F1 – L’ascesa ai vertici del motorsport di Lando Norris, dopo uno sfavillante inizio di carriera, sembra essersi momentaneamente arenata. La McLaren rappresenta ormai più uno scoglio che un’opportunità: quanto ancora saprà attendere Lando?

Campione in Formula Renault (due volte), campione in Formula Toyota, campione in Formula 3 europea, 2° in Formula 2. La giovane carriera di Lando Norris ha già assaggiato più volte il sapore della vittoria, sebbene gli ultimi anni in Formula 1 ne siano stati avari. Le difficoltà della McLaren e il club sempre più ristretto di vetture in grado di raggiungere il successo hanno di recente eclissato la velocità del pilota di Bristol, relegando il suo talento al misero raggiungimento di un Q3 al sabato.

Quali sono dunque le prospettive con cui il buon Lando può guardare all’imminente 2023? Prima di dare una risposta a questa domanda, poniamoci un altro interrogativo.

Dall’inizio della sua ancor giovane carriera, Norris ha già collezionato un numero ragguardevole di partenze (grazie anche alle facoltose tasche di suo padre Adam, ex manager dal portafoglio profondo), dando più volte prova del suo notevole talento. La sua crescita (per lo meno in termini di vittorie) sembra però essersi arrestata col suo ingresso nella classe regina, incatenato alle basse ambizioni di un team come la McLaren e costretto ad osservare i suoi coetanei collezionare podi, successi e titoli mondiali.

Ma che pilota è davvero Lando Norris?

Un inizio ricco di successi

La carriera del classe ’99 inizia naturalmente coi kart, alla tenera età di 9 anni. Come già detto in precedenza, le potenzialità economiche della sua famiglia permettono al giovane Lando di affrontare le varie tappe del motorsport senza grossi problemi, potendo contare su mezzi e meccanici di prim’ordine. Ma, come ogni aspetto della vita, anche questo tipo di fortuna possiede pro e contro: il denaro di famiglia permette a Lando di ovviare ai costi richiesti dai kart, ma lo espone al tempo stesso alle critiche e ai dubbi di chi sostiene che di talento, sotto quella montagna di soldi, ce ne sia ben poco. Ed è proprio questo il ‘protocollo’ a cui Lando deve attenersi durante l’infanzia, pur sempre con l’obiettivo di smentire i più scettici a suon di vittorie.

E non ci mette molto a mettere in chiaro le cose: nel 2015 vince in monoposto il Campionato MSA Formula Series con otto successi di tappa; nel 2016 conquista la Formula Toyota, l’Eurocup Formula Renault 2.0 e la Formula Renault 2.0 NEC, ottenendo rispettivamente 6, 5 e ancora 6 vittorie in gara; nel 2017 vince anche il titolo di Formula 3 Europea, conquistando 8 vittorie e 20 podi totali.

Si presenta dunque nel 2018 ai nastri di partenza della Formula 2, potendo contare su un palmares già piuttosto ricco. Durante la stagione ottiene una sola vittoria, combattendo però ad armi pari con due nomi del calibro di George Russell e Alexander Albon, e classificandosi secondo al termine del campionato.

L’anno successivo arriva finalmente il coronamento del sogno di una vita: la McLaren, con cui già nel 2017 aveva firmato un primo contratto, gli offre un sedile in Formula 1 al fianco del più esperto Carlos Sainz. Le prime due stagioni in classe regina si rivelano discrete per Lando, fortunato nel poter contare sin da subito su una vettura di buon livello (a differenza degli altri due rookie, Russell e Albon, capitati rispettivamente in Williams e Toro Rosso) in grado di garantirgli piazzamenti in zona punti piuttosto costanti.

Sebbene in classifica generale venga per due anni preceduto da Sainz, Lando attira gli occhi del grande pubblico per alcuni importanti exploit e per la sua spiccata personalità, emersa soprattutto durante il ‘periodo Twitch’ del primo lockdown.

Podi e grandi performance: McLaren inizia a stare stretta

Al termine del suo terzo anno al volante della McLaren, Norris può contare su qualche podio, su un sesto posto in classifica e su un 2021 da leccarsi i baffi (soprattutto per quanto riguarda il confronto col malcapitato Ricciardo).

