Verstappen ne combina un’altra delle sue durante le FP3 andando a sbattere proprio nello stesso punto (un paio di metri di differenza) dell’incidente del 2016; costretto a partire ultimo a Montecarlo riesce in una buona rimonta che lo porta in 9° posizione al traguardo.

Ora visto che in passato la Red Bull non ha esitato ad appiedare un pilota (Kvyat) durante il campionato proprio per far posto a Verstappen non si capisce perchè in questa stagione non debba accadere la stessa cosa visti i tanti incidenti, più o meno gravi che lo coinvolgono ad ogni GP; per non parlare delle scorrettezze e delle manovre fuori regolamento; la retromarcia a Santa Devota nelle FP1 con l’imminente arrivo di Vettel, che ha rischiato l’incidente, è solo una delle tante per le quali non viene mai sanzionato; ovvio che il ragazzino (ma davvero lo è alla sua età?) è un raccomandato di ferro; la Red Bull ha puntato sull’Olandese e la Heineken, che è sponsor ufficiale F1, non aspettava altro che Max fosse in ‘prima squadra’ un ottimo veicolo pubblicitario per l’azienda connazionale; adesso però siamo all’inverosimile; la sfilza di incidenti, errori e quant’altro si sta facendo veramente lunga e qualche provvedimento dovrebbe essere preso.

Verstappen si rende conto che Ricciardo è più veloce di lui e per stargli davanti rischia sempre il tutto per tutto; a volte va bene, a volte va male; ma questo non è il vero talento che deve avere un driver; si deve portare a casa la gara e i punti; da questo punto di vista il confronto con il compagno di squadra è umiliante; Ricciardo è 3° con 72 punti mentre Verstappen è 6° con 35 punti; Gasly che corre non certo con una grandissima vettura e con una PU (Honda) che non è il top, è invece a quota 18; tra l’altro il Francese ha dalla sua delle doti che non sono indifferenti ai tifosi; è veloce, è simpatico e soprattutto non è uno sbruffone presuntuoso. In vettura fa il suo con sagacia e talento; a Montecarlo è stato fuori dai guai e si è classificato 7° con una vettura nettamente inferiore alla Red Bull; almeno 1,5 sec. più lenta; ha saputo gestire le gomme con intelligenza portando punti alla Toro Rosso.

Certo Montecarlo è un circuito atipico e forse non è la cartina tornasole delle qualità di un pilota, tuttavia tutti i grandi hanno vinto almeno una volta sulla pista monegasca e l’occasione persa da Verstappen pesa come un macigno in casa Red Bull e forse anche nella coscienza dell’Olandese; il suo sguardo ai box durante le qualifiche diceva tutto. Sarà un momento di crescita per l’oramai esperto (al 4° anno in F1) pilota? Oppure l’ombra di un Ricciardo sempre più in forma e di un Gasly che preme per arrivare, potrebbero essere un disturbo aggiuntivo ad un affanno che sta diventando sempre più evidente?

Marco Asfalto

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