Lewis Hamilton:”In F1 arrivano solo piloti benestanti”, così l’Ingelse, analizza la situazione dei giovani piloti che stanno debuttando in F1 recentemente, sempre più benestanti, e meno provenienti da famiglie umili.

Lando Norris, Lance Stroll, Nicholas Latifi, Nikita Mazepin, sono solo un piccolo gruppo di piloti che stanno per approcciarsi, o hanno già debuttato in Formula Uno.
Alcuni sono più noti, altri meno, ma forse in pochissimi sanno da dove provengono: da famiglie benestanti, per usare un eufemismo. Famiglie milionarie, che fanno di tutto per spianare la strada ai loro eredi in F1. Ragazzi, meritevoli sia chiaro, che vanno ad occupare posti in F1, precludendo chance a piloti provenienti da famiglie umili, stile Lewis Hamilton, per intenderci.
Ha dichiarato, sulla faccenda, Lewis Hamilton:“In F1 arrivano solo piloti benestanti”, non usando mezzi termini per sottolinare quanto ormai sia diventata elitaria la F1.

Va detto che da sempre la F1 è stata uno spot costoso, ma col passare dei tempo lo è diventata sempre più. Sempre più costosa sotto ogni punto di vista, dai budget dei team, fino ai biglietti per i fan, passando proprio attraverso i costi con cui si può arrivare in F1.

“Mio padre ha speso qualcosa come £ 20.000 e ha rimodellato la casa più volte nei primi anni. Oggi, purtroppo, è diventato così costoso”, da detto il pilota Ingelse che ha poi proseguito: “Ci sono pochissime famiglie della classe operaia che stanno salendo. Sono tutte famiglie benestanti”.

Detto questo, il 6 volte campione del mondo ha voluto riportare alla mente quella che è stata la sua vicenda personale approccio alla F1. Un percorso finanziato in parte dal padre, e in parte dall’ex boss della McLaren, Ron Dennis.

“Ci sono stati momenti in cui sono tornato a casa da scuola e dicevo:”Sono pronto per andare”. Mio padre, però, diceva: “Scusa, non abbiamo i soldi questo fine settimana ma speriamo che la prossima gara avremo i soldi per andare avanti”. Quindi mio padre è il vero eroe, sono solo quello che è sotto i riflettori”.

“Se mio padre non avesse svolto il lavoro che ha fatto e se non avessi firmato a 13 anni con Ron Dennis, oggi sarei farei qualcosa di diverso”.

Archiviata la sua storia, Lewis ha espresso quello che è il suo punto di vista in merito alle future manovre che FIA e Liberty Media dovrebbero adottare per rendere l’ingresso in F1 libero a tutti, su base meritocratica, e non solo per uma stretta cerchia di facoltosi, seppur meritevoli, figli di papà.

“Voglio essere coinvolto nel lavoro con la FIA, che è l’organo di governo e Formula 1, perché possono fare di più per dare occasioni, direi. Inoltre non deve essere così costoso, dovrebbe essere simile al calcio, al tennis”.

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