Lo stravolgimento del regolamento tecnico del 2022, però, porta purtroppo la McLaren ad allontanarsi nuovamente dalle posizioni di vertice, costringendo il pilota britannico ad una stagione piuttosto anonima, durante la quale riesce comunque ad avere la meglio, e non di poco, sul compagno di squadra.

Avendo osservato la carriera di Norris, la domanda che gli addetti ai lavori ora si pongono riguarda proprio quale livello Lando potrebbe aver raggiunto: se i primi due anni terminati dietro a Sainz possono essere considerati parte dell’apprendistato di un giovane pilota (tenuto conto anche di quanto di buono fatto vedere poi da Sainz in Ferrari), gli ultimi due anni con Ricciardo sembrerebbero consacrare un pilota da titolo mondiale. Ma quanto c’è di Norris in questo schiacciante confronto? E quanto invece è da attribuire al declino di Ricciardo?

Una prima risposta l’avremo già a partire dal prossimo anno, quando al fianco di Lando si siederà Oscar Piastri, fresco vincitore di F2 e astro nascente del motorsport. Con un talento del genere come compagno di squadra, starà all’inglese riuscire a mettere in chiaro le gerarchie fin da subito e non farsi travolgere dall’esuberanza di un giovane in rampa di lancio. Una stagione in chiaro scuro non verrebbe certamente vista di buon occhio dagli osservatori dei top team.

Ed è qui che torniamo finalmente alla domanda iniziale, riguardante proprio le ambizioni di Norris in chiave 2023.

Quale futuro per Lando?

Data per certa l’impossibilità per McLaren di lottare coi top team anche nel 2023 (le infrastrutture della scuderia di Woking sono ancora molto arretrate rispetto alla concorrenza), appare difficile trovare dei reali stimoli per Norris, da ormai quattro stagioni relegato a lottare per qualche misero punticino. Certo, la sfida col compagno di squadra è una prospettiva allettante, ma rimane troppo poco agli occhi di chi si considera pronto per il grande salto. A differenza del grande amico Russell, a cui dopo tre anni di purgatorio è stato consegnato il volante della Mercedes, Lando non ha ancora potuto toccare con mano una monoposto vincente.

E non crediate che un pilota di Formula 1 non dia peso a questi aspetti: al contrario, lo spropositato ego di un pilota professionista vive e si nutre di queste sottigliezze, di questi confronti ‘testa a testa’ coi diretti avversari.

Al momento, la situazione contrattuale di Norris lo vede legato alla McLaren fino al 2025. I tre top team (Ferrari, Mercedes e Red Bull) vedono invece i loro slot occupati da piloti il cui futuro sembra essere piuttosto saldo. Ferrari, nonostante i recentissimi avvicendamenti, ripone in Leclerc tutte le sue ambizioni, con un Sainz assicurato fino al 2024 e oltre. Red Bull è la casa di Verstappen, al fianco del quale verrà sempre messo un pilota non in grado di infastidirlo. L’unico vero spiraglio potrebbe essere rappresentato da Mercedes e dall’incognita Hamilton, che a gennaio compirà 38 anni. Il futuro in Formula 1 del sette volte iridato ha i minuti contati, sebbene sia comunque tutto legato alla competitività delle future monoposto di Brackley. La speranza di Norris potrebbe dunque essere proprio questa: attendere pazientemente la dipartita di Hamilton, nella speranza di affiancare l’amico/rivale Russell e poter finalmente competere per il titolo.

Testa bassa e pazienza, almeno per il momento…

Ma restano ovviamente tutte ipotesi. Perlomeno fino a quando tra i top resterà tutto così congelato, il destino di Norris sembra essere limitato a quanto di buono la McLaren saprà nelle prossime stagioni sfornare.

E dunque occhio al prossimo grande confronto interno, fondamentale per definire le reali ambizioni di Lando: tra Piastri e Norris, sarà proprio il britannico quello chiamato a confermare la sua caratura, in attesa di potersi finalmente sedere al tavolo dei grandi.

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