Giro 66 del Gran Premio del Brasile, in casa Ferrari è esplosa la bomba, collegata alla rivalità tra i due piloti.
Andiamo a scoprire insieme le cause e gli scenari relativi a questo episodio.

Era scritto, era solo questione di tempo.
Oggi, Gran Premio del Brasile 2019 come il Gran Premio del Giappone 1989, è esplosa la rivalità tra due grandi piloti. Allora tra Senna e Prost, oggi tra Vettel e Leclerc. Come detto, in casa Ferrari è esplosa la bomba, e da oggi poco o nulla sarà più come prima.
Una bomba relativa alla rivalità tra i due piloti, che non avrà molte ripercussioni su questo 2019, ma forse ne avrà sul 2020 e sul futuro in Rosso dei driver.

Analizziamo per prima cosa l’episodio.
Siamo nel finale di gara, giro 66 di 71.
Verstappen leader, Hamilton secondo, Albon terzo, quarto e quinto, nell’ordine, Vettel e Leclerc.
A questo punto, Vettel indugia con Albon e Leclerc prova un sorpasso all’arma bianca sul compagno alla S di Senna: ci riesce.
Vettel non ci sta e dopo la Curva Do Sol risponde a Charles, passandolo all’esterno sul rettilineo.
Qui avviene il misfatto, Leclerc prende l’interno per difendere la posizione, dando oggettivamente poco spazio. Seb, dal canto suo, per dare una prova di forza chiude leggermente verso la vettura gemella.
Il patatrac è inevitabile, e le due SF90 entrano in collisione, con il tedesco che fora la posteriore sinistra e il Monegasco l’anteriore destra. Alla fine si ritirano entrambi, a suon di team radio per dare la colpa all’altro.

 

Incidente di gara, ci metto la faccia…anzi il nome, nel dire ciò, ma oggettivamente è difficile dare colpa a uno dei due. Sono cose che accadono nelle gare, a cui si aggiunge anche un pizzico di sfortuna. Nel 99% di manovre di questo tipo, solitamente, tutto si risolve con una lievissima toccata, mentre oggi tutto è andato per il peggio.
Ma questo, avrebbero dovuto saperlo a Maranello, è il prezzo da pagare quando si hanno due galli nel pollaio.
La colpa della bomba esplosa, di fatto, non è dei singoli piloti che, è normale, tendono a fare il massimo abbassata la visiera e a battere chiunque si trovi davanti a loro.
No, la colpa, andando nel dettaglio, è della sbagliata, e non poco, gestione dei driver da parte del muretto.

Una colpa, marginalmente, da ascrivere alla mancanza di gerarchie chiare, poiché alla fine è la pista a parlare, anche se la storia insegna che è alquanto complesso vincere, senza guai, con due punte nel team, libere di correre.
Una colpa, ascrivibile soprattutto alla poca chiarezza delle regole d’ingaggio dettate dal management Rosso. È inammissibile far battagliare, come oggi, due compagni di team, specie se in lotta solo per la terza piazza nel mondiale piloti, e non per un mondiale.
E ciò, purtroppo, avviene non da oggi, perché la poca chiarezza da tempo latita dalle parti di Maranello (vedi Q3 di Monza, partenza di Sochi, vari team order nella prima parte di stagione, e oggi).

A questo punto, Mattia Binotto è atteso alla prova del nove, alla prova che verificherà le sue doti gestionali. Una prova che parte da oggi, dal far parlare i due piloti tra loro, far fare loro
mea culpa per quanto accaduto, poiché entrambi equamente colpevoli.
Secondo step, per il tecnico di Losanna, sarà quello di alzare la voce nei futuri briefing pre-gara (cosa che finora non ha fatto), per far sì che i piloti, battagliando tra loro, si preoccupino per prima cosa di portare la macchina al traguardo, evitando di buttare al vento una gara, circa 30 punti nel mondiale costruttori, il lavoro di 1200 persone, e di ledere l’immagine della Ferrari.
Terzo passo, sarà quello di stabilire, con anticipo, le regole d’ingaggio 2020, per massimizzare un campionato, si spera vincente.

Step preliminare, va detto, dovrebbe essere quello di dare una dura lezione ad entrambi. A Seb, per fargli capire che se vuole il rinnovo oltre il 2020 deve cambiare approccio e, se necessario, mettere da parte l’orgoglio del quattro volte iridato. A Charles invece, la punizione sarebbe necessaria per fargli fare un bagno di umiltà, poiché per un pilota al primo anno in Rosso, quello che si sta vendendo è forse un eccesso di arroganza.

Esplosa la bomba, in casa Ferrari, è ora tempo di fare la conta dei danni, ovvero capire quello che saranno le conseguenze nel rapporto tra i due portacolori del Cavallino. Fatto ciò, sarà bene per Binotto, provare a ricostruire una relazione da tempo tesa, poiché nessuno dei due è disposto a mollare un centimetro.

Un altro problema, dunque, che si aggiunge alla lunga lista dei guai Ferrari, che andrà risolto alla pari degli altri. Un problema che, forse, nella difficile situazione tecnica in cui versa la Rossa, sarebbe stato meglio evitare. Certo, a difesa dei vertici della Casa Italiana, va detto che forse la competitività straordinaria di Leclerc é stata inattesa. Ma, dal momento che questa line-up è stata fortemente voluta, ora andranno risolti, presto e bene s’intende, i problemi ad essa connessi.
Soluzioni che, ufficialmente, arriveranno, ma non ci saranno nella mente dei piloti. Tutti e due sono convinti di essere nella ragione, e dunque non saranno pronti a dimenticare facilmente quanto accaduto a San Paolo.
Saranno, invece, pronti a rispondere in pista, alimentando oltremodo questa tensione.

Come anticipato, nulla sarà come prima tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc. Sarà compito del team, però, mettere da parte le battaglie personali e le ripicche e far capire ai piloti, anche bruscamente, che prima di tutto,e sempre, viene la squadra, viene la Ferrari, che da 90 anni sopravvive, indipendentemente da chi la guida.

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