Il pilota della Mercedes Hamilton è diventato campione del mondo per la sesta volta ieri ad Austin. Scopriamo le tappe della sua carriera che lo ha portato ad essere invincibile.

Lewis Carl Davidson Hamilton è nato a Stevenage, nell’Hertfordshire, il 7 gennaio 1985 da papà Anthony originario dell’isola di Grenada e mamma Carmen, britannica doc. La passione per i motori fu praticamente immediata, visto che nel 1991 il padre gli regalò un automodello da cui comprese che il motorsport sarebbe stata la sua vita. L’infanzia del piccolo Lewis è difficile ed a causa del colore della sua pelle è spesso vittima dei bulli a scuola, ma l’amore per le competizioni aumenta a dismisura.

Anthony Hamilton si riempie di debiti pur di permettere al figlio di gareggiare nei kart, dove il talento dell’anglo-caraibico emerge di giorno in giorno. Nel 1997 viene messo sotto contratto dalla McLaren, all’epoca diretta dal grande Ron Dennis. Fu proprio in quell’anno che avvenne il celebre incontro tra il futuro dominatore della Formula 1 ed il boss del team di Woking. Lewis chiese a Ron di essere preso in squadra e Dennis, divertito, gli chiese di vincere gare su gare e di tornare nel suo ufficio anni dopo.

Il giovane Hamilton fu di parola, visto che trionfo dopo trionfo arrivò ad imporsi in GP2 nel 2006 con la Art Grand Prix, guadagnandosi un sedile nella massima serie per la stagione successiva. Chi si aspettava un debuttante venne subito smentito, visto che Lewis ottenne nove podi nelle prime nove gare, imponendosi in Canada e negli Stati Uniti. Al termine di quell’annata arrivarono altre due vittorie in Ungheria ed in Giappone, dove proprio al Fuji mise le mani sul suo primo titolo mondiale. La tensione e gli errori della squadra giocarono un brutto scherzo al fuoriclasse britannico, con il ritiro in Cina ed i problemi tecnici in Brasile che consegnarono la vittoria del campionato alla Ferrari di Kimi Raikkonen.

Nel 2008 Hamilton ottenne la sua vendetta, portando a casa cinque successi ed il titolo iridato avendo la meglio su Felipe Massa, nel celebre finale al cardiopalma di Interlagos. Divenne il più giovane della storia ad aver vinto un mondiale, venendo in seguito battuto da Sebastian Vettel nel 2010 in questo dato statistico. Le stagioni successive furono difficili per Lewis, a causa di una McLaren poco competitiva che non gli permise di lottare con Ferrari e Red Bull. La svolta della sua carriera arriva nel 2013, quando si trasferisce alla Mercedes in sostituzione di Michael Schumacher.

La notizia viene accolta con scetticismo, visto che la squadra tedesca non era assolutamente performante in quegli anni. A volerlo fortemente fu Niki Lauda, presidente non esecutivo del team di Brackley. La prima stagione non è molto redditizia, con una sola vittoria in Ungheria ma ben cinque pole position, che furono il preludio all’avvento delle power unit che resero Hamilton invincibile. Il biennio 2014-2015 fu trionfale per il britannico, con ben ventuno vittorie su trentotto gare disputate e la vittoria del secondo e terzo titolo mondiale. La sfida con Nico Rosberg fu splendida nel primo caso, mentre Lewis fu imbattibile l’anno seguente chiudendo i conti già ad Austin. Il 2016 è invece un campionato molto equilibrato, che viene deciso ad Abu Dhabi. Il ritiro in Malesia costrinse Hamilton ad inseguire il rivale nelle ultime gare ed anche dominando l’appuntamento di Yas Marina il mondiale venne vinto proprio dal compagno di squadra Rosberg, il quale comunicò pochi giorni dopo l’addio alle competizioni.

Nel 2017 i regolamenti vengono modificati, con la Pirelli che porta in pista gomme più larghe per sostenere un’aerodinamica ben più esasperata ed in grado di rendere le monoposto più rapide mediamente di tre secondi rispetto al passato. Dopo anni bui risorge la Ferrari, con Vettel che comanda la classifica sino al Gran Premio d’Italia. Da lì in poi Lewis torna imprendibile e grazie al disastroso trittico asiatico del Cavallino porta a casa il quarto titolo già dal Gran Premio del Messico. Il 2018 si articola sempre sullo stesso duello ed ancora una volta è la classe del britannico a prevalere, nonostante una rossa spesso più competitiva della Mercedes. Il 2019 è la stagione più dominata in assoluto da re Hamilton, il quale uccide subito la corsa all’iride dopo poche gara, aggiudicandosi la corona iridata ad Austin come quattro anni fa.

Hamilton ora punta dritto al settimo titolo, cosa che gli permetterebbe di eguagliare Schumacher. Cosa impensabile sino a pochi anni or sono. A lui appartiene il record di pole con ben 87 partenze al palo ottenute, mentre il numero di vittorie è arrivato a quota 83, -8 dal Kaiser di Kerpen. Quando possiedi cifre simili non si può far altro che inchinarsi ed applaudire questo splendido campione che ha segnato un’epoca, in attesa di un futuro in cui ritroverà avversari in grado di attaccare il suo trono.

 

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