasi ovvio che il Tedesco, molto lontano da Hamilton, sarebbe andato sulla scelta di rimanere in pista più giri per poi montare le SuperSoft e cercare di recuperare; l’intervento della VSC ha creato un pertugio tattico in cui gli Uomini di Maranello si sono infilati con efficacia; la storia del GP è tutta qui; ovvio che senza una tale circostanza Hamilton avrebbe vinto con una decina di secondi di vantaggio.

Ora c’è da dire una cosa molto importante, quando un atleta, un team e perfino una società sono sotto l’occhio del ciclone i motivi in genere sono due; si affonda il coltello nella ferita di chi è debole e non si può difendere; oppure di chi è forte con l’unico obiettivo di scalfire la sua sicurezza.

Le parole di Rosberg sembrano mirate proprio al secondo caso; ma non è tutto qui; la stampa che parla di vettura in ritardo e non competitiva cerca probabilmente di ricavarsi uno spazio tra i lettori visto che parlare di Ferrari attira sempre le attenzioni di tutti; eppure dobbiamo mettere dei paletti ben precisi su quanto sta accadendo in questo inizio di stagione.

La Ferrari poteva presentarsi con una semplice evoluzione della SF70-H ed arrivare in Australia in grande spolvero; magari vincendo senza dover sfruttare momenti favorevoli e quindi di forza; del resto la Haas ha dimostrato che la vettura dello scorso anno un poco più evoluta è certamente molto competitiva. Ma non si è ragionato così a Maranello, si è cercato di portare una macchina che avesse grandi potenzialità di sviluppo, si è allungato il passo e soprattutto modificato le pance, quest’ultimo un lavoro per il quale bisogna ridisegnare moltissime geometrie interne; di fatto una super-evoluzione della SF70-H e non una vettura per fare bella figura nelle prime 4-5 gare.

Davvero i tifosi, i giornalisti e gli addetti credevano questo? Sarebbe stato il compitino che veniva svolto negli anni passati; qui invece si sono estremizzati dei concetti con il solo obiettivo di arrivare a sviluppare soluzioni vincenti; poi non è detto che questo accada, ma almeno la Ferrari ci prova a combattere contro i dominatori di ben 4 stagioni, e sempre la Haas dimostra quanto il progetto sia buono.

Si dirà che la Ferrari vista in Australia aveva poco carico aerodinamico, ma i motivi per cui in uscita di curva sembrava imprendibile non sono dovuti solo ad una vettura più scarica, in quei pochi metri di accelerazione la Rossa scappava via e questo significa avere trazione e un gran motore; poi si può anche discutere di ‘party-mode’ e di qualifiche, tuttavia nel 2017 anche quando partiva dietro la Mercedes è riuscita a vincere delle gare e comunque ad essere molto competitiva. In Australia nonostante ben 3 zone DRS Hamilton non è riuscito a sorpassare Vettel e questo ha un qualche valore.

Il metro di giudizio dobbiamo poi vederlo a parti rovesciate, nel 2017 Vettel vinse all’Albert Park con una vettura che con le Soft volava; eppure la Mercedes non è stata nel tritacarne mediatico per aver messo in pista una monoposto che sembrava inferiore.

La realtà è che ad alcuni questa Ferrari fa paura e ad altri serve per generare ascolti; un gioco vecchio che si ripete a cicli…

Marco Asfalto

